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Esercito svizzero, “5 miliardi non bastano”

Il capo dell’Esercito svizzero Philippe Rebord chiede più soldi per le forze armate. I 5 miliardi all’anno stanziati dal Parlamento, ha dichiarato lunedì, non sono sufficienti a lungo termine.


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Rebord, che ha incontrato la stampa a Berna in occasione dei primi 100 giorni del suo mandato, ha sottolineato la vetustà dell’artiglieria e dei carri armati. O si rinnovano i sistemi d’armamento, ha spiegato, o si avranno carenze in futuro. È ancora da stabilire quale sia la somma adeguata per raggiungere gli obiettivi.

È per contro chiara la situazione degli aerei da combattimento: il Consiglio federale (governo) vuole prolungare la durata di vita degli F/A-18 fino al 2025. Se il Parlamento boccerà questa idea, ha affermato Rebord, non ci saranno più Forze aree. Nuovi velivoli dovranno peraltro essere scelti entro il 2020.

La priorità è comunque la riforma dell’Esercito, che entrerà in vigore il prossimo anno.

Philippe Rebord si è dichiarato soddisfatto degli obiettivi precisi ricevuti dalla politica, tra i quali l’aumento della prontezza d’intervento: 8’000 militari equipaggiati pronti all’azione entro tre giorni, e 35’000 entro dieci.

Per raggiungere questo scopo servono 18’000 reclute all’anno. Una cifra che potrebbe creare problemi: l’ultima formazione di base, ad esempio, è stata completata da appena 18’109 militi.

L’Esercito, da parte sua, ha già preso misure per evitare i numerosi abbandoni che si registrano nel primo mese di servizio. La “concorrenza” del servizio civile, ha detto Rebord, è affare della politica.

In Svizzera, il capo dell’Esercito ha il grado di comandante di corpo. Il grado di generale è attribuito dall’Assemblea federale (parlamento a camere riunite) solo se è prevista o decisa un’importante chiamata di truppe.

Un altro settore su cui le forze armate stanno lavorando è quello della guerra elettronica, con la realizzazione di una rete sicura totalmente indipendente che dovrebbe essere completamente operativa nel 2023. Le competenze per un cyber-attacco sono ormai disponibili, anche se mancano le basi legali per sferrarlo.

Al di là della crescente importanza dei conflitti elettronici, ritiene il capo dell’Esercito, le armi pesanti rimangono fondamentali.
 

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