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Parità nei trasporti per la mobilità del futuro

Gli esponenti dell'ATA cercano di convincere i giornalisti dei vantaggi dell'iniziativa. Keystone

La lotta fra trasporti pubblici e privati per il finanziamento delle rispettive infrastrutture si fa sempre più serrata. Il popolo svizzero sarà probabilmente chiamato a fare da giudice.

L’Associazione Traffico e Ambiente (ATA) ha infatti deciso di lanciare un’iniziativa popolare “per più trasporti pubblici”, che comporterebbe una nuova ripartizione dei fondi a disposizione. In nome dell’equità, gli introiti netti dell’imposta sugli oli minerali verrebbero divisi a metà fra trasporti pubblici e strade nazionali. Oggi, invece, alle autostrade vanno quasi i tre quarti di questi fondi.

In pratica, se si prendono le cifre del preventivo 2008, si trasferirebbero così quasi 800 milioni di franchi all’anno ai trasporti pubblici, ha spiegato giovedì in una conferenza stampa a Berna Roger Nordmann, membro del comitato centrale dell’ATA.

Presentata all’indomani dell’assemblea generale della federazione delle associazioni di camionisti e di automobilisti Stradasvizzera, che ha rivendicato l’autofinanziamento delle ferrovie tramite l’aumento delle tariffe, la proposta a prima vista appare quasi una provocazione.

Stradasvizzera si oppone vigorosamente all’introduzione di qualsiasi nuova tassa a carico del traffico motorizzato privato e chiede che quelle prelevate attualmente siano utilizzate esclusivamente per finanziare le infrastrutture stradali. A suo avviso, è inaccettabile che parte dei soldi versati dagli utenti della strada siano utilizzati per pagare infrastrutture ferroviarie. I costi di queste ultime dovrebbero essere coperti da chi le usa.

Nessun balzello supplementare

Ma l’ATA è convinta di avere trovato “l’uovo di Colombo” che otterrebbe l’appoggio di un’ampia maggioranza. “Non sarà introdotta alcuna nuova tassa: ci sarà semplicemente un riorientamento nella distribuzione delle imposte esistenti”, ha sottolineato Nordmann.

L’iniziativa d’altra parte non promuoverebbe esclusivamente i trasporti su rotaia: essa ancorerebbe nella costituzione il principio dell’incentivazione, da parte di Confederazione e Cantoni, dei trasporti pubblici ferroviari e stradali, come pure del trasferimento del trasporto merci dalla strada alla ferrovia.

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Mobilità e autostrade garantite

Si tratta di “riconoscere la specificità di ogni mezzo di trasporto e di utilizzarli tutti in funzione delle loro qualità reali”, ha puntualizzato il vicepresidente dell’ATA Uli Doepper, secondo il quale ciò porterebbe a una mobilità più razionale ed ecologica.

Una mobilità che sarebbe garantita anche alla popolazione delle regioni periferiche, poiché nell’articolo costituzionale sarebbe previsto l’obbligo di promuovere i trasporti pubblici in tutto il paese, ha rilevato la presidente dell’ATA Franziska Teuscher. Ciò servirebbe anche a rafforzare la coesione nazionale.

La soluzione suggerita dall’ATA non intralcerebbe peraltro la conclusione della rete di strade nazionali, ha puntualizzato Roger Nordmann. Se si ipotizza un’entrata in vigore dell’iniziativa nel 2014, entro tale scadenza l’essenziale della rete autostradale sarà già terminato e finanziato. E a partire da quel momento, per la costruzione di nuove autostrade ci sarebbero a disposizione circa 400 milioni di franchi all’anno, stando ai calcoli dell’ATA.

Un’ampia coalizione per una soluzione sostenibile

L’acuirsi dei problemi legati all’inquinamento e ai mutamenti climatici, cui si è aggiunta l’impennata dei prezzi del petrolio, negli ultimi tempi hanno portato alla ribalta il tema dei trasporti pubblici, ha ricordato Franziska Teuscher.

Nel dibattito al Consiglio degli Stati (Camera alta), durante la recente sessione estiva, è emersa un’unanimità di vedute sulla necessità sia di ammodernare e sviluppare l’infrastruttura ferroviaria sia di aumentare i fondi per il finanziamento. In che modo procurarsi i mezzi supplementari non è ancora stato definito: sarà la sfida dei prossimi anni.

In tale contesto, l’ATA prevede che la sua soluzione sarà bene accolta. Per il lancio dell’iniziativa si è già assicurata una vasta alleanza, che comprende i partiti socialista, ecologista, dei verdi liberali, evangelico, cristiano sociale ed ecologia liberale, come pure il Sindacato del personale dei trasporti e varie organizzazioni ambientaliste.

L’assemblea dei delegati dell’ATA, riunita sabato a Soletta, ha formalmente dato l’avallo al lancio dell’iniziativa. Se tutto procederà senza intoppi, la raccolta delle firme inizierà in febbraio o marzo del 2009.

I promotori calcolano di arrivare così al momento opportuno con la loro proposta. Il governo svizzero dovrà infatti presentare nel 2010 il messaggio alle Camere federali sulla seconda fase del programma di sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria (SIF2).

Cruciale sarà la questione del finanziamento dei vari progetti, i cui costi complessivi sono stimati a 12 miliardi di franchi. L’ATA calcola che la sua iniziativa consentirebbe di mettere a disposizione da 11 a 12 miliardi supplementari nel periodo 2014-2030. “L’iniziativa non risolve tutti i problemi, ma dà un contributo importante per il finanziamento”, ha argomentato Nordmann.

swissinfo, Sonia Fenazzi

Il sistema di finanziamento delle infrastrutture autostradali e ferroviarie in Svizzera è molto complesso.

Quello delle autostrade è assicurato a lungo termine grazie a una quota dell’imposta sugli oli minerali, vincolata per legge.

Pure destinati alle strade nazionali sono i ricavi netti derivanti dalla tassa per la loro utilizzazione (la cosiddetta “vignetta autostradale”).

Dal 1998 è stato isitituito il fondo di finanziamento dei trasporti pubblici (FTP) della Confederazione, destinato alla realizzazione dei quattro grandi progetti ferroviari: Ferrovia 2000, Nuove trasversali alpine (NTFA), raccordo alle reti ad alta velocità europee, risanamento acustico. Esso è alimentato con introiti della tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni, dell’imposta sul valore aggiunto e di quella sugli oli minerali.

I mezzi disponibili tuttavia non sono più sufficienti a causa dei costi delle NTFA che hanno nettamente superato quelli preventivati. Perciò sono state ridefinite le priorità nell’ambito del programma di sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria (SIF).

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