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Coronavirus in Svizzera, misure di protezione più strette in diversi cantoni

Berset con mascherina
La Svizzera fino a tre settimane fa era una delle nazioni con la situazione migliore a livello europeo, ora è tra le più in difficoltà, si è rammaricato il ministro della sanità Alain Berset. Keystone / Peter Schneider

Se la situazione non migliorerà nei prossimi giorni, fra una settimana saranno introdotte ulteriori misure a livello nazionale per contenere la diffusione del coronavirus. Lo ha detto mercoledì il ministro della sanità Alain Berset. Nel frattempo, singoli cantoni adottano autonomamente degli approcci più severi.

L’obiettivo, in ogni caso, è quello di evitare un nuovo lockdown e misure più drastiche, ha detto Berset. Le prossime due-tre settimane saranno decisive in questo senso, ha sottolineato, aggiungendo che un eventuale “mini-lockdown” non è previsto, sebbene la situazione possa cambiare molto in fretta.

Reazioni autonome dei cantoni

Secondo il consigliere federale bisogna aspettare una decina di giorni per vedere l’effetto delle nuove disposizioni introdotte la scorsa domenica. Se non dovessero dare i frutti auspicati, mercoledì prossimo potrebbero essere introdotti provvedimenti complementari che riguardano le grandi manifestazioni, i locali pubblici e gli assembramenti. Ha poi definito “coraggiosa” la decisione del Canton Berna – annunciata la scorsa domenica – di limitare a mille il numero di spettatori nei grandi eventi.

Un’analoga misura è stata introdotta mercoledì anche da Basilea città e campagna, mentre il Vallese (attualmente il più colpito) si è spinto oltre, proibendo la pratica di sport di contatto, salvo nel caso di match professionistici, i quali avranno però luogo a porte chiuse. Nel cantone, inoltre, gli esercizi pubblici come bar e ristoranti dovranno chiudere alle 22:00, una misura finora inedita in Svizzera e le visite in ospedali e case anziani non sono più possibili. Stretta anche agli assembramenti, che potranno essere al massimo di 10 persone, anche in ambito privato e chiusi musei cinema e discoteche.

A Ginevra, come in primavera, l’Ospedale universitario HUG è stato trasformato in ospedale dedicato al trattamento del Covid-19. Solo le operazioni chirurgiche urgenti verranno effettuate, le altre sono al momento sospese.

Soletta ha invece decretato la chiusura di bar, club e discoteche il weekend alla una di notte e un tetto massimo al numero di clienti di 300 persone. Tra le altre misure introdotte mercoledì c’è anche quella della città di Zurigo. I funzionari cittadini dovranno portare la mascherina sanitaria all’interno degli edifici dell’amministrazione, anche dove non è previsto l’accesso del pubblico.

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Evitare il sovraccarico degli ospedali

“Il quadro si degrada più velocemente di quello che potevamo immaginare. Bisogna prendere sul serio questa situazione”, ha ribadito il ministro, sottolineando che attualmente i casi stanno raddoppiando tutte le settimane e se questo trend dovesse continuare anche gli ospedali arriveranno al massimo delle loro capacità.

La situazione, ha detto Berset, cambia ogni giorno e in questo caso non si sta andando nella direzione migliore. “Bisogna evitare il sovraccarico degli ospedali. In aumento non sono infatti solo i casi positivi, ma anche le ospedalizzazioni e ci sarà anche un incremento dei decessi che però osserveremo solo più tardi”, ha sottolineato.

Secondo il friburghese, solo tre settimane fa eravamo una delle migliori nazioni sul piano europeo e ora siamo uno dei Paesi più in difficoltà. “È difficile spiegare cosa abbia portato a questo, ma se si continua di questo passo senza reagire la situazione rischia di peggiorare ulteriormente”, ha sottolineato.

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A stretto contatto con i Cantoni

Alcuni cantoni sono più colpiti di altri e sfiorano i 900 casi ogni 100’000 abitanti, a differenza di altri che ne contano circa 130. Il ruolo dei cantoni è centrale e c’è un buon coordinamento con la Confederazione, ha ricordato Berset, che domani parteciperà a un incontro con la Conferenza dei direttori cantonali della sanità.

“Lavoriamo a stretto contatto con i Cantoni tutti i giorni”, ha sottolineato. Il Vallese, ad esempio, ha mostrato come prendere misure forti, ma proporzionate, per cercare di contenere una situazione molto difficile.

“Solitamente in politica se non si fa niente, non accade nulla. Qui non è il caso. Sappiamo come agire e come reagire per affrontare la seconda ondata, ma l’evoluzione della pandemia non è una decisione politica. Il coronavirus non ha le gambe e non si sposta da solo: sono i contatti tra le persone che portano alla diffusione del virus”, ha ribadito il consigliere federale, ricordando ulteriormente quanto sia importante la responsabilità individuale.

Berset ha poi invitato nuovamente le aziende a ricorrere al telelavoro e ai cittadini a rinunciare a feste private, rinviandole a giorni migliori. “La principale misura adottata domenica riguarda le restrizioni in ambito privato” ha affermato il “ministro della sanità”. È qui che avviene la maggior parte dei contagi, perché le distanze spesso e volentieri si assottigliano.

L’intervista al ministro della sanità Alain Berset:

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Economia preoccupata

Un ulteriore inasprimento delle misure preoccupa e non poco l’economia elvetica. Sentiamo, nel prossimo servizio, le considerazioni di Marco Martino, responsabile di Economiesuisse per la Svizzera italiana:  

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tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 21.10.2020)

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