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Coronavirus, per l’Oms ha origine animale

Un pipistrello volteggia nel cielo.
Per gli scienziati resta l'indiziato numero uno. Copyright 2021 The Associated Press. All Rights Reserved

L'Organizzazione mondiale della sanità, una cui delegazione ha condotto un''indagine a Wuhan, afferma che non c'è stata nessuna fuga da un laboratorio. Ma sono molti gli aspetti da chiarire.

La missione dell’Organizzazione mondiale della sanità torna da Wuhan senza aver chiarito l’origine del virus e senza una spiegazione di come si sia trasmesso dagli animali all’uomo e abbia raggiunto il capoluogo dell’Hubei, dove si è propagato per la prima volta con estrema virulenza. Mentre l’ipotesi che si sia trattato di un errore, o meglio di una fuga da un laboratorio, è “estremamente improbabile”.

“Non sappiamo che ruolo abbia avuto il mercato del pesce Huanan, ma abbiamo aggiunto nuovi dettagli per la nostra comprensione e per gettare le basi dei prossimi passi da seguire”, ha spiegato Peter Ben Embarek, a capo del team di 17 esperti provenienti da 10 paesi giunti a Wuhan il 14 gennaio, non senza ostacoli da parte delle autorità locali.

La squadra di ricercatori ha in particolare setacciato il mercato dove furono tracciate a dicembre 2019 le prime infezioni e l’Istituto di virologia, specializzato nei coronavirus e negli studi sui pipistrelli.

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I piccoli mammiferi sono i principali indiziati ma è necessario continuare lo studio sulla specie intermedia responsabile del passaggio all’uomo. Peter Ben Embarek ha osservato che il pipistrello in questione potrebbe essere anche del Sudest asiatico, mentre negli ultimi mesi sono stati spesso citati gli studi di Shi Zhengli, numero due dell’Istituto di Wuhan, nelle caverne dello Yunnan.

Da parte sua Liang Wannian, alla testa degli scienziati cinesi, ha spiegato che il mercato Huanan “non è stato il primo luogo dove è stata individuata l’infezione”, il 12 dicembre 2019: il primo caso accertato è infatti dell’8 dicembre. Per i ricercatori asiatici sono da approfondire gli studi sulla circolazione del coronavirus in altri luoghi in contemporanea o addirittura prima del focolaio di Wuhan e, in particolare, sulla catena alimentare dei prodotti surgelati importati, che potrebbero essere all’origine della diffusione del virus.

Marion Koopmans, virologa del team ha espressamente menzionato il caso dell’Italia, dove contagi sono segnalati da alcuni studi forse addirittura a “fine novembre” 2019. “Dovremmo cercare prove su una precedente circolazione ovunque ci siano indicazioni”.

tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 9.2.2021)

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