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Paghetta: bimbi più giudiziosi di quanto pensino genitori

Immagine simbolica KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Una grande maggioranza di bambini accantona regolarmente almeno una parte della paghetta, senza nessuna imposizione da parte dei genitori. In base a uno studio del Credit Suisse, i figli sono spesso più giudiziosi di quanto pensino molti genitori.

Le cifre che i genitori affidano ai figli sono generalmente abbastanza esigue: 14 franchi al mese in media per un ragazzo di 10 anni e 23 franchi per un 12enne. Di regola i giovani possono disporre liberamente di queste somme, stando allo studio pubblicato oggi.

L’indagine della grande banca – si legge in una nota – si basa su due sondaggi separati, condotti dagli istituti amPuls e sotomo, con interviste a più di 14’000 adulti di tutte le regioni linguistiche: circa la metà degli intervistati aveva almeno un figlio fra i 5 e i 14 anni d’età.

Dall’inchiesta emerge che i bambini affrontano per la prima volta con i genitori argomenti legati al denaro all’età di sei anni. A sette anni possono effettuare per la prima volta piccoli acquisti in autonomia e a dieci ricevono doni pecuniari.

Devono poi passare solitamente altri sei anni fino al prossimo importante traguardo, ossia l’uso di una carta bancaria. I tempi possono tuttavia variare tra le varie regioni linguistiche.

Il 91% dei genitori intervistati ritiene che l’educazione finanziaria dei figli sia un compito un primo luogo di loro competenza, che non deve essere quindi delegato alla scuola.

Lo studio rivela peraltro che chi ha un reddito inferiore ai 50’000 franchi annui ritiene più importante insegnare ai figli a gestire correttamente il denaro rispetto ai genitori che guadagnano più di 200’000 franchi all’anno.

Non tutti i genitori sono tuttavia in grado di spiegare come i propri figli intendano spendere il denaro risparmiato. Se l’obiettivo di risparmio è noto, spesso si tratta di un computer o di un motorino.

Anche i genitori in molti casi mettono da parte denaro di cui i figli potranno disporre a partire da una certa età: questi soldi serviranno perlopiù a finanziare degli studi o l’esame di guida.

Dall’indagine si evince inoltre che i genitori riconoscono di norma un influenza positiva sull’educazione finanziaria dei figli da parte di altri famigliari, come i fratelli più grandi, i nonni, i padrini e le madrine. Il 75% dei genitori giudica invece piuttosto negativo l’influsso di altri bambini.

L’influenza più negativa è tuttavia attribuita ai media, ai personaggi famosi e alla pubblicità. Una maggioranza del 56% è infine convinta che le banche in linea di principio possano influenzare positivamente i propri figli e il loro rapporto con il denaro, scrive l’istituto di credito nella nota.

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