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Disagi psicologici che si riflettono nel piatto

AFP

Digiunare e rimpinzarsi. Autocontrollo e incapacità di controllo. Sono comportamenti estremi che caratterizzano anoressia, bulimia e sindrome da alimentazione incontrollata. In Svizzera sono colpite decine di migliaia di persone. In comune hanno l'ossessione per il cibo.

Il 3,5% della popolazione svizzera afferma di essere stato afflitto da disturbi del comportamento alimentare ad un certo punto della propria vita. Attualmente ne soffre l’1,1% della popolazione, secondo un’inchiesta condotta nel 2012 su un campione rappresentativo di 10’038 persone tra i 15 e i 60 anni.

Su incarico dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), ricercatori dell’università di Zurigo hanno esaminato la prevalenza dei disturbi del comportamento alimentare nella popolazione svizzera. Si tratta dello studio più esteso in questo campo finora realizzato in tutto il mondo.

“Quando si parla di disturbi del comportamento alimentare, la stampa scandalistica tende a far notare che una persona su due ha un disturbo alimentare e che il numero è in aumento in modo esponenziale”, osserva Gabriella Milos, coautrice dello studio e capo del centro per i disturbi del comportamento alimentare nel reparto di psichiatria dell’ospedale universitario di Zurigo.

“Scientificamente, siamo molto più cauti. Per essere veramente in grado di dire se il numero di casi è in aumento o in diminuzione oppure se stagna occorre raccogliere meticolosamente i dati. E questo finora non è stato fatto in Svizzera”, spiega a swissinfo.ch.

Definiti dipendenze o malattie, di sicuro i disturbi del comportamento alimentare sono oggetto di crescente attenzione da parte dei media. Grandi discussioni sono state di recente sollevate dalla pubblicazione nella stampa di stralci delle memorie di una ventenne ricoverata per anoressia e da un’intervista televisiva con Tanja Baumann, un’ex anoressica nel frattempo diventata campionessa del mondo di fitness.

La Baumann, che ora ha 38 anni, ha sofferto di anoressia per sette anni. “Ci si sente come in un luogo buio. Un luogo solitario. Ci si sente in colpa”, racconta a swissinfo.ch. Tanja Baumann crede che lo sport l’abbia aiutata a superare la sua malattia. All’età di 20 anni ha iniziato a competere in gare di fitness. Così ha realizzato di “non poter accrescere la muscolatura senza mangiare”.

Quando il peso è un problema

In Svizzera, dove circa quattro adulti su dieci – il 39% – sono in sovrappeso, con un indice di massa corporea di 25 o più (vedi riquadro a lato), l’Ufficio federale della sanità pubblica ha posto la prevenzione e la cura del sovrappeso fra le priorità. Ma essere in sovrappeso è solo una parte del problema.

I disturbi e i comportamenti alimentari auto-distruttivi costano alla società svizzera sui 200-250 milioni di franchi l’anno, stima il centro per la prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare dell’ospedale universitario di Berna (PEP), che riceve sostegno anche dall’UFSP.

Le persone che soffrono di sindrome di alimentazione incontrollata (binge eating disorder, BED) sono molto più in sovrappeso rispetto a chi non ha disturbi del comportamento alimentare. Quanto ai bulimici, generalmente rientrano nel peso medio, poiché utilizzano vomito e lassativi per liberare i loro corpi dal cibo.

Al contrario le persone anoressiche hanno un peso estremamente basso che può mettere in pericolo la loro vita. Ma i rischi legati al sottopeso sono molto meno riconosciuti dalla società, evidenzia lo studio dell’università di Zurigo.

Migliorare informazione e formazione

Ma come raggiungere coloro che soffrono? Un gruppo di studenti della Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale, nel 2009, ha analizzato i servizi forniti ai pazienti con disturbi del comportamento alimentare nei centri di prevenzione e di trattamento delle dipendenze nella Svizzera tedesca.

Dalla ricerca è emerso che consulenza, terapia ambulatoriale e triage sono ben coperti, ma che occorre fare di più per la prevenzione e la diagnosi precoce. I ricercatori hanno raccomandato di puntare sull’informazione e la formazione di studenti, genitori, insegnanti, medici e membri di club sportivi, nonché sulla pubblicità mirata.

La realizzazione delle raccomandazioni a livello federale appare tuttavia difficile. “La formazione degli insegnanti e di altri operatori nel sistema federale svizzero compete ai cantoni”, ricorda l’UFSP.

Da parte sua, la fondazione pubblica Promozione Salute Svizzera non ha previsto alcuna campagna di sensibilizzazione e prevenzione su questa problematica a livello nazionale o cantonale per il 2013. Come e in che misura l’Ufficio federale della sanità pubblica sarà attivo nel campo dei disturbi alimentari in futuro è “attualmente in fase di chiarimento”.

Aiuto

Attualmente sono disponibili vari trattamenti per chi soffre. Oltre a terapie individuali, ambulatoriali e gruppi di sostegno, ai pazienti che hanno bisogno di aiuto intensivo sono proposte degenze ospedaliere.

“Quando vengono da noi sono relativamente insicuri su come e quanto spesso debbano mangiare, indipendentemente dal fatto che siano sovrappeso, di peso normale o sottopeso”, dice Martina Scheibel, direttrice medica della Clinica Wysshölzli, nel canton Berna. “Devono essere molto convinti delle nostre competenze. Danno la responsabilità a noi”.

In generale, i pazienti che arrivano in una clinica sono motivati a cambiare, dice la dottoressa. A volte qualche paziente che è stato inviato dalla propria famiglia lascia la clinica dopo una breve degenza. Per poi tornare dopo sei mesi, perché “ora vuole venire per se stesso”.

I disturbi del comportamento alimentare sovente pesano su familiari e partner, che si sentono impotenti. “Per le persone vicine alle vittime, in genere è molto difficile assistere e sopportare la situazione”, dice l’Arbeitsgemeinschaft Ess-Störungen, un’associazione per i disturbi alimentari.

La maggior parte dei familiari non sa come comportarsi con il paziente. Discussione e confronto danno un impulso importante, spesso decisivo, alla persona nel cercare aiuto.

Anche i modelli di ruolo possono essere d’aiuto. Tanja Baumann cita la principessa Diana del Galles, che ha lottato contro la bulimia negli anni 1980 e 1990. “Ha fatto veramente una grande cosa aprendosi pubblicamente”. Così chi si trovava nella stessa situazione si è detto: “Io non sono così diversa. Ci sono altri che soffrono. E non abbiamo bisogno di mantenere questo silenzio”.

Spesso i coetanei sono una fonte importante di sostegno, di condivisione delle proprie esperienze e di approfondimenti. Ma non sono solo i medici e gli psichiatri che possono fare star meglio: anche la persona con il problema deve assumersi la propria responsabilità.

Disturbi del comportamento alimentare possono andare avanti per decenni. La durata media è di sei anni. Il messaggio da imparare, secondo la Baumann è: “Tu sei prezioso, qualunque siano la tua forma o le tue dimensioni”.

L’indice di massa corporea (BMI) è comunemente usato per classificare sottopeso, sovrappeso e obesità negli adulti. È calcolato dividendo il peso in chilogrammi per il quadrato dell’altezza in metri (kg/m2). L’Organizzazione mondiale della sanità definisce sottopeso un BMI inferiore a 18,49, peso normale tra 18,5 e 24,99, sovrappeso 25-29,99 e obesi è superiore a 30.

Secondo lo studio dell’università di Zurigo, la prevalenza di anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata nell’arco della vita in Svizzera è rispettivamente dell’1,2%, 2,4% e 2,4% per le donne e 0,2%, 0,9% e 0,7% per gli uomini. Il rapporto tra uomini e donne è di circa 1:3 per la bulimia e il binge eating e di 1:6 per l’anoressia.

Rispetto agli Stati Uniti, la Svizzera sembra avere circa la stessa diffusione di anoressia, più casi di bulimia e una prevalenza molto più bassa di binge eating. Il confronto con gli altri paesi europei non è possibile a causa delle differenze nel modello dello studio e nella dimensione del campione.

Il trattamento dei disturbi di comportamento alimentare può includere la consulenza nutrizionale, approcci di modificazione del comportamento, terapia individuale e di gruppo, terapia di rilassamento, arte-terapia, terapia di lavoro e farmaci. La bulimia risponde bene alla terapia cognitivo-comportamentale e alla psicofarmaco terapia. Gruppi di auto-aiuto e forum internet possono servire come fonte di sostegno.

Nel trattamento ospedaliero, per esempio la Clinica Wysshölzli, nel canton Berna, dispone di 17-19 posti per donne adulte con disturbi del comportamento alimentare. Il trattamento dura al minimo 12 settimane. La durata media è di 19 settimane. La tariffa è 415 franchi al giorno.

(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)

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