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Ospedali universitari più pericolosi delle piccole cliniche

Un paziente su nove contrae un'infezione durante la sua permanenza negli ospedali universitari svizzeri imagepoint

Chi viene ricoverato in un ospedale universitario corre maggiori rischi di contrarre un'infezione o di essere vittima di un errore medico. È quanto risulta da un'inchiesta presentata da Comparis.

Secondo gli esperti, questo studio non avrebbe basi scientifiche. Anche a loro avviso, tuttavia, occorre maggiore informazione e trasparenza per migliorare l’igiene negli ospedali.

I pazienti curati negli ospedali più piccoli sono significativamente più soddisfatti del proprio trattamento, rispetto ai pazienti dei grandi centri ospedalieri. Per quanto riguarda le regioni sono invece le cliniche della Svizzera francese a suscitare minore soddisfazione presso i pazienti.

Queste indicazioni, già contenute in uno studio presentato il 7 agosto da Comparis, sarebbero confermate da una nuova serie di dati pubblicati martedì dall’agenzia online specializzata in studi comparativi.

I dati, raccolti un mese fa interrogando 5800 persone, concernono le infezioni contratte dai pazienti negli ospedali, gli errori medici e i casi di riospedalizzazione.

Rischi più grandi negli ospedali universitari

In base all’inchiesta di Comparis, un paziente su nove (11%) contrae un’infezione negli ospedali universitari, mentre nei piccoli ospedali tale percentuale scende al 6%. Dalla ricerca emerge pure che i pazienti ticinesi sono quelli che hanno contratto il minor numero di infezioni (5% rispetto al 9% dei romandi e al 7% degli svizzero-tedeschi).

I nosocomi a sud delle Alpi si distinguono anche per il basso numero di errori medici. Negli ospedali ticinesi il tasso di errori (8%) raggiunge appena la metà di quelli verificatisi in Romandia (17%) e nella Svizzera tedesca (18%).

Sempre per quanto riguarda gli errori, il maggior numero si registra nell’Ospedale universitario di Zurigo (26%), mentre il minor numero all’Ospedale della Beata Vergine di Mendrisio (4%). La media di tutte le cliniche è del 17%.

Per quanto attiene alle riospedalizzazioni non previste o d’urgenza, un paziente su sei (17%) della Romandia ha dovuto ritornare all’ospedale. Nella Svizzera tedesca tale percentuale è del 12% e nella Svizzera italiana del 15%. Il tasso più alto è detenuto anche in quest’ambito da un ospedale universitario, quello di Ginevra, con il 26% di riospedalizzazioni.

Necessaria maggiore trasparenza

Stando a Comparis, “l’ipotesi che negli ospedali universitari vengano effettuati molto più spesso interventi gravi non trova conferma nelle risposte dei pazienti interpellati”. Per Comparis sussiste un chiaro nesso tra il grado di soddisfazione dei pazienti – oggetto della prima pubblicazione – e quanto scaturito dalle analisi relative a infezioni, riospedalizzazioni ed errori.

“L’analisi dei dati mostra che è possibile spiegare più del 50% della soddisfazione dei pazienti con il tasso combinato di riospedalizzazioni, infezioni ed errori dei singoli ospedali”, affermano gli autori dello studio.

Secondo Richard Eisler, direttore di Comparis, occorre porre fine alla mancanza di trasparenza sulle prestazioni degli ospedali svizzeri. “I pazienti hanno il diritto di poter fondare la scelta dell’ospedale su dei fatti”.

Critiche degli specialisti

L’inchiesta presentata dal sito internet ha sollevato reazioni negative da parte degli ospedali universitari.

Per Kathrin Mühlemann, specialista di infezioni presso l’Ospedale universitario di Berna, il metodo di raffronto e di interpretazione dei dati impiegato da Comparis non è professionale. Anche Jean-Blaise Wasserfallen, direttore medico aggiunto del Centro ospedaliero universitario vodese, si interroga sull’obbiettività e sulla validità scientifica dei dati presentati dall’agenzia.

L’Associazione degli ospedali H+ considera che lo studio rispecchia le valutazioni dei pazienti e non la qualità medica delle cliniche. A detta del direttore Bernhard Wegmüller l’inchiesta può tuttavia stimolare la ricerca di miglioramenti, ad esempio per garantire una maggiore trasparenza.

La necessità di rafforzare la trasparenza viene sostenuta anche da Margrit Kessler, presidente dell’Organizzazione svizzera dei pazienti, secondo la quale gli ospedali dovrebbero rendere pubblici i loro dati.

swissinfo e agenzie

Per l’inchiesta di Comparis sono state interrogati 5’800 pazienti, tra fine giugno e fine luglio 2007, per valutare in che misura erano soddisfatti delle cure ricevute negli ospedali.
Lo studio ha preso inoltre in considerazione il numero di infezioni contratte dai pazienti negli ospedali, gli errori medici e i casi di riospedalizzazione.

In base allo studio, il maggior numero di infezioni si registra presso all’Ospedale di La Chaux-de-Fonds, davanti all’Ospedale universitario di Berna 13%.

Il rischio di infezioni è inoltre più grande nella Svizzera francese (9%), rispetto alla Svizzera tedesca (7%) e italiana (5%).

Per quanto riguarda gli errori, le cifre più alte emergono presso l’Ospedale universitario di Zurigo (26%).

Il tasso di errori (8%) è globalmente più elevato nella Svizzera tedesca (18%), rispetto alla Romandia (17%) e al Ticino (8%).

Il maggior numero di riospedalizzazioni risulta presso l’Ospedale universitario di Ginevra (29%).

Nella Svizzera tedesca tale percentuale è del 12%, nella Svizzera italiana del 15% e in Romandia del 17%.

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