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Orso abbattuto in Svizzera: una convivenza difficile

JJ3 fotografato alla fine di marzo di quest'anno nei pressi di Surava nel canton Grigioni Keystone

L'abbattimento dell'orso JJ3 nel canton Grigioni, considerato pericoloso per la popolazione, ha suscitato numerose proteste in Svizzera e all'estero. Il responsabile federale della sezione caccia Reinhard Schnidrig, spiega a swissinfo le ragioni di questa decisione.

Nonostante gli appelli lanciati sia in Svizzera che all’estero, le autorità grigionesi e quelle federali hanno deciso di abbattere JJ3, un orso maschio di due anni che scorazzava liberamente da mesi tra valli e montagne del canton Grigioni. “Frutto” del progetto di reinsediamento degli orsi nella regione italiana del Trentino, JJ3 era diventato ormai pericoloso anche per popolazione, secondo la spiegazione fornita dal governo di Coira.

A detta di Stefan Engler, membro dell’esecutivo grigionese, era svanita ogni speranza di “rieducare” il giovane plantigrado che aveva sbranato decine di pecore negli ultimi mesi e si avvicinava non di rado a delle abitazioni. Le autorità non potevano quindi assumersi il rischio di vedere l’orso ferire o uccidere delle persone.

L’abbattimento ha sollevato un coro di reazioni e di critiche da parte degli ambientalisti, soprattutto in Svizzera e in Italia. Per il WWF svizzero si è persa un’occasione per sperimentare la convivenza tra uomo ed orso. Secondo Pro Natura, il fatto che l’orso non manifestasse più un grande timore nei confronti dell’uomo non costituiva necessariamente un pericolo.

Da parte sua, Legambiente ha parlato di un “atto barbaro”, che dimostra la necessità di non lasciare in mano ai singoli Stati la tutela dei predatori. L’organizzazione ambientalista italiana invita quindi Svizzera e Italia a firmare la Convenzione internazionale delle Alpi, dal momento che questo importante documento di tutela della natura alpina non è stato ancora ratificato da Berna e Roma.

Per capire le ragioni che hanno portato all’abbattimento dell’orso, swissinfo ha avvicinato Reinhard Schnidrig, capo della Sezione caccia, fauna selvatica e biodiversità nel bosco presso l’Ufficio federale dell’ambiente.

swissinfo: L’abbattimento di JJ3 può essere considerato indicativo della strategia che la Svizzera intende seguire nel rapporto con i predatori?

Reinhard Schnidrig: Una decisione come questa non costituirà la regola per quanto riguarda la gestione dei predatori. L’abbattimento rappresenta solo l’ultima opzione, quando un animale non si comporta in modo conforme. Può essere il caso dell’orso, se diventa un rischio troppo grande e non possiamo più garantire la sicurezza della popolazione.

Nel caso del lupo o della lince, una simile decisione viene adottata tendendo conto normalmente dei danni provocati da ogni singolo esemplare. Se non possiamo proteggere sufficientemente il bestiame, allora non ci resta che l’opzione di abbattere il predatore responsabile dei danni.

swissinfo: Non bisognerebbe piuttosto ammettere che la Svizzera dispone di un territorio troppo piccolo e troppo popolato per sopportare la presenza di questi animali predatori?

R.S.: La convivenza tra uomo e animali predatori funziona piuttosto bene in Svizzera. La lince si è reinsediata circa 30 anni fa sul suolo elvetico e da allora non vi sono stati grandi problemi. Il lupo penetra sul territorio elvetico soprattutto da sud e sudovest. Entro pochi anni dovrebbe cominciare a ripopolarsi, dal momento che dispone in Svizzera di uno spazio sufficiente per vivere e nutrirsi.

Per gli orsi la convivenza può essere più complessa. Si tratta di un animale in grado di adeguarsi e di imparare molte cose. Vi sono però degli esemplari, come JJ3, che assumono un comportamento problematico già da piccoli e perdono rapidamente ogni timore nei confronti dell’uomo. Se cominciano ad avvicinarsi ripetutamente ai villaggi per procurarsi del cibo, allora la convivenza diventa molto pericolosa.

Ciò non significa però che in Svizzera non vi sia uno spazio sufficiente per permettere all’orso di vivere in libertà. Sono convinto che in futuro anche in Svizzera vi sarà una presenza permanente dell’orso.

swissinfo: Non vi erano soluzioni alternative all’abbattimento di JJ3?

R.S.: Prima di adottare una simile decisione vengono chiaramente sperimentate altre soluzioni. Nel caso di JJ3 abbiamo cercato già da diversi mesi di “rieducarlo”. Abbiamo utilizzato ad esempio proiettili di plastica e petardi rumorosi, nella speranza di spingerlo ad avere nuovamente timore nei confronti dell’uomo. Questi tentativi non hanno avuto purtroppo successo con JJ3, ma possono sicuramente funzionare con altri esemplari.

Per contro non ha nessun senso mettere in gabbia per qualche tempo un orso considerato pericoloso. Generalmente questi animali sviluppano delle anomalie nel loro comportamento e cominciano semplicemente a vegetare. È stato il caso ad esempio di Jurka, la madre di JJ3, rinchiusa in una gabbia nel Trentino.

La decisione di abbattere un orso richiede in ogni caso una maggiore responsabilità, rispetto a quella di metterlo semplicemente in una gabbia.

swissinfo: Nel canton Grigioni vi è attualmente un altro orso in libertà. In che modo intendete agire nei suoi confronti?

R.S.: Sì, si tratta di MJ4, un orso maschio di tre anni. Questo esemplare è molto timido e ha un comportamento più normale: cerca da solo la sua nutrizione tra le foreste e non abbandona le montagne. Quando incontra della gente preferisce scappare rapidamente e finora si è avvicinato solo di rado a delle abitazioni in alta montagna. Ha provocato alcuni danni al bestiame, ma si tratta di cose inevitabili se si vuole convivere con gli orsi. MJ4 non suscita grandi preoccupazioni.

swissinfo, intervista a cura di Alexander Künzle
(traduzione e adattamento di Armando Mombelli)

L’orso bruno (ursus arctos), la cui popolazione mondiale è stimata a 200’000 esemplari, è diffuso in Europa, Asia e Nord America.

In Europa le stime parlano di 50’000 orsi, 37’000 dei quali in Russia. Le altre popolazioni di rilievo (più di 1000 esemplari) si trovano nei Carpazi, nella Penisola Balcanica e in Scandinavia.

Piccole popolazioni figurano nei Cantabrici (50 orsi), nei Pirenei (10-11) e in Abruzzo (40-50). In Trentino, dove si trovava l’ultima popolazione autoctona delle Alpi, ci sono oggi una ventina di esemplari.

L’ultimo orso “svizzero” è stato abbattuto il 1° settembre 1904 da un gruppo di cacciatori nella Bassa Engadina (canton Grigioni).

Nel secolo scorso, l’ultimo orso in libertà è stato visto nel 1923 nell’Alta Engandina.

Si è dovuto poi aspettare fino al 2005 per assistere al ritorno di questo plantigrado sul territorio elvetico: nel luglio di tre anni fa si era trasferito per alcuni mesi in Svizzera JJ2, un orso venuto dal parco nazionale italiano dell’Adamello Brenta.

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