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Apre Baselworld senza il gruppo Swatch

Si è aperta la 102esima edizione del Salone mondiale dell'orologeria e della gioielleria Baselworld. Swatch Group, che fino allo scorso anno è stato l'espositore più importante con marchi come Omega, Longines, Tissot e Blancpain, diserta la manifestazione. 

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“I nostri marchi non hanno bisogno di Baselworld per presentare i loro prodotti ai rivenditori”, ha detto il Ceo Nick Hayek la scorsa settimana in occasione della conferenza stampa annuale di Swatch Group.

La partecipazione alla fiera costa molto. Swatch Group, che era rappresentato a Basilea con la maggior parte dei suoi 18 marchi, ha sborsato circa 50 milioni di franchi all’anno, ossia l’8% delle spese di marketing del gruppo.

Altre defezioni

In base all’elenco fornito dagli organizzatori, a Baselworld quest’anno saranno presenti in totale circa 500 espositori, contro i 700 del 2018. L’anno prima ancora la manifestazione aveva accolto un migliaio di espositori.

Ma gli altri ci sono…

Nonostante le defezioni, la fiera ha ancora molto da offrire ai visitatori. Pilastri importanti come Rolex, Patek Philippe, Chopard, Chanel, Breitling, Gucci, Carl. F. Bucherer o i marchi del gruppo francese LVMH (Bulgari, Tag Heuer, Hublot e Zenith) per ora rimangono fedeli al salone, ma chiedono cambiamenti.

Fiera importante per i più piccoli

Per gli espositori più piccoli, la fiera rimane importante per potersi presentare ai concessionari e al pubblico, ha indicato all’agenzia di stampa finanziaria AWP Olivier Bovet, responsabile marketing presso la manifattura orologiera Mauron Musy di St. Aubin. Anche se la partecipazione alla fiera costa 30 mila franchi, il marchio a Basilea realizza tra il 50% e l’80% del suo fatturato annuo.

Cambiamenti in vista

Anche per Baselworld sono previste innovazioni. Ai gioiellieri sarà data maggiore attenzione, ci sarà più spazio per i giornalisti e saranno effettuati investimenti anche nel settore della ristorazione. Inoltre, la fiera sta avviando partnership con gli hotel per abbassare i prezzi eccessivamente elevati dei pernottamenti.

Situazione tesa

Il contesto di mercato per l’industria orologiera rimane teso: pesano in particolare la controversia commerciale ancora irrisolta tra Stati Uniti e Cina, le turbolenze attorno alla Brexit e le preoccupazioni congiunturali. Tutto ciò che offusca il morale dei consumatori si riflette negativamente sul settore.

La crescente incertezza traspare anche dalle esportazioni di orologi svizzeri nel 2018: dopo un forte avvio, la loro crescita ha subito un notevole rallentamento verso la fine dell’anno. L’export di orologi per l’intero anno è comunque aumentato del 6%, superando i 21 miliardi di franchi, e anche all’inizio del 2019 gli affari risultano in espansione.

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