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Trump invia i federali in diverse città USA

Il presidente americano al pulpito mentre parla con dei giornalisti in sala stampa
Oltre ad aggiornare sulla crisi pandemica, il presidente ha lanciato in conferenza stampa l'iniziativa anti-crimine chiamata 'Operation Legend'. Keystone / Sarah Silbiger / Pool

Il presidente statunitense Donald Trump ha inviato centinaia di agenti federali in diverse città USA, dopo che mercoledì in un'imboscata durante un funerale a Chicago sono stati esplosi 60 colpi d'arma da fuoco e 14 persone sono rimaste ferite. "Questo bagno di sangue deve finire. Invieremo agenti federali a Chicago e Albuquerque", oltre a Kansas City dove sono già stati dispiegati, aveva annunciato mercoledì.

Ma quello che secondo Trump è un intervento necessario a placare le violenze nelle città teatro da settimane di manifestazioni e proteste -“Il mio compito come presidente è proteggere gli americani”- per le autorità locali è un “abuso di potere”. 

“Tattiche da regime”

Poco prima dell’annuncio del dispiegamento, quindici sindaci -tra i quali quella di Chicago e gli omologhi di Atlanta, Washington DC e Los Angeles- hanno pubblicato una lettera aperta chiedendo il ritiro delle truppe da Portland, Oregon, e l’abbandono del piano della Casa Bianca di inviare para-militari in altre città democratiche senza l’approvazione delle autorità locali. “Queste sono tattiche che ci aspettiamo da regimi autoritari, non nella nostra democrazia”.

Ma il capo della Casa Bianca definisce le autorità locali “estremisti” alla guida di città “dove non c’è più la legge”, ostaggi di quella “sinistra radicale”, che “vuole tagliare i fondi e abolire la polizia”.

Onore alla polizia

“Io invece la ringrazio e la onoro”, ha messo in evidenza Donald Trump, secondo il quale il balzo della criminalità nelle metropoli statunitensi è proprio legato al recente trend di insulti e critiche alla polizia seguiti alla morte dell’afroamericano George Floyd per mano della polizia di Minneapolis.

Specchietto riassuntivo dell aumento del crimine in alcune città USA.
RSI-SWI

L’aumento dei crimini violenti, gli fa eco il ministro della Giustizia William Barr, è la “reazione estrema alla demonizzazione della polizia”.

Intanto, un sondaggio di Washington Post/ABC rileva che solo il 40% degli americani sostiene la riduzione dei fondi alla polizia -cui Trump si oppone fermamente- e allo spostamento di risorse verso i servizi sociali. Per il presidente è un punto di forza su cui far leva per la rielezione: la campagna elettorale lo vede al momento indietro rispetto a Joe Biden.

Guerra tra bande

La sparatoria di Chicago è risultata essere un episodio di guerra tra bande, secondo la polizia che ha fermato una persona.

Secondo le ricostruzioni, un’auto nera ha aperto il fuoco contro una piccola folla nei pressi di un’agenzia di pompe funebri nell’area di South Side, scatenando la reazione immediata dei partecipanti alla commemorazione. “Sembrava di essere in guerra”, riferiscono alcuni testimoni oculari.

I colpi sparati sono stati in tutto 60. L’auto ha continuato a sparare in movimento fino a che non si è schiantata qualche isolato dopo. I passeggeri, tre o quattro, si sono immediatamente dati alla fuga, disperdendosi in tutte le direzioni.

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La sindaca di Chicago Lori Lighfoot ha invitato tutti coloro che hanno informazioni su quei “codardi” che hanno aperto il fuoco contro un funerale a farsi avanti. “Troppe persone hanno sofferto. Troppe persone hanno partecipato a funerali. Quando una persona impugna una pistola, noi come città ne soffriamo. E questo non è quello che siamo”.

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