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La Svizzera, un’isola di resistenza al 5G

Construction d une antenne de téléphonie
Per coprire completamente la Svizzera con il 5G sarebbero necessarie circa 15'000 antenne supplementari. I lavori sono già iniziati. © Keystone / Peter Klaunzer

Mentre gli annunci pubblicitari fioriscono, le antenne spuntano un po’ ovunque e nuovi telefoni fanno la loro apparizione, alcuni irriducibili svizzeri resistono all’arrivo della rete 5G. Come in nessun altro paese, a quanto pare.

“Non ci opponiamo per principio al 5G. Ma oggi non disponiamo di risposte sufficienti riguardo ai potenziali effetti sulla salute di questa tecnologia”, sottolinea Alberto Mocchi, presidente dei Verdi del Canton Vaud. Il suo partito ha appena pubblicato una guidaCollegamento esterno per aiutare i comuni e i cittadini a inoltrare ricorsi contro la costruzione di nuove antenne 5G.

Una posizione tutt’altro che isolata. Secondo un sondaggio pubblicato a metà aprile dalla rivista L’Illustré, il 65% della popolazione della Svizzera romanda teme che le onde 5G possano nuocere alla salute. A livello nazionale la percentuale è del 54%, dato che la maggioranza svizzero-tedesca sembra un po’ più fiduciosa.

Ma il movimento di opposizione sta attraversando la frontiera linguistica. Dopo i cantoni di Vaud, Ginevra, Neuchâtel e Giura, che hanno accettato il principio di una moratoria o l’hanno di fatto introdotta, prossimamente la questione sarà discussa anche dai parlamenti cantonali di Berna, San Gallo e Svitto.

Voci critiche contro le nuove antenne sono state espresse da politici anche nelle città di Sciaffusa, Lucerna e di diversi comuni grigionesi. L’opposizione proviene pure dalla società civile: due petizioni online lanciate nella Svizzera romandaCollegamento esterno e nella Svizzera tedescaCollegamento esterno, sotto l’insegna “Stop 5G”, hanno già raccolto circa 60’000 e risp. 20’000 firme. I promotori hanno inoltre indetto una manifestazione nazionale a Berna per il 10 maggio.

Tuttavia, la Confederazione non vuole cedere. Venerdì 3 maggio ha pubblicato un comunicatoCollegamento esterno (solo in versione tedesca), in cui viene definita illegale qualsiasi moratoria cantonale o comunale.  

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Troppo rapidamente?

Gli svizzeri sono i campioni del mondo nella resistenza alle reti 5G? “Opposizioni sorgono anche altrove. Non dimentichiamo la richiesta di moratoriaCollegamento esterno lanciata nel 2017 da 170 scienziati di 37 paesi”, risponde Alberto Mocchi. “Ma si tratta di movimenti di cittadini, vi sono meno interventi a livello politico. D’altra parte, in Svizzera siamo fortunati di avere la democrazia diretta: vi è meno dirigismo rispetto ad altri paesi e i cittadini possono facilmente far valere i loro diritti”, aggiunge il presidente dei Verdi vodesi.

A livello politico, è soprattutto il suo partito a guidare l’opposizione, affiancato dai suoi alleati di sinistra e, in alcuni Cantoni, dai conservatori dell’Unione democratica di centro (UDC). La principale critica mossa alla Confederazione è di aver autorizzato l’installazione delle nuove antenne, mentre sono ancora poco conosciuti i rischi della tecnologia 5G.

Poco prima di lasciare il governo, la ministra delle comunicazioni Doris Leuthard aveva creato un gruppo di lavoroCollegamento esterno per studiare la questione. Il suo rapporto è previsto però solo in estate, mentre l’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) ha già venduto le concessioni 5G in febbraio.

380 milioni di euro per 3 operatori

Come nel 2012 per il 4G, le concessioni per il 5G sono state messe all’asta su Internet. L’UFCOM ha venduto 43 blocchi di frequenza, tra 700 MHz e 3,5 GHz, che possono essere utilizzati fino alla fine del 2033, sia per l’estensione del 4G che per l’impiego del 5G.

Dei quattro operatori che potevano partecipare all’asta, tre si sono divisi il mercato svizzero: Swisscom ha pagato 195,5 milioni di franchi, Salt. 94,5 milioni e Sunrise 89,2 milioni (cifre arrotondate). La vendita ha generato 380 milioni di introiti per la Confederazione.

La Svizzera è uno dei primi paesi al mondo ad attribuire le concessioni 5G.

Un errore politico? Alla domanda, Silvia Canova, portavoce dell’UFCOM, risponde (per iscritto) con argomentazioni prettamente giuridiche. Secondo lei, il rapporto del gruppo di lavoro “non è legato all’introduzione del 5G. L’installazione di antenne può essere autorizzata a condizione che siano rispettate le disposizioni della legge sull’ambiente, dell’ordinanza sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti e della normativa sull’edilizia”.

E se il gruppo di lavoro dovesse concludere che esiste effettivamente un rischio per la salute? “L’attuale quadro giuridico, che disciplina già la costruzione e l’esercizio di nuove antenne e i limiti di radiazione, si applica anche al 5G”, indica la portavoce dell’UFCOM. In caso di successivi adeguamenti, questi ultimi sono di competenza dell’Ufficio federale dell’ambiente.

La grande paura delle onde…

L’arrivo di questa nuova tecnologia risolleva apprensioni che si manifestano già da molto tempo: già al momento dell’apparizione della radio, alcune persone avevano messo in guardia contro gli effetti delle onde radiofoniche. Il 5G, con la sua potenza moltiplicata per dieci e le sue 15’000 antenne, da aggiungere alle 18’500 già esistenti in Svizzera, fa rivivere timori emersi alcuni anni fa con l’avvento della telefonia mobile. E ognuno esprime le proprie visioni, come questo lettore di 20 minuti, che risponde a un altro lettore preoccupato: “Prova a cucinare un uovo con un forno da 100 watt posto a 100 metri di distanza. Potresti aspettare a lungo!”.

Le autorità reagiscono in modo sereno: gli standard per l’elettrosmog sono molto più severi in Svizzera che nel resto d’Europa. Gli operatori intendono d’altronde richiedere maggiore flessibilità in modo che il paese possa trarre il massimo vantaggio dal 5G. E sui loro siti pubblicano numerose perizie scientifiche rassicuranti.

…e quello delle spie cinesi

Vi è un altro timore, espresso dai parlamentari contrari al 5G, soprattutto nelle file dell’UDC: per costruire le loro reti, gli operatori si affidano a gruppi stranieri, vale a dire gli scandinavi di Ericsson e Nokia e i cinesi di Huawei. C’è il rischio che questi ultimi ne approfittino per trasformare la rete mobile in uno strumento di spionaggio?

La prospettiva non sembra spaventare troppo l’ecologista Alberto Mocchi. Per lui, “a priori, la Confederazione e i servizi segreti sono in grado di dare l’allarme in caso di necessità”. L’UFCOM indica che la Confederazione “non ha i mezzi legali per influenzare la scelta dei fornitori di prestazioni”, con i quali gli operatori lavorano. Gli operatori sono inoltre “responsabili dell’integrità e della sicurezza delle loro reti e devono garantire la segretezza delle telecomunicazioni e la protezione dei dati”.

G per generazione

5G è la quinta generazione dello standard GSM per la trasmissione mobile di dati. Questa volta, non riguarderà solo i telefoni, ma anche gli oggetti collegati e la futura smart city. Per l’utente medio, il 5G dovrebbe rendere più rapidi e fluidi i collegamenti che passano attraverso il suo cellulare.

Il 5G non sostituirà immediatamente il 4G, che a sua volta non ha ancora soppiantato il 3G. I primi apparecchi della nuova generazione hanno attirato l’attenzione alle fiere tecnologiche dell’inizio dell’anno.  I produttori cinesi di cellulari Huawei, Xiaomi e OnePlus, i coreani Samsung e LG, il giapponese Sony hanno annunciato che apparecchi telefonici saranno disponibili tra questa estate e la fine dell’anno. Per quanto riguarda Apple, il suo iPhone 5G dovrebbe arrivare solo l’anno prossimo.

Traduzione di Armando Mombelli

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