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Ondate di calore e salute umana

La canicola dell’estate 2003 verrà ricordata a lungo soprattutto per l’ecatombe di decessi registrati in tutta Europa: oltre 20 mila.

Per anziani, bambini ed ammalati il caldo è un fattore a rischio, che aumenta per coloro che vivono nelle grandi città.

Mentre uragani e alluvioni sono considerati a pieno titolo eventi catastrofici, i governi stentano ancora a riconoscere la gravità di un fenomeno estremo altrettanto pericoloso: le ondate di calore.

Il caldo dell’estate scorsa ha ucciso soprattutto in in Francia, dove i decessi connessi sono stati stimati attorno ai 13.700.

Grossi tributi in vite umane sono stati pagati anche in Italia, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Olanda, Portogallo e Belgio.

Meccanismi naturali di raffreddamento

L’organismo umano possiede dei meccanismi naturali di raffreddamento che entrano in azione quando la temperatura atmosferica supera una certa soglia: attraverso l’evaporazione del sudore, il corpo dissipa calore.

Non sempre, però, questi meccanismi funzionano correttamente.

Le persone anziane e i bambini al di sotto dei quattro anni d’età tendono a sudare di meno. Gli anziani, inoltre, avvertono meno dei giovani lo stimolo della sete e quando fa molto caldo sono portati a bere meno di quello che dovrebbero.

L’assunzione di alcolici, bevande che contengono caffeina e alcuni farmaci (antidepressivi e farmaci per la cura del morbo di Parkinson) compromettono l’efficienza dei meccanismi di raffreddamento.

Infine, chi ha la febbre o soffre di disturbi cardiocircolatori o respiratori cronici è più esposto ai danni del calore eccessivo.

Isole di calore

La maggior parte dei decessi dell’estate scorsa si è verificata nelle città, dove la temperatura ha superato in media anche di dieci gradi quella delle campagne.

Le città, a causa della loro struttura, sono delle isole di calore: i materiali usati nella costruzione degli edifici e l’asfalto nero delle strade di giorno assorbono i raggi del sole e di notte non si raffreddano.

I motori delle automobili e dei condizionatori d’aria contribuiscono ad aumentare la temperatura media, mentre l’inquinamento atmosferico provoca un effetto serra locale che si somma a quello globale e acuisce i problemi respiratori degli anziani e dei malati cronici.

swissinfo, Maria Cristina Valsecchi

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