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“Non mi si dà il diritto di essere madre con una donna che amo”

Nonostante la possibilità di adottare i figli del parnter, le famiglie arcobaleno sono ancora discriminate dalla legge in Svizzera. © Keystone / Gaetan Bally

Un percorso insidioso attende gli omosessuali che desiderano diventare genitori in Svizzera. Tra lacune e procedure complicate, la legge è ancora lungi dal garantire loro la parità di trattamento. Le coppie dello stesso sesso ripongono le loro speranze nel progetto di matrimonio civile per tuttiCollegamento esterno, di cui si occuperà il nuovo parlamento uscito dalle elezioni federali del 20 ottobre.

“Per tanto tempo mi sono detta che non ne avevo il diritto. La mia compagna, invece, ha cominciato molto presto a parlare della possibilità di avere un figlio”, ricorda Véronique. Dopo molte riflessioni, lunghe e costose pratiche e tante emozioni, Véronique e Julie*, in unione registrataCollegamento esterno dal 2013, hanno realizzato il loro desiderio comune di fondare una famiglia.

Banca di sperma all’estero

In Svizzera, l’accesso alla procreazione medicalmente assistita (PMACollegamento esterno) è riservato alle coppie eterosessuali sposate. Le due donne, che vivono nel cantone di Berna, hanno vagliato diverse alternative. “Prima di tutto abbiamo pensato ad una donazione privata di sperma e abbiamo chiesto ad una coppia di uomini. Ma per finire non erano interessati al progetto”, spiega Véronique.

Avere più di due genitori?

“L’ideale sarebbe avere quattro genitori”, dice Fabien*. Il 45enne bernese, in coppia con un uomo, è padre di un figlio di sette anni. “Sua madre è la mia migliore amica da quando ero adolescente. Siamo entrambi omosessuali e desideravamo essere genitori”, spiega. In questo caso, non è stata necessario ricorrere alla PMA e neppure a una procedura di adozione. Fabien e la sua migliore amica hanno costruito insieme il loro progetto di co-genitorialità. I loro rispettivi partner non sono sempre stati coinvolti e non possono essere riconosciuti come genitori dalla legge, che vieta di avere più di due genitori. “Tuttavia, questa sarebbe una prassi da riconsiderare, perché oggi non è raro vedere bambini che crescono con più di due adulti, sia in famiglie arcobaleno che in altre famiglie”, rileva Fabien. Attualmente, tuttavia, nessun Paese concede la possibilità di avere più di due genitori legali.

*nome fittizio

Véronique e Julie si sono quindi rivolte ad una clinica della fertilità a Londra. “Abbiamo notato che la legislazione inglese in questo campo è simile a quella svizzera; la donazione non è anonima. Nostra figlia potrà, se lo desidera, ottenere informazioni sul suo donatore quando sarà maggiorenne. Una condizione che consideravamo determinante”, spiega Véronique.

Per l’inseminazione, era necessario pianificare un viaggio nella capitale britannica al momento giusto del ciclo ormonale di Véronique. La donna è rimasta incinta al primo tentativo. “Siamo state fortunate”, commenta. Véronique e Julie ora sono madri di una bambina di tre anni. Tuttavia, il loro percorso per essere considerate dalla legge come una famiglia non è finito.

Procedura intrusiva, lunga e costosa

Fino alla fine del 2017, solo Véronique, la madre biologica della bambina, poteva essere riconosciuta come genitrice legale. In seguito alla revisione del diritto svizzero in materia di adozioneCollegamento esterno, entrata in vigore il 1° gennaio 2018, è ora possibile per gli omosessuali adottare il figlio del partner.

Ma per essere riconosciuta dalla legge come madre della bambina, Julie ha dovuto intraprendere una procedura di adozione, che è ben lungi dall’essere una semplice formalità amministrativa. In primo luogo, la legislazione impone alcuni criteri preliminari: i genitori devono aver condiviso tre anni di vita insieme e il bambino deve avere un anno di età.

“Da un lato, questo termine permette alle autorità di garantire che entrambi i genitori siano effettivamente legati al bambino”, rileva Véronique. Tuttavia, i problemi potrebbero sorgere in caso di morte della madre biologica, osserva. “I miei genitori potrebbero, per esempio, volere il bambino. Nel nostro caso, per fortuna, questo non accadrebbe, perché le nostre famiglie ci sostengono”.

La procedura varia a seconda del cantoneCollegamento esterno. In primo luogo, si deve richiedere tutta una serie di documenti, tra cui un estratto del casellario giudiziario, un certificato della procura, una copia della notifica di tassazione, un certificato medico, una biografia dettagliata, ecc. Viene poi condotta un’indagine sociale all’interno della famiglia, che comporta una visita a domicilio e talvolta anche un’audizione del bambino se ha più di sei anni. Il costo della procedura va da un migliaio a oltre 3500 franchi, a seconda dei cantoni.

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Dispositivo inadeguato

Il sistema è lo stesso di quello creato nel 1973 per le famiglie ricomposte. “Nella maggior parte dei casi, è il patrigno che adotta i figli della moglie, mentre il padre biologico è sconosciuto, deceduto o non si assume alcuna responsabilità. Una procedura che non è affatto adatta alla realtà delle famiglie arcobaleno”, spiega Catherine Fussinger, co-presidente della Federazione Famiglie ArcobalenoCollegamento esterno

“A volte mi fa arrabbiare essere trattata come qualcuno che deve dimostrare di essere pulito”.
Véronique *

L’organizzazione cerca al contempo di sensibilizzare le autorità sulle specificità delle famiglie omosessuali e di sostenere queste ultime. Famiglie Arcobaleno non è a conoscenza di procedure sfociate su una decisione negativa, ma molte domande sono pendenti. “La lunga attesa prima di giungere all’adozione sconvolge l’unità e l’identità della famiglia”, ha deplorato Maria von Känel, direttrice dell’organizzazione, in una recente conferenza stampaCollegamento esterno. Senza parlare del fatto che la procedura deve essere ripetuta per ogni nuovo figlio della famiglia.

Per il momento, Veronique e Julie sono ancora in attesa di una risposta delle autorità alla loro richiesta. Un periodo durante il quale la loro famiglia non dispone di una copertura legale adeguata. “A volte mi fa arrabbiare essere trattata come qualcuno che deve dimostrare di essere pulito. Se fossi una donna single, mi sarebbe riconosciuto il diritto di essere madre, ma non mi viene riconosciuto con una donna che amo”, lamenta Veronique.

coppia di donne che indossano vestiti da spose che si baciano.
“Non sposate dal 2013 per motivi politici”: il movimento Operation Libero aveva fatto campagna nel luglio 2018 per rivendicare il diritto al matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Keystone / Anthony Anex

Il matrimonio per tutti, la soluzione

Per porre fine alle disuguaglianze persistenti, le associazioni per i diritti LGBTIQ sostengono l’introduzione di un matrimonio civile per tuttiCollegamento esterno, che garantirebbe agli omosessuali gli stessi diritti degli eterosessuali. Ciò include l’accesso all’adozione, nonché l’accesso alla PMA e alla doppia filiazione dalla nascita per le coppie lesbiche. In questo modo, non sarebbe più necessario ricorrere ad una procedura di adozione, la coniuge della madre biologica sarebbe automaticamente riconosciuta come seconda genitrice legale.

Il ricorso alla maternità surrogata continuerà ad essere vietato in Svizzera, come nella maggior parte dei Paesi europei. Tuttavia, alcune coppie di uomini eludono la legge viaggiando all’estero per farlo. Molti uomini optano anche per un progetto di co-genitorialità con una donna.

Sul fronte politico, la situazione rimane incerta. Il 30 agosto scorso la Commissione affari giuridici del Consiglio nazionale (Camera del popolo) si è pronunciata a favore dell’apertura del matrimonio alle coppie omosessuali, escludendo tuttavia la possibilità di utilizzare la PMA. Questo nonostante che durante la procedura di consultazione la possibilità di ricorrere alla donazione di sperma avesse raccolto i favori della maggior parte dei partiti.

Spetterà ora al Consiglio nazionale prendere una decisione, al più presto nel marzo 2020. La palla è quindi nel campo del nuovo parlamento.

*nomi fittizi


E all’estero?

La Federazione Famiglie Arcobaleno evidenzia che sui venti Paesi dell’Europa occidentale, undici accordano alle coppie dello stesso sesso non solo il diritto di sposarsi, ma anche tutti i diritti genitoriali correlati, cioè l’adozione intra ed extrafamiliare, l’accesso alla PMA e il riconoscimento della doppia filiazione di entrambi i genitori alla nascita.

La Svizzera è uno dei quattro Paesi dell’Europa occidentale che concede meno diritti ai partner omosessuali. Alle sue spalle ci sono solo Grecia, Italia e Liechtenstein, che concedono alle coppie omosessuali il diritto di entrare in un’unione civile ma negano loro tutti i diritti genitoriali, come mostra questo grafico.

“Il nostro Paese è circondato male dai suoi grandi vicini”, dice Catherine Fussinger. Infatti, Francia e Germania hanno aperto il matrimonio a coppie dello stesso sesso, ma queste non hanno ancora accesso alla PMA. Tuttavia, dopo accesi dibattiti e manifestazioni degli oppositori, la Francia potrebbe fare il grande passo l’anno prossimo; l’Assemblea Nazionale ha appena detto “sì” alla PMA per tutte, mentre il Senato dovrebbe decidere nel gennaio 2020.

Fonte: Federazione Famiglie ArcobalenoCollegamento esterno

(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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