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Ombre sul passato di Papa Ratzinger

Benedetto XVI durante una messa in suffragio di Pio XII a 50 anni dalla sua morte nell ottobre 2008.
Benedetto XVI durante una messa in suffragio di Pio XII a 50 anni dalla sua morte nell'ottobre 2008. Keystone / Ettore Ferrari

Il Papa emerito Benedetto XVI, al secolo Joseph Aloisius Ratzinger, quando era alla testa dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga non avrebbe agito per impedire abusi in quattro casi. È quanto emerge dal rapporto presentato oggi, giovedì, dallo studio legale Westpfahl Spilker Wastl, incaricato dall'attuale arcivescovo Reinhard Marx di indagare sugli abusi su minori commessi nell'arcidiocesi a partire dal 1945 e fino al 2019.

Ratzinger, che prima di diventare prefetto della congregazione per la dottrina della fede e poi pontefice aveva diretto l’arcidiocesi bavarese dal 1977 al 1982, non avrebbe agito per impedire abusi in quattro casi. Un’accusa che il 94enne Papa emerito respinge in un documento di 82 pagine che ha inviato agli autori del rapporto. La sua smentita viene giudicata dai giuristi che hanno scritto il testo “non credibile”.

In due di questi casi si trattò di persone punite dal sistema giudiziario ma mantenute in un ruolo pastorale senza limiti e senza sanzione canonica. Il terzo è quello di un religioso condannato all’estero e poi entrato al servizio dell’arcidiocesi: stando al rapporto, Ratzinger doveva essere a conoscenza del suo passato, ha spiegato il giurista Martin Pusch.

Il caso che più aveva fatto discutere sin dal 2010 e ancora alla vigilia della presentazione, tuttavia, è quello di don Peter Hullermann, autorizzato a riprendere la sua attività dopo essersi sottoposto a una terapia nel 1980, quando era stato trasferito dal Nord Reno-Vestfalia alla Baviera. Nel 1986 venne condannato a una pena sospesa perché recidivo nelle sue molestie. Ciononostante, restò attivo fino al 2010. Stando alla Chiesa, il suo caso non arrivò mai alle orecchie di Ratzinger, ma venne trattato a un livello gerarchico inferiore. Questa vicenda da sola occupa 370 delle 1’700 pagine della perizia.

Al già citato Marx vengono rimproverati errori di comportamento in due casi, a Friedrich Wetter (in carica prima di lui e dopo Ratzinger) in 21 occasioni. Anche lui nega di aver agito in modo sbagliato. La piaga della pedofilia aveva indotto Marx a dimettersi dall’incarico lo scorso giugno, ma Papa Francesco aveva respinto le sue dimissioni. L’attuale guida della diocesi non era presente alla presentazione del rapporto, cosa che gli autori hanno deplorato.

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Quasi 500 vittime

In totale le ricerche hanno permesso di identificare almeno 497 vittime, per lo più giovani di sesso maschile, nel 60% dei casi fra gli 8 e i 14 anni ai tempi dei fatti. Gli autori furono almeno 235: 173 preti, 5 referenti pastorali e altre 48 persone in ambito scolastico. Il documento ribadisce come molti preti e diaconi non siano stati sollevati dai rispettivi incarichi neanche dopo essere stati accusati di abusi. Le dissimulazioni furono sistematiche e anche in tempi recenti, dopo che lo scandalo pedofilia era scoppiato pure in Germania una decina di anni fa, “la presa a carico delle vittime è stata insufficiente”.

L’arcidiocesi prenderà posizione su quanto presentato la prossima settimana. Quattro anni fa, un rapporto aveva svelato che almeno 3’677 bambini avevano subito abusi ad opera di un migliaio di membri del clero tedesco dopo la Seconda guerra mondiale. La maggior parte degli autori non era mai stata sanzionata. Da allora, ogni diocesi ha dato mandati per inchieste locali.

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