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Il Ticino all’ascolto della sua diaspora

Emigranti ticinesi in rotta per la California. swissinfo.ch

Il canton Ticino vuole interagire con i suoi espatriati sparsi in tutto il mondo. E lo fa accedendo alla piattaforma SwissCommunity.org dell'Organizzazione degli Svizzeri all'estero (OSE).

«Il Ticino è il primo cantone latino ad entrare a fare parte di questa comunità virtuale», ha affermato il 4 ottobre il presidente del Consiglio di Stato ticinese Marco Borradori, in occasione della presentazione di OltreConfiniTI.

Il Ticino sarà anche il primo cantone in Svizzera a gestire autonomamente la propria pagina, da Bellinzona. Infatti Zurigo, Lucerna e Argovia, che sono già attivi su SwissComunity.org, si accontentano di trasmettere le loro indicazioni al gestore del sito a Berna senza intervenirvi direttamente.

Nel presentare il progetto, il Consigliere di Stato ticinese ha fatto notare che «sui circa 700’000 svizzeri che vivono all’estero, 100’000 sono di origine ticinese. Il progetto consentirà loro di stabilire contatti regolari con il loro cantone».

Marco Borradori ha altresì sottolineato che «il Ticino stesso avrà così modo di conoscere meglio la storia della sua emigrazione, punto cardine della sua propria storia».

L’emigrazione più significativa della Svizzera

L’emigrazione ticinese è senza dubbio una delle più significative e la più massiccia della Svizzera.

Dalla seconda metà dell’800, quasi sempre spinti dalla miseria nera che regnava allora nelle valli, i ticinesi hanno lasciato la loro terra per partire in cerca di fortuna. A volte nella vicina Italia, dove sono note le tristi vicende dei piccoli spazzacamini della Valle Verzasca, ma dove si sono anche distinti architetti, scultori, stuccatori e pittori, senza dimenticare i pasticceri e i mastri cioccolatai insediatisi fino a Palermo.

Tanti sono andati oltremare, attratti dalla ricerca dell’oro in Australia o in California o dalle sconfinate pampe argentine. Alcuni di loro sono tornati in patria ricchi, contribuendo così allo sviluppo dell’economia locale. Molti altri sono invece rimasti all’estero, talvolta morendo lontani dalla patria in povertà, come ha tenuto a sottolineare Marco Borradori.

Oggigiorno, la diaspora composta dagli emigranti di vecchia data e di quella più recente possiede spesso due passaporti. Ciononostante, ha conservato un forte senso di appartenenza alla terra degli avi. Come il cileno Eduardo Lepori, oggi presidente del “Circulo suizò” di Punta Arena, in Patagonia, e il cui nonno lasciò la Capriasca all’inizio del ‘900.

Non solo il “volto soleggiato” della Svizzera

«Il Ticino è sì il “volto soleggiato” della Svizzera», ha esordito dal canto suo Rudolf Wyder, direttore dell’OSE, che si è detto «fiero e felice» dell’accordo passato tra l’Organizzazione degli Svizzeri all’estero e il governo ticinese.

«Ma non deve confinarsi in questo cliché poiché il cantone è un pioniere in tanti settori, come l’economia, la cultura, la ricerca e la storiografia della sua diaspora, che funge da modello per quella della cosiddetta quinta Svizzera».

Rudolf Wyder ha citato in questo frangente «l’importante contributo» fornito dallo storico e scrittore ticinese Giorgio Cheda.

Emigranti ticinesi… unitevi

Il Ticino ci tiene a stabilire contatti regolari con i suoi emigrati che lo desiderano. Grazie al partenariato firmato con l’OSE, il suo progetto OltreConfiniTI potrà accedere alla piattaforma degli Svizzeri all’estero SwissCommunity.org.

Ne diverrà un sottodominio nel quale autorità, associazioni e privati potranno interagire con i ticinesi al di fuori dei confini, come ha spiegato Giampiero Gianella, cancelliere dello Stato del Canton Ticino.

Ma in cosa consiste esattamente il progetto ticinese? Ideato dal giornalista e dialettologo luganese Piergiorgio Baroni, profondo conoscitore dell’emigrazione ticinese, OltreConfiniTI è stato elaborato da un apposito gruppo di lavoro a partire dal settembre del 2010.

Le proposte e le conclusioni del gruppo di lavoro sono state consegnate al Consiglio di stato, il quale ha approvato il progetto lo scorso 19 settembre. L’entusiasmo di Baroni «ha contagiato il governo», ha detto Gianella.

«La pagina di OltreTicinoTI sarà disponibile in italiano sul nostro sito all’inizio del 2013», ha reso noto Ariane Rustichelli, membro dell’OSE e responsabile di SwissCommunity.org. Il Ticino lo gestirà autonomamente.

«Fino ad oggi, contiamo solo 413 ticinesi sui nostri 13’773 iscritti, ma ne aspettiamo ora molti altri», ha aggiunto Ariane Rustichelli. Un appello che il governo cantonale rivolge anche alla nuova generazione di emigrati, alla diaspora scientifica e alle personalità ticinesi che si sono fatte conoscere all’estero.

Una nuova pagina di storia

Al Consiglio di Stato non rimane ora che nominare un coordinatore per gestire il sottodominio. «Vista l’attuale situazione economica, i nostri mezzi finanziari sono per forza limitati», ha precisato Giampiero Gianella. «Dovremo quindi occupare per questa funzione un nostro collaboratore che lavorerà a metà tempo. Detto ciò cercheremo anche dei finanziamenti esterni». Con questo accordo, ha aggiunto, «si scrive una nuova pagina della storia del nostro cantone».

La concretizzazione definitiva di OltreConfiniTI suppone anche la costituzione di un comitato scientifico, l’elaborazione di una rete di contatti interni all’amministrazione cantonale nonché una stretta collaborazione con l’Università della Svizzera italiana, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana e l’associazione Pro Ticino.

Per Piergiorgio Baroni, OltreConfiniTI è la consacrazione di un sogno cullato a lungo. C’è voluto molto lavoro e molta caparbietà per portare a termine la sua idea di ponte tra il Ticino e i suoi figli all’estero. «Ho fatto tanti viaggi tra Lugano e Berna per convincere l’OSE che il gestore della nostra pagina doveva essere basato a Bellinzona e non nella capitale federale. Ci sono riuscito, ho assolto il mio compito e posso ora farmi da parte».

Il Ticino conta oggi 333’753 abitanti e si estende su una superficie di 2’812 km2 (il quinto cantone della Svizzera per estensione).

Attualmente piazza finanziaria riconosciuta e meta turistica importante, è però stato il cantone che ha conosciuto l’emigrazione più significativa e massiccia di tutto il paese.

Nella maggior parte dei casi è stata la miseria a costringere i ticinesi ad emigrare, in particolare dalla seconda metà dell’800.

Allora, nelle vallate di montagna di un cantone che era essenzialmente agricolo, si pativa spesso la fame. Pur di nutrire le loro famiglie, gli uomini partivano in cerca di fortuna in Italia o in Francia (come i famosi “maronatt” ticinesi di Parigi) oppure oltreoceano verso l’Australia, gli Stati Uniti o l’America del sud.

Alcuni di loro sono tornati dopo essersi arricchiti e hanno contribuito allo sviluppo economico dei propri villaggi, come testimoniano le numerose case, chiese, monumenti e oratori costruiti con i soldi dell’emigrazione.

Diversi emigranti hanno invece messo radici all’estero e, talvolta, sono stati costretti a una vita di stenti.

Tra i ticinesi che hanno realizzato grandi opere all’estero si possono citare: Luigi Canonica di Tesserete, architetto a Milano che gli deve, tra altri monumenti, il Cimitero; i fratelli Trezzini di Astano, che hanno contribuito alla grandezza architettonica di San Pietroburgo; la famiglia Gatti, diventata una dinastia di albergatori a Londra.

La diaspora ticinese nel mondo conta oggi circa 100’000 persone.

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