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Oltre 70 milioni di profughi nel mondo

Alla fine del 2018 erano 70,8 milioni le persone in fuga nel mondo da guerre e persecuzioni, una cifra mai raggiunta finora, secondo quanto emerge dal rapporto annuale dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).

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Il documentoCollegamento esterno pubblicato mercoledì evidenzia inoltre che l’onere dell’accoglienza dei profughi grava quasi esclusivamente sui paesi in via di sviluppo.  

Per inquadrare il fenomeno, scrive l’Unhcr, gli oltre 70 milioni di sfollati dell’anno scorso – ai 25,9 milioni di rifugiati si aggiungono 41,3 milioni di persone sfollate all’interno dello stesso paese e 3,5 milioni di richieste d’asilo – sono il doppio rispetto il dato di 20 anni fa e 2, 3 milioni in più nel confronto con l’anno precedente. Si tratta comunque di una stima prudenziale dal momento che, come viene sottolineato, non fotografa integralmente l’attuale crisi umanitaria in Venezuela: degli oltre 4 milioni di venezuelani espatriati dal 2015 solo 500’000 hanno depositato una domanda d’asilo.

L Alto commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi
L’Alto commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi mostra il rapporto annuale dell’Unhcr. Keystone

Il peso dei profughi grava sui paesi poveri

Ma l’aspetto su cui insiste maggiormente l’agenzia Onu riguarda l’iniqua distribuzione dei profughi nel mondo. “Quando dite che l’Europa, gli Stati Uniti o l’Australia sono confrontati con un’emergenza profughi è falso”, ha osservato l’Alto commissario per i rifugiati Filippo Grandi. “La maggior parte di rifugiati – continua il dirigente Onu – si trovano in uno dei paesi più vicini, si tratta quindi di Stati poveri ed è là che dobbiamo concentrare i nostri sforzi”.

In Europa, ha affermato Filippo Grandi in conferenza stampa, la questione è fortemente politicizzata, al punto tale che i governi sono “terrorizzati” dall’idea di accogliere i migranti soccorsi nel Mediterraneo. “Lancio dunque l’appello, ora che le elezioni europee sono archiviate, di far cessare questa agitazione elettorale. Il numero di rifugiati che arrivano in Europa è assolutamente gestibile”, ha aggiunto.

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Otto aspetti da tenere in considerazione (o credenze da sfatare)

Lo studio dell’Unhcr indica anche una serie di fatti da tenere in considerazione quando si parla dell’argomento:

  1.  Minori: nel 2018 un rifugiato su due era minore, molti (111’000 dei nuovi rifugiati) soli e senza famiglia;
  2.  prima infanzia: l’Uganda ha registrato 2.800 bambini rifugiati di età pari o inferiore a cinque anni, soli o separati dalla propria famiglia;
  3. Fenomeno urbano: è più probabile che un rifugiato viva in paese o in città (61%) che in aree rurali o in un campo rifugiati;
  4. Ricchi e poveri: i Paesi ad alto reddito accolgono mediamente 2,7 rifugiati ogni 1’000 abitanti, i Paesi a reddito medio e medio-basso ne accolgono in media 5,8, i Paesi più poveri accolgono un terzo di tutti i rifugiati su scala mondiale;
  5. Dove si trovano: circa l’80% dei rifugiati vive in Paesi confinanti con i Paesi di origine;
  6. Durata: quasi 4 rifugiati su 5 hanno vissuto da rifugiati almeno per cinque anni, ma un rifugiato su 5 è rimasto in tale condizione per almeno 20 anni;
  7. Nuovi richiedenti asilo: nel 2018 il numero più elevato di nuove domande d’asilo è stato presentato da venezuelani (341’800);
  8. Probabilità: nel 2018, 1 persona ogni 108 era rifugiata, richiedente asilo o sfollata. 10 anni prima la proporzione era di 1 su 160.


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