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Violenti scontri a Gaza, l’esercito spara sui manifestanti

Almeno 17 persone sono morte e altre diverse centinaia sono rimaste ferite nel corso di scontri scoppiati tra manifestanti e reparti dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza.

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Fonti dell’esercito hanno riferito che i militari hanno subito il lancio di bombe incendiarie e di sassi da parte di circa 17’000 manifestanti lungo la frontiera. Tra i manifestanti, riportano queste fonti, vi sarebbero terroristi infiltrati.

In mattinata si era avuto notizia del decesso di un agricoltore 27enne raggiunto da schegge di un proiettile di artiglieria sparato da carri armati israeliani di stanza al confine orientale dell’area di al-Qarara, a nord-est di Khan Younis, secondo quanto ha riportato l’agenzia palestinese Wafa. Nel corso della giornata però il bilancio delle vittime si è aggravato sensibilmente.

Da parte sua l’esercito israeliano ha detto che una ragazzina palestinese di 7 anni è stata “mandata verso Israele per superare la barriera difensiva” durante gli scontri di oggi. Per Tel Aviv Hamas “cinicamente usa donne e i bambini, inviandoli verso la frontiera e mettendo in pericolo le loro vite”. L’autorita nazionale palestinese (ANP) ha chiesto l’intervento della comunità internazionale “per far cessare lo spargimento di sangue”.  

Vicino alla barriera difensiva con lo stato ebraico era prevista la ‘Marcia per il Ritorno’ nell’ambito del ‘Land Day’, una manifestazione appoggiata da Hamas che ha chiamato la popolazione alla partecipazione alla fine delle preghiere in moschea del venerdì.

Ogni 30 marzo vengono infatti ricordati i fatti svoltisi 42 anni fa quando furono uccisi sei arabi israeliani che stavano protestando contro l’esproprio di terre di proprietà palestinese. La mobilitazione durerà fino al 15 maggio.

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