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Offensiva riuscita contro i salari minimi cantonali

cameriere in un bar
Il problema di un conflitto tra salario minimo cantonale e salario minimo previsto dal CCL si pone in alcuni settore, ad esempio in quello della ristorazione. © Keystone / Laurent Gillieron

Gli stipendi previsti dai contratti collettivi di lavoro devono prevalere sui salari minimi cantonali: è quanto prevede una mozione accettata dal Parlamento svizzero.

Dopo il Consiglio degli Stati, mercoledì anche il Consiglio Nazionale ha accolto per 95 voti a 93 una mozioneCollegamento esterno in tal senso. Il testo presentato dal senatore Erich Ettlin, dell’Alleanza del Centro, chiede che “le disposizioni dei contratti collettivi di lavoro (CCL) nazionali di obbligatorietà generale in materia di salario minimo, tredicesima e diritto alle vacanze prevalgano su quelle divergenti del diritto cantonale”.

In altre parole, il salario minimo previsto in alcuni Cantoni non potrà essere applicato in quei rami che dispongono già di un CCL che prevede uno stipendio inferiore.

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“Il partenariato sociale deve rimanere intatto, basato sulla fiducia, grazie ai CCL”, ha dichiarato Fabio Regazzi, dell’Alleanza del Centro, a nome della commissione. La decisione del Tribunale federale del 2017 di dare la precedenza ai salari minimi cantonali rispetto a eventuali contratti collettivi ha aperto un’incertezza giuridica, ha aggiunto il ticinese.

Secondo la maggioranza, insomma, i salari minimi cantonali determinano insicurezza nei negoziati tra le parti sociali, intaccando un rapporto collaudato. Inoltre, è proprio il Governo federale a dichiarare i CCL di obbligatorietà generale e per questa ragione questi ultimi hanno carattere simile al diritto federale.

“Con questa mozione si vanno a creare dei lavoratori poveri”, ha vivamente protestato il socialista Cédric Wermuth. Contrario anche il Governo, con il consigliere federale Guy Parmelin che ha affermato invano come non si possa contraddire una legge cantonale che ha legittimità democratica. Dal canto loro, i sindacati hanno già definito la mozione un atto di sabotaggio, nonché una violazione della Costituzione.

Un problema soprattutto nel settore della ristorazione

Il salario minimo è in vigore attualmente in cinque Cantoni. Neuchâtel è stato il primo nel 2017, seguito da Giura, Ginevra, Basilea-Città e Ticino. Gli importi variano da un Cantone all’altro, ma si aggirano attorno ai 20 franchi all’ora (circa 20 euro).

In Ticino, il salario minimo di 19 franchi all’ora è entrato in vigore il primo gennaio 2021. L’importo sarà progressivamente aumentato, fino a raggiungere nel 2025 una somma compresa tra 19,75 e 20,25 franchi.

Il problema di un conflitto tra il salario minimo previsto nel CCL e il salario minimo cantonale si pone o in pochi settori, in particolare in quello della ristorazione, e non in tutti i Cantoni.

Nel ramo della ristorazione, ad esempio, il CCL prevede un salario minimo per alcune categorie di lavoratori e lavoratrici (ad esempio chi non ha effettuato un apprendistato) di poco meno di 20 franchi, inferiore quindi a quello contemplato in alcuni dei cinque Cantoni menzionati. A Ginevra, ad esempio, il salario minimo è di 23 franchi all’ora.

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