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Nuovo round nella lotta attorno alla medicina di punta

Il futuro della medicina di punta passa da una riduzione dei centri di competenza Keystone

La medicina altamente specializzata in Svizzera dovrebbe concentrarsi in due centri al massimo. Lo sostiene una perizia commissionata dal canton Zurigo.

Lo studio ha sollevato le perplessità delle autorità di Basilea, le quali criticano l’assenza di una soluzione che preveda una rete coordinata.

La medicina di punta in Svizzera dovrebbe essere concentrata in due centri al massimo, specializzati nel maggior numero di settori possibile. Questo per ragioni economiche e qualitative.

È la conclusione alla quale giunge una perizia voluta dal canton Zurigo e presentata venerdì dalla consigliera di Stato Verena Diener e dal professore zurighese Hans-Dieter Daniel.

I risultati dello studio sono in linea con quanto sostenuto dal governo zurighese, che vorrebbe limitare le cure specialistiche in due città: Losanna e Zurigo.

Secondo un’altra perizia – commissionata dai cantoni di Berna e Basilea città – la medicina di punta dovrebbe invece essere suddivisa tra tutti i nosocomi universitari del paese.

Non separare i settori

«Date le piccole dimensioni della Svizzera, le due perizie concludono che è necessario concentrare la medicina di punta. Bisogna infatti raggiungere una massa critica di interventi chirurgici, per assicurarne la qualità», ha osservato Hans-Dieter Daniel.

«Il nostro studio constata tuttavia che diversi settori sono interdipendenti. Sarebbe quindi sbagliato disperderli», ha sostenuto.

Il rapporto stima che numerosi ambiti dipendano da un sostegno medico e tecnico comune ed altamente specializzato. Necessitano inoltre del supporto specifico di altre discipline e di una ricerca multidisciplinare.

Rete coordinata

Le conclusioni della perizia zurighese non hanno sorpreso il responsabile cantonale della sanità di Basilea città: «Mi aspettavo risultati di questo genere», ha reagito Carlo Conti, per il quale due centri sono tuttavia troppo pochi.

Una concentrazione non ha effetti solamente sulla medicina e la sua offerta, ma concerne pure la ricerca e gli impieghi. «In un paese federalista, non si può riunire tutto in un unico posto», ha osservato Conti.

Basilea città propone, assieme a Berna, una ripartizione tra i cinque ospedali universitari svizzeri (Ginevra, Losanna, Berna, Basilea e Zurigo). Una sorta di rete coordinata, che non è stata presa in considerazione dalla perizia zurighese.

Centro europeo

Per il trattamento delle malattie molto rare, la perizia zurighese consiglia addirittura la concentrazione in un unico centro europeo di referenza. Raccomandano quindi alla Svizzera di ricercare collaborazioni con gli altri paesi.

«Per questa ragione, la competitività internazionale della medicina di punta in Svizzera diventa primordiale», ha insistito Verena Diener, per la quale il sistema elvetico necessita dei clienti e dei fondi provenienti dall’estero.

Secondo il professor Hans-Dieter Daniel, il futuro non sarà in effetti marcato dalla concorrenza tra Basilea e Zurigo, «ma tra Zurigo e Monaco o Vienna».

Rilanciare il dibattito

Sulla base di queste due perizie, auspica Verena Diener, la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della sanità (CDS) deve ora rilanciare un dibattito di fondo sulla questione.

Per la consigliera di Stato, un approccio sbagliato sarebbe forse alla base del fallimento, nel 2004, della Convenzione intercantonale sul coordinamento e la concentrazione della medicina di punta. «Abbiamo voluto spuntare la cima dei rami, senza analizzare il problema alla radice», ha affermato.

La CDS avrebbe dovuto discutere di tutte queste perizie e proporre una nuova Convenzione intercantonale in autunno. A causa del ritardo dello studio zurighese, ha invece deciso di rimandare ogni decisione alla sua prossima sessione plenaria, nel maggio 2007.

swissinfo e agenzie

La perizia è stata commissionata dal canton Zurigo.
24 specialisti di nove paesi si sono pronunciati sugli interrogativi posti dall’esecutivo zurighese e dalla Conferenza svizzera dei direttori cantonali della sanità.
Le loro opinioni sono poi state raggruppate dall’Università di Zurigo.

2004: la Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS) trova un accordo per concentrare la medicina di punta in un numero limitato di centri. La Convenzione intercantonale sul coordinamento e la concentrazione della medicina altamente specializzata, che dovrebbe entrare in vigore nel 2008, permetterebbe tra l’altro di conseguire dei risparmi.

2005: il canton Zurigo decide di non aderire a questa Convenzione e propone di concentrare le attività in due centri (Zurigo e Svizzera francese)

Maggio 2006: i cantoni di Berna e Basilea città decidono di sviluppare in comune, dal 2007, la chirurgia dei trapianti di cuore.

Novembre 2006: Berna e Basilea città presentano una perizia favorevole ad una ripartizione della medicina specializzata in cinque centri.

Dicembre 2006: i risultati della perizia del canton Zurigo evidenziano la necessità di considerare due centri al massimo.

Maggio 2007: la CDS dovrebbe esaminare i rapporti e giungere ad una decisione.

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