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Nuovi minareti proibiti: l’Onu condanna la Svizzera

Svizzera bacchettata a Ginevra Keystone

Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite ha condannato giovedì a Ginevra il divieto di edificare minareti in Svizzera, bollato come manifestazione di islamofobia. La decisione è stata oggetto di critiche dai paesi occidentali.

La risoluzione sulla diffamazione delle religioni, presentata dal Pakistan, è stata approvata con 20 voti contro 17 e otto astensioni.

I paesi dell’Unione europea, gli Stati Uniti e diverse nazioni latino-americane hanno votato contro il testo. La Cina, Cuba, i paesi africani e le nazioni musulmane hanno invece sostenuto la risoluzione.

Il documento «condanna con fermezza il divieto di costruzione dei minareti», considerato «una forma di islamofobia che non rispetta gli obblighi internazionali in materia di diritti umani e di libertà religiosa». Questa misura alimenterebbe «la discriminazione, l’estremismo e i pregiudizi» che portano a divisioni «pericolose e dagli esiti incerti».

«Definizione non pertinente»

La risoluzione contro il voto anti-minareti è inclusa in un testo più ampio che riguarda la diffamazione religiosa. La Svizzera non è citata esplicitamente nel documento, ma è indirettamente chiamata in causa per via dell’iniziativa anti-minareti.

Il testo approvato si concentra in particolare sugli stereotipi negativi, sulla diffamazione delle religioni e sulle manifestazioni di intolleranza e discriminazione nei confronti di religioni e credenze. I paesi occidentali e le ONG sostengono invece che la risoluzione adottata è contraria alla libertà di espressione.

Secondo Peter Splinter – esperto in materia di diritti umani presso Amnesty International interpellato da swissinfo.ch – la condanna di giovedì non nuocerà al ruolo della Confederazione nell’ambito dei diritti umani, ma potrebbe essere utilizzata da alcuni Stati nel tentativo di screditarla.

La Francia, a nome dell’Unione europea, ha espresso la sua opposizione alla risoluzione affermando che il concetto di diffamazione delle religioni non è pertinente. «I diritti umani proteggono le persone, non le credenze», ha affermato l’ambasciatore Jean-Baptiste Mattei.

Accuse respinte

Dante Martinelli, ambasciatore elvetico presso le Nazioni Uniti a Ginevra, ha dichiarato a swissinfo.ch che la Svizzera si oppone al concetto di diffamazione della religione, regolarmente evocato dal Consiglio dei diritti umani.

Il diplomatico ha spiegato che la Confederazione non tutela la religione in quanto tale, bensì difende con vigore il diritto di ogni cittadino di professare la propria fede. «La Svizzera non accetta infatti alcuna discriminazione su base religiosa», ha affermato Martinelli, precisando che le comunità musulmane nel paese sono libere e protette dalla legislazione elvetica. Inoltre, «i minareti e i luoghi di preghiera già costruiti continueranno a esistere».

In merito alla votazione sui minareti, Martinelli respinge l’accusa di islamofobia: «Il risultato è stato influenzato dalla crisi economica, che ha destabilizzato le persone e gli equilibri a livello mondiale. Non si è trattato di un voto contro i musulmani residenti in Svizzera o altrove».

Organo contestato

Istituito nel 2006, il Consiglio dei diritti umani ha sostituito la Commissione dei diritti umani, alla quale era stata rimproverata un’eccessiva polarizzazione e una conseguente perdita di credibilità, nonché scarsa efficacia.

Anche il Consiglio dei diritti umani è stato oggetto di critiche: nel 2008, un documento sottoscritto da personalità quali Elie Wiesel, Georges Charpak, Alain Finkielkraut e Claude Lanzmann aveva contestato «il suo funzionamento interno, le coalizioni e le alleanze che vi si costituiscono, i testi discussi e la terminologia utilizzata, che annientano la libertà d’espressione e stigmatizzano sistematicamente le democrazie occidentali».

Membro osservatore

La Confederazione è candidata a un seggio quale membro a pieno titolo del Consiglio per il periodo 2010-2013: l’elezione è prevista a maggio all’Assemblea generale dell’ONU.

Dopo essere stato uno dei 47 paesi membri dell’organo dal 2006 al 2009, la Svizzera ha ceduto il suo seggio in seno al gruppo occidentale e attualmente è membro osservatore per un anno.

swissinfo.ch e agenzie

Il 29 novembre 2009 popolo e cantoni hanno accettato l’iniziativa contro la costruzione di nuovi minareti in Svizzera.

L’articolo costituzionale è stato accettato dal 57,5% dei votanti. Solo in quattro cantoni (Basilea Città, Ginevra, Vaud e Neuchâtel) l’iniziativa è stata respinta.

L’iniziativa è stata lanciata da un comitato costituito da membri dell’Unione democratica federale (destra cristiana) e dell’Unione democratica di centro (destra nazional-conservatrice).

Il governo, la maggioranza del parlamento e le chiese avevano raccomandato di respingere la proposta.

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