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Il volto che cambia della Ginevra internazionale

Come sta mutando la Ginevra internazionale?

donna che fa l elemosina a un mendicante
Questa immagine mostra un volto di Ginevra molto diverso da quello del quartiere internazionale. Ma uno degli interrogativi centrali è lo stesso: con il coronavirus e le altre grandi sfide, i soldi continueranno ad arrivare? © Mark Henley/panos Pictures

La Ginevra internazionale è una piattaforma importante del multilateralismo. Il governo svizzero continua a promuoverla e a investire. Ma questo centro che ospita sedi di organizzazioni internazionali e incontri diplomatici sta cambiando e deve affrontare nuove sfide. Ecco lo sguardo di chi ci lavora.

Il Palazzo delle Nazioni, sede europea dell’ONU, si trova nel cuore del quartiere internazionale di Ginevra. “Penso sempre che recarsi al Palazzo è come passare attraverso lo specchio. È tutto un po’ come ‘Alice nel paese delle meraviglie'”, dice il fotografo indipendente Mark Henley, che ha un piccolo ufficio all’ONU e le cui foto sono qui esposte. “È un edificio incredibile, un labirinto con corridoi e scale nascoste. Ovviamente in questo momento le cose non sono normali. Svuotato dal Covid, l’edificio echeggia!”.

Il giornalista di Swissinfo Frédéric Burnand, che da anni lavora in un ufficio all’interno nell’edificio dell’ONU, ha una visione diversa. “Quando varco l’ingresso del Palazzo delle Nazioni entro in un territorio con uno status giuridico speciale, debitamente sorvegliato da agenti di sicurezza vestiti come dei poliziotti newyorchesi. È come lasciare la Svizzera per un altro Paese, il Paese di tutti i Paesi”.

silhouette di due persone che camminano
Entrare le Palazzo delle Nazioni è come ritrovarsi in ‘Alice nel paese delle maraviglie’, secondo il fotografo Mark Henley. © Mark Henley/panos Pictures

Oltre alla pandemia di coronavirus e agli attacchi del presidente statunitense Donald Trump contro il multilateralismo, il Palazzo si trova ad affrontare anche altre sfide.

Il complesso è in fase di ristrutturazione per un costo di 836,5 milioni di franchi, di cui la metà è finanziata da prestiti a tasso zero del governo svizzero e del Cantone di Ginevra. Sul sito delle Nazioni Unite si sta inoltre costruendo un nuovo edificio che accoglierà 700 persone.

“Le ristrutturazioni comporteranno un cambiamento e come la maggior parte delle persone non penso di esservi particolarmente favorevole”, confida Henley. “Il personale dell’ONU, che dovrà passare a un sistema di postazioni libere e di spazi aperti, lo detesta. Il fatto che si tratta di un’idea già superata non aiuta. Senza menzionare che non è un’idea giudiziosa in un contesto Covid”.

Il meglio e il peggio

Oltre alle missioni delle Nazioni Unite e dei governi di tutto il mondo, la Ginevra internazionale ospita anche molte ONG internazionali e istituzioni accademiche, dando vita a quello che è stato definito un “fertile ecosistema” per la ricerca e il processo decisionale a livello internazionale.

Mentre alcune ONG e persino l’ONU rischiano di essere minacciate dalle ripercussioni della pandemia, il governo svizzero sostiene nuove e futuristiche “piattaforme” a Ginevra. Tra queste ci sono la Swiss Digital InitiativeCollegamento esterno e il Geneva Science and Diplomacy AnticipatorCollegamento esterno, che fa parte del Campus Biotech, in cui si ritrovano start-up che guardano al futuro.

Mark Henley dice che il suo edificio preferito della Ginevra internazionale è probabilmente il Palazzo delle Nazioni, “anche se mi piacciono molto gli elementi di altri luoghi – la sala dell’Assemblea dell’Organizzazione mondiale della sanità, il monumentale corridoio dell’Organizzazione internazionale del lavoro o ancora la nuova sala conferenze dell’Organizzazione mondiale del commercio, le cui pareti ricordano le imbottiture di una borsetta Gucci”.

uomo prende il sole accanto a un monumento
Il monumento all’esterno dell’OMC è un buon posto per prendere il sole. © Mark Henley/panos Pictures

“In quanto amante del cemento, ho un debole per l’edificio dell’OMS dell’architetto Jean Tschumi”, afferma Frédéric Burnand. “È un edificio massiccio e allo stesso tempo leggero, visibile da lontano grazie al parco che lo circonda”.

Anche se Ginevra è una piccola città, ha molti quartieri, ognuno con il proprio carattere, commenta il giornalista. “Il quartiere internazionale ha un’atmosfera che non si trova nel resto della città. Ma quello che manca sono i luoghi di vita sociale. Questo vuoto umano relativo non è comunque privo di fascino. Ci si può passeggiare come in un film thriller”.

Sviluppo nel corso degli anni

Una delle principali istituzioni accademiche della Ginevra internazionale è il Graduate Institute of International and Development StudiesCollegamento esterno (IHEID, Istituto di alti studi internazionali e sullo sviluppo), nato nella storica Villa Barton nel 1938.

Man mano che cresceva, però, l’istituto aveva bisogno di più spazio e ora i suoi collaboratori lavorano soprattutto in un moderno edificio di vetro che si affaccia sui binari della ferrovia. In cima alla strada c’è anche un grande cantiere dove si sta costruendo una “nuova grande residenza per studenti”, annota Joost Pauwelyn, professore di diritto internazionale all’IHEID.

“I nostri progetti immobiliari sono un’eredità della nostra vecchia direttrice, e lei ha completamente cambiato le cose”, prosegue. “Tutto è iniziato nel 2008. Avevamo appena avuto la Villa Barton e gli studenti erano alloggiati in tutta la città. Ma ora ci sono molti spazi aperti e un’atmosfera da campus”.

I professori hanno il loro proprio ufficio e a Pauwelyn piace lavorarci. “Non ho mai pensato che gli edifici facessero una tale differenza”, dice.

Traduzione dall’inglese: Luigi Jorio

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