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Nucleare iraniano: John Bolton fustiga il “piano svizzero”

John Bolton è un difensore della "linea dura" nei confronti dell'Iran Keystone Archive

L'ex-ambasciatore americano all'ONU John Bolton giudica una "farsa" il piano preparato dalla diplomazia elvetica per risolvere la crisi sul programma nucleare iraniano.

Il piano, che non è riconosciuto ufficialmente dalla Svizzera, mira ad una sospensione simultanea del programma nucleare iraniano e delle sanzioni internazionali.

In un’intervista pubblicata dalla “SonntagsZeitung”, Bolton ritiene che la proposta elvetica sia un’illusione, per la quale l’ex ambasciatore della Svizzera a Teheran Tim Guldimann si sta impegnando già da diversi anni.

Bolton, uno degli esponenti di punta dei neo-conservatori americani, critica violentemente il diplomatico svizzero in funzione a Teheran dal 1999 al 2004.

Egli afferma che Guldimann ha così tanti pregiudizi anti-americani che Washington aveva considerato la possibilità di esigere una mutazione all’interno della rappresentanza elvetica o di trovare un’altra ambasciata per rappresentare gli USA sul posto. La Svizzera difende gli interessi degli Stati Uniti in Iran dal 1979.

Secondo fonti diplomatiche il “piano svizzero”, di cui Berna non ha finora confermato ufficialmente l’esistenza, mira a una sospensione simultanea del programma iraniano di arricchimento dell’uranio e delle sanzioni internazionali.

Ciò aprirebbe la via a negoziati in buona e dovuta forma tra Teheran e i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu più la Germania.

Diverse visite

L’ex ambasciatore americano all’ONU spera che il piano non rappresenti un progetto del governo svizzero. Negli ultimi mesi, tra Berna e Teheran hanno avuto luogo diversi contatti ad alto livello.

Ad inizio maggio, Livia Leu Agosti, responsabile della divisione politica II (Africa / Medio Oriente) del Dipartimento federale degli affari esteri, aveva incontrato il capo della diplomazia iraniana Manouchehr Mottaki a margine di una conferenza internazionale sull’Iraq a Sharm el Sheikh, in Egitto.

Da parte sua, il segretario di Stato per gli affari esteri Michel Ambühl ha effettuato una visita a Teheran in febbraio. Qualche giorno prima, la ministra degli affari esteri elvetica Micheline Calmy-Rey e Ali Larijani, principale negoziatore iraniano per la questione del nucleare, si erano incontrati a Berna.

Aumentare la pressione

John Bolton spiega l’interesse di Teheran per la proposta svizzera adducendo il fatto che il regime iraniano cerca di guadagnare del tempo negoziando.

Secondo l’esponente americano, invece di negoziare occorrerebbe al contrario aumentare “drammaticamente la pressione politica ed economica” sull’Iran per fare in modo che il paese rinunci all’arricchimento dell’uranio.

Il diplomatico USA aveva abbandonato le sue funzioni di ambasciatore all’ONU nello scorso dicembre poiché non aveva più speranze di essere riconfermato dalla nuova maggioranza democratica al Congresso.

Da allora, è attivo nel gruppo di riflessione “American Enterprise Institute”, un centro di ricerca conservatore.

swissinfo e agenzie

Gli Stati Uniti e l’Iran sono in un rapporto di conflitto latente sin dal 1979, data del rovesciamento dello scià e dell’instaurazione della Repubblica islamica iraniana.

Nel novembre 1979, “studenti islamici” avevano fatto irruzione nell’ambasciata USA a Teheran ed avevano tenuto il personale in ostaggio per 444 giorni.

In seguito ad una mediazione algerina, i due paesi mettevano fine alla crisi. Gli ostaggi venivano liberati il 20 gennaio 1981 in cambio del disgelo degli averi iraniani negli USA e del non ricorso a procedure giudiziarie contro l’Iran.

Da allora, gli USA non dispongono più di un’ambasciata in Iran. I loro interessi sono rappresentati dalla Svizzera.

La comunità internazionale sospetta l’Iran di volersi dotare dell’arma atomica sotto la copertura di un programma nucleare civile.

Tramite due risoluzioni, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha richiesto invano la sospensione del programma iraniano di sospensione dell’uranio.

L’8 maggio scorso, un negoziatore iraniano ha nuovamente affermato che l’Iran non sospenderà le attività d’arricchimento dell’uranio, nemmeno nel quadro del “piano svizzero”.

L’Iran è già sottoposto a due programmi di sanzioni imposte dal Consiglio di sicurezza dell’ONU. Rischia nuove misure di ritorsione se non si adatterà alle richieste internazionali entro il 23 maggio.

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