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Non tutti i souvenirs sono permessi

I controlli in dogana rischiano di essere più lunghi Keystone

Dal primo luglio chi rientra in Svizzera dopo aver trascorso vacanze al di fuori dell'UE non può più portare con sé alimenti d'origine animale. Anche un semplice panino è vietato.

La misura è volta ad evitare ogni rischio di epizoozia. Concerne in particolare i viaggiatori provenienti dall’America, dall’Africa e dall’Asia, ma anche dai Balcani, dalla Russia e dalla Turchia.

Tutti i prodotti d’origine animale – latte e derivati, carne, pesce, uova e miele… – acquistati in un paese che non fa parte dell’Unione Europea non possono più entrare sul territorio svizzero. In caso di frode, un viaggiatore si vedrà confiscare le derrate alla frontiera e rischia una multa fino a diverse centinaia di franchi, avverte l’Ufficio federale di veterinaria (UFV).

Questi alimenti possono in effetti essere dei vettori di malattie animali. Alcune di queste epidemie, spesso altamente contagiose, imperversano in numerosi paesi del mondo, rileva l’UFV. Le importazioni da Stati che non fanno parte dell’UE sono così riservate ai soli professionisti e devono essere accompagnate da certificati veterinari e sottoposte a controlli severi.

Il rischio di epizoozia è per contro quasi inesistente con i prodotti provenienti dall’UE, dove la situazione sanitaria è simile a quella della Svizzera. I viaggiatori possono portar con sé 20 chili di alimenti di origine animale per la loro consumazione personale, a patto che l’origine delle derrate sia chiaramente documentata.

È inoltre possibile importare in Svizzera salmone affumicato dalla Norvegia, benché questo paese non faccia parte dell’UE. Lo stesso prodotto acquistato in Canada non può invece trovar posto nei bagagli.

Pescatori e cacciatori

Gli amatori di pesca e di caccia devono sbrigarsi se vogliono consumare in Svizzera il frutto dei loro sforzi. Dal prossimo mese di gennaio, infatti, saranno sottoposti alle stesse condizioni di importazione delle imprese commerciali.

Entro questa data, potranno importare al massimo 50 chili di pesce e di carne di selvaggina senza preavviso e senza controlli veterinari alla frontiera. L’unica condizione è che presentino un permesso di caccia o di pesca valido per il paese visitato.

Per la selvaggina vigono però già fin d’ora alcune restrizioni: i cacciatori non possono infatti importare carne dall’Africa, dall’Asia, dall’America del Sud (escluso il Cile), dalla Moldavia, dalla Russia, dalla Turchia, dall’Ucraina e dalla Bielorussia, sottolinea l’UFV.

Specie protette

Oltre a queste nuove disposizioni, i turisti devono continuare a mostrarsi prudenti quando vogliono acquistare un souvenir. Molti animali e vegetali sono protetti dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e di flora minacciate di estinzione (CITES), nota anche come Convenzione di Washington.

Complessivamente sono 30’000 le specie di flora e di fauna e i prodotti da esse derivati che figurano in questa convenzione. La loro importazione è vietata o in alcuni casi sottoposta ad autorizzazione. Chi è colto in flagrante delitto rischia una multa che può raggiungere i 100’000 franchi.

La Convenzione non concerne inoltre solo i souvenir acquistati nei negozi o nei mercati. Sono infatti protetti anche alcuni coralli ed alcune conchiglie che si possono trovare sulle spiagge, come ad esempio la tridacna o lo strombo gigante, o delle piume di uccelli tropicali.

swissinfo, Abigail Zoppetti
(traduzione di Daniele Mariani)

Tra i prodotti vietati dalla Convenzione di Washington vi sono in particolare le pelli di felini selvatici, l’avorio intagliato e gli intagli su ossa di balena.

Sono pure vietati capi fabbricati con lana shahtoosh (il 90% delle antilopi tibetane è stato sterminato per confezionare foulard e sciarpe), articoli in tartaruga (strumenti, montature di occhiali…).

È pure reato importare chitarre ed altri accessori fabbricati in palissandro di Rio, nonché medicamenti e derivati fatti con ossa di tigre, corni di rinoceronte, muschi o bile d’orso.

Per molti altri articoli occorre un permesso di esportazione e un’autorizzazione di importazione. Ciò vale ad esempio per quantità di caviale superiori ai 250 grammi o per cappotti e coperte di lana di vigogna e guanaco.

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