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Non paghi? Ti tagliamo i farmaci

Chi non paga i premi della cassa malati, rischia di non poter ottenere dei farmaci Keystone Archive

In Svizzera, dal primo gennaio scorso, chi non paga i premi dell'assicurazione malattia rischia di vedersi rifiutare l'accesso alle cure.

I casi più eclatanti sono stati segnalati a Ginevra: a tre pazienti sieropositivi alcune farmacie hanno negato i medicinali dopo che le casse malati avevano sospeso il rimborso delle loro fatture.

La modifica legislativa è entrata in vigore senza grande risonanza: dallo scorso primo gennaio, le casse malati non sono più obbligate ad assumersi i costi delle prestazioni sanitarie di un assicurato se quest’ultimo non paga più i suoi premi o la quota parte obbligatoria del 10% sulle spese generate.

Il cambiamento di rotta è notevole: sino alla fine del 2005, le assicurazioni non potevano infatti sospendere la copertura assicurativa.

Primi casi

I primi effetti della nuova misura non si sono fatti attendere. Ad inizio aprile, tre persone sieropositive ginevrine si sono viste rifiutare i farmaci antiretrovirali dopo che le casse malati avevano sospeso il rimborso dei loro medicinali.

Per assicurare il trattamento medico a questi tre pazienti, le autorità cantonali sono dovute intervenire d’urgenza, fornendo loro – tramite l’ospedale cantonale – i farmaci necessari.

Nell’ottica delle autorità federali e degli assicuratori, la modifica legislativa mira soprattutto a lottare contro i cosiddetti «cattivi pagatori», ossia persone che pur disponendo di mezzi finanziari sufficienti non pagano i premi dell’assicurazione malattia. Santésuisse, l’organizzazione mantello delle casse malati, stima a 300’000-400’000 le procedure esecutive aperte ogni anno nei confronti di coloro che non pagano i premi.

Chi si trova oggettivamente in difficoltà nel far fronte alle fatture sanitarie ha comunque la possibilità di ottenere dei sussidi da parte del cantone o di rivolgersi all’assistenza sociale, di modo che «paga premi inferiori o non ne paga del tutto», osserva Daniel Dauwalder, dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).

Clausola di sicurezza

Secondo Deborah Glejser, del gruppo AIDS Ginevra, il problema è però un altro: «Da un lato i servizi cantonali hanno tra sei e otto mesi di ritardo nel pagamento delle fatture e le assicurazioni non vogliono aspettare così a lungo, dall’altro vi sono casi di persone che non si rivolgono ai servizi di assistenza, penso ad esempio a persone anziane che si vergognano».

Come assicurarsi in effetti che un anziano con problemi cardiovascolari che si vede rifiutare dei medicinali in farmacia non interrompa il trattamento piuttosto che esporsi all’onta di chiedere aiuto all’assistenza? E anche se l’interruzione durasse solo alcuni giorni gli effetti per determinate patologie, come ad esempio l’AIDS, potrebbero rivelarsi assai perniciose, osserva Deborah Glejser.

«La legge non prevede nessuna clausola di sicurezza», sottolinea inoltre Bruno Cereghetti, responsabile dell’Ufficio assicurazione malattia del canton Ticino. In altre parole, le nuove norme non prevedono nessuna eccezione neppure per dei casi di pazienti costretti a seguire un trattamento regolare.

«Ho apprezzato l’intervento del ministro della sanità Pascal Couchepin che ha definito ‘intollerabile’ il fatto che dei malati siano privati di farmaci – prosegue Cereghetti – purtroppo la legge è stata fatta in modo tale da permettere alle assicurazioni di agire in questo modo».

Cantoni chiamati a fare i pompieri

A dover rivestire l’abito del pompiere sono in definitiva i cantoni. Le soluzioni sono due, spiega Michel Jordi, della Conferenza dei direttori cantonali della sanità: o fornire direttamente le prestazioni mediche tramite gli ospedali cantonali o accollarsi le fatture in arretrato dell’assicurato.

«Voluto o meno, l’effetto di questa modifica legislativa è comunque di scaricare i costi sui cantoni», osserva Bruno Cereghetti.

Il fenomeno dei ‘cattivi pagatori’ esiste ed è giusto intervenire, prosegue Cereghetti, che si chiede però se una simile misura non sia sproporzionata. È giusto – si domanda in sostanza – che qualcuno, pur essendo un ‘cattivo pagatore’, si veda addirittura sospendere la copertura delle prestazioni mediche?

Esclusi scenari all’americana

Non vi è inoltre il rischio che anche in Svizzera si presentino scenari all’americana, con pazienti costretti a rinunciare a delle operazioni in assenza di una copertura assicurativa? Daniel Dauwalder, dell’UFSP, rassicura: «No, simili scenari non si verificheranno poiché il diritto ad avere un trattamento medico è sempre in vigore».

«Il problema concerne soprattutto le farmacie ed i medicinali; i medici e gli ospedali hanno il dovere etico di curare sempre un paziente», sottolinea dal canto suo Michel Jordi.

«Spero, ma naturalmente non posso dare nessuna garanzia, che casi come quello ginevrino non accadano più», prosegue Jordi. «Quanto successo a Ginevra forse ha contribuito a sensibilizzare tutti gli attori del settore».

Visto che il fenomeno di chi non paga i premi sta però «estendendosi in maniera importante», come spiega Bruno Cereghetti, queste speranze forse resteranno vane. Il provvedimento, in definitiva, rischia di rivelarsi una vera e propria bomba a scoppio ritardato.

swissinfo, Daniele Mariani

Complessivamente, il 10% circa del budget delle famiglie svizzere è destinato a spese sanitarie.
Nel 2003, in media ogni famiglia ha speso 433 franchi al mese per l’assicurazione malattia di base (5,6% del budget).
A questa somma vanno poi aggiunte le spese sanitarie non coperte dall’assicurazione di base, pari nel 2003 a 336 franchi al mese (4,3% del budget).
In media, negli ultimi anni gli assicuratori hanno aperto da 300’000 a 400’000 procedure esecutive nei confronti di persone in ritardo nei pagamenti.

Ogni persona che risiede in Svizzera ha l’obbligo di stipulare un’assicurazione malattia di base che copre determinate prestazioni.

Le assicurazioni sono gestite da una pluralità di assicuratori. Per quanto concerne questa polizza di base, gli assicuratori non possono operare a scopo di lucro. I loro utili derivano da polizze complementari facoltative, che coprono una gamma più vasta di prestazioni.

L’assicurazione malattia di base funziona secondo il principio di solidarietà: giovani o anziani, sani o malati, ricchi o poveri, tutti pagano un premio simile.

Ogni cantone ha un sistema di sussidi per aiutare le persone a reddito modesto a pagare il premio dell’assicurazione malattia.

Se malgrado il sussidio una persona si trovasse in difficoltà a coprire le spese, può ricorrere all’aiuto sociale.

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