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No del parlamento alla moratoria sugli OGM

I partigiani dell'iniziativa al momento della consegna delle firme, il 18 settembre 2003 Keystone

Dopo la Camera alta, anche il Consiglio nazionale rigetta, di misura, l'iniziativa popolare «per alimenti prodotti senza manipolazioni genetiche».

Il dibattito parlamentare è così giunto a conclusione. Ora la parola passa ai cittadini, che dovranno esprimere la loro opinione alle urne.

I rappresentanti del popolo non vogliono una moratoria di cinque anni sugli organismi geneticamente modificati (OGM) impiegati in agricoltura. Dopo il Consiglio degli Stati, anche il Consiglio nazionale ha respinto il 14 giugno l’iniziativa popolare «per alimenti prodotti senza manipolazioni genetiche». L’ultima parola spetta ai cittadini.

Il Consiglio nazionale ha raccomandato di respingere il testo con 91 voti contro 88, al termine di un dibattito fiume. L’iniziativa domanda di proibire per cinque anni l’importazione e la messa in circolazione di piante, parti di piante e sementi geneticamente modificate e destinate all’agricoltura, all’orticoltura e all’economia forestale.

La moratoria colpirebbe anche gli animali da reddito geneticamente modificati. L’iniziativa non si oppone, per contro, all’importazione di alimenti derivati da OGM.

Superflua

Gli oppositori all’iniziativa – che provengono dal partito liberale, dai popolari democratici e, in parte, anche dall’Unione democratica di centro – hanno sostenuto che è superflua. La Svizzera ha già una legge molto severa in questo campo, che regolamenta la ricerca e la dispersione nella natura degli OGM.

Inoltre, fino ad oggi in Svizzera non è stata inoltrata nessuna richiesta per una coltura di OGM. Se ciò dovesse verificarsi, sarebbero necessari diversi anni prima di arrivare ad un permesso.

Per chi si oppone alla moratoria, quest’ultima lancerebbe un segnale negativo alla piazza economica e scientifica svizzera. Si rischierebbe un esodo di ricercatori e quindi una perdita di competenze. Infine, un recente studio elvetico dimostrerebbe che la coesistenza tra un’agricoltura con e un’agricoltura senza OGM è possibile se si prendono le dovute precauzioni.

Puntare sull’assenza di OGM

Il campo rosso-verde, a cui si sono aggiunti i rappresentanti dei contadini eletti in Consiglio nazionale, non è riuscito a spingere la Camera bassa ad accettare la moratoria. Non è bastato rendere attenti i deputati che la maggior parte degli agricoltori e dei consumatori proprio non ne vogliono sapere di OGM. Per i fautori del sì, l’agricoltura svizzera non può essere concorrenziale nel campo della produzione di massa. Una produzione priva di OGM dà l’opportunità di distinguersi e quindi di sopravvivere.

In un paese piccolo, con superfici agricole fortemente parcellizzate, la coesistenza è difficile. La moratoria darebbe il tempo di esaminare in modo minuzioso i rischi. Per i suoi fautori, rifiutarla significa mettere in pericolo la libertà di scelta del consumatore che non sarebbe più garantita se la coesistenza dovesse fallire.

Manovre

Fin dall’inizio la discussione in parlamento si annunciava serrata. Anche l’opinione pubblica potrebbe dividersi su questo tema. Il liberale Johannes Randegger ha cercato una scappatoia, proponendo di rimandare la votazione di 18 mesi, periodo durante il quale il governo potrebbe studiare il modo di garantire la coesistenza di culture con e senza OGM ed elaborare un testo da presentare al popolo come controprogetto indiretto.

Questa proposta, tacciata dai verdi di pura manovra per guadagnare tempo ed impedire la moratoria, è stata respinta con 96 voti contro 83.

swissinfo e agenzie

Il Consiglio nazionale ha respinto la moratoria per la produzione di alimenti contenenti OGM con 91 voti contro 88 e 2 astensioni.
In marzo, il Consiglio degli Stati aveva respinto lo stesso progetto con 32 voti contro 7.
Le due camere si sono allineate al governo, che aveva proposto di respingere il testo nell’agosto del 2004.
Il popolo sarà chiamato ad esprimersi su questo tema prossimamente (novembre 2005 o febbraio 2006).

L’iniziativa «per degli alimenti prodotti senza manipolazioni genetiche» è stata inoltrata il 18 settembre 2003.

Il comitato d’iniziativa ha raccolto 120’824 firme valide.

La maggior parte delle firme viene dai cantoni di Zurigo (29’854) e Berna (20’196).

L’iniziativa è conosciuta con il nome “Stop OGM”.

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