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No agli esperimenti sui grandi primati

Solo una minima differenza genetica, tra il 2 e il 4%, separa l'uomo dalle scimmie antropomorfe Keystone

Due commissioni federali chiedono il divieto degli esperimenti sulle scimmie antropomorfe e ritegno nella ricerca sulle altre scimmie.

Anche l’uomo un tempo è stato un primate: le scimmie antropomorfe presentano facoltà cognitive ed emotive che vanno rispettate.

No alla sperimentazione sulle scimmie antropomorfe e maggiore ritegno nella ricerca da laboratorio sugli altri primati: è quanto chiedono in un rapporto congiunto la Commissione federale d’etica per l’ingegneria genetica nel settore non umano (CENU) e la Commissione federale per la sperimentazione sugli animali (CFSA).

I primati meritano un trattamento particolare in considerazione delle loro facoltà cognitive ed emotive, si legge nel rapporto, e la sperimentazione deve di conseguenza essere autorizzata in modo più restrittivo.

Le richieste di autorizzazione vanno esaminate in modo interdisciplinare dal punto di vista della scientificità dei metodi e degli obiettivi, secondo regole da fissare sul piano legislativo.

La ricerca su scimmie antropomorfe come orangutan, gorilla, scimpanzé e bonobo, dovrebbe invece essere vietata nel modo più assoluto. Dal punto di vista etico, secondo le due commissioni, è sostenibile solo la ricerca osservativa.

Critica sulle conclusioni delle commissioni Norma Schenkel, zoologa e membro della CFS che, contattata da swissinfo, osserva: “Non serve a molto vietare sperimentazioni sulle scimmie antropomorfe in Svizzera, visto che non ve ne sono. Ma avrebbe avuto più senso vietare invece gli esperimenti clinici dolorosi su tutte le altre scimmie.”

Ricerche accettabili

Klaus Peter Rippe, presidente del CENU, ha ricordato che anche gli uomini sono stati dei primati. Questi posseggono proprietà cognitive complesse, come la capacità di proiezione nel futuro, strategie d’azione, sono in grado di dimostrare dolore e pena e hanno una coscienza di sé.

Non si è può essere del tutto sicuri che queste facoltà siano presenti, ma tutti gli indizi tendono a dimostrarlo. Nel dubbio, bisogna chiaramente mettere in primo piano l’animale, e gli interessi umani devono essere soppesati con estrema cautela.

La legge sulla protezione degli animali in vigore attualmente in Svizzera accetta gli esperimenti sugli animali (comprese le scimmie antropomorfe), se l’interesse per la specie umana prevale sulle sofferenze imposte agli animali, ma esige che lo stress e il dolore siano limitati allo stretto indispensabile.

Le commissioni, ha detto la presidente della CFSA Regula Vogel, si sono in particolare occupate delle ricerche sulla depressione condotte dal Politecnico federale di Zurigo, dove giovani scimmie marmoset (Callithrix jacchus) vengono allontanate dalla madre nell’intento di studiare le conseguenze neurobiologiche dello stress.

Ma molti fattori, oltre allo stress dovuto alla separazione dalla madre, concorrono all’insorgenza della depressione umana. Visti dunque i dubbi sull’utilità delle ricerche zurighesi, i test sono stati interrotti a febbraio.

Diritti fondamentali presto in Spagna?

Recentemente ha suscitato parecchie polemiche in Spagna una discussione parlamentare sul progetto di tutela di alcune specie di scimpanzé, bonobo, gorilla e orangutan.

Il Progetto “Grande Scimmia”, vuole proteggere le scimmie dai maltrattamenti, schiavitù, tortura, morte, ed estinzione, riconoscendo a questi primati alcuni «diritti fondamentali».

Il progetto si basa sulla constatazione che condividiamo il 98,4% dei geni con lo scimpanzé, il 97,7% dei geni con il gorilla e il 96,4% dei geni con l’orangutan. I grandi primati possiedono un livello culturale paragonabile a quelli di un bambino di 2 o 3 anni.

swissinfo e agenzie

Il DNA delle scimmie antropomorfe è per più del 96% simile a quello dell’uomo.

In Svizzera ogni anno vengono utilizzati circa 500 000 animali per la sperimentazione. Nel 1983 erano 2 milioni.

Nel 2004 si trattava per il 90% di roditori.

424 primati sono stati utilizzati quell’anno, due terzi dall’industria e un terzo dagli istituti politecnici e dagli ospedali.

La legge in vigore sulla protezione degli animali prevede che si dovrebbero limitare all’indispensabile gli esperimenti che provocano dolore, danni fisici, stati d’ansia negli animali.

In Svizzera attualmente i grandi primati non vengono utilizzati in nessuna sperimentazione, ma gli esperti vorrebbero che il principio venga iscritto nella legge.

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