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“Prendere posizione è un veleno per la neutralità”

Yvette Estermann

La neutralità è più importante che mai, dice Yvette Estermann, consigliera nazionale dell'Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), perché la Svizzera può fare da mediatrice e promuovere la pace solo se non prende posizione.

Yvette Estermann è nata nel 1967 nell’ex Cecoslovacchia. Ha studiato medicina a Bratislava prima di trasferirsi a Kriens, nel Canton Lucerna, nel 1993. Oggi è consigliera nazionale (Camera bassa del parlamento) eletta dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice). È membro della Commissione per la politica estera dal 2007.

L’origine della neutralità svizzera risale al 20 novembre 1815, dopo il “Congresso di Vienna”. Quel giorno, la Svizzera ottenne dalle grandi potenze un atto di riconoscimento e garanzia della sua neutralità perpetua. Da allora, la Confederazione ha sempre più o meno mantenuto questa neutralità.

Nella guerra franco-prussiana del 1870 e durante la Prima guerra mondiale, la Svizzera ha beneficiato di questa neutralità perché non ha dovuto prendere posizione.

L’aspetto umanitario si è rivelato un punto centrale della neutralità. La Svizzera acquisito importanza durante le due guerre mondiali e durante la guerra fredda. E ha potuto rimanere fuori dagli eventi, il che le ha permesso di aiutare e fare da intermediario. Nessuno può dire quali sarebbero state le conseguenze della Seconda guerra mondiale per la Svizzera se avesse sostenuto Hitler… o l’altra parte.

La neutralità è un bene molto prezioso che gioca un ruolo importante, forse addirittura decisivo, sia in tempo di pace che in tempo di guerra.

Quando andavo alla scuola elementare nell’ex Cecoslovacchia e si discuteva di “notizie dal mondo”, leggevo spesso sul giornale che la Svizzera era al centro delle trattative di pace. All’epoca avevo l’impressione che la Svizzera e la città di Ginevra fossero il cuore degli sforzi di pace del mondo. Ne fui molto colpita.

Così, quando sono arrivata in Svizzera, sono diventata una grande fan del prezioso strumento della neutralità, che purtroppo è diventato il bersaglio di ripetuti attacchi. È bene discutere il suo ruolo e la sua utilità, ma non annacquarlo o ammorbidirlo. È dannoso per il Paese e la sua gente.

“Che bene può fare al mondo o alla Svizzera se ci schieriamo in ogni conflitto?”

È stata l’ex ministra degli esteri, Micheline Calmy-Rey, a coniare il termine “neutralità attiva”. Ma cosa significava questo per la Svizzera? Il Paese ha beneficiato in qualche modo di questo approccio? Al contrario, la Svizzera è meno spesso chiamata a svolgere il ruolo di mediatrice o a condurre colloqui diplomatici tra parti in conflitto. Altri Stati hanno assunto questo compito e penso che sia un peccato. Vorrei che la Svizzera si basasse sulla sua esperienza di successo come mediatrice, in cui la critica dei governi coinvolti o l’interferenza nel conflitto non ha posto e può essere solo di disturbo.

Suona sempre bene dividere le persone in “buoni” e “cattivi” brandendo il rispetto dei diritti umani. Ma come possiamo mediare o promuovere la pace se ci posizioniamo a monte? È un veleno per la neutralità! Mi sembra più importante che mai valutare i conflitti, le controversie e i rimproveri da una posizione neutrale. Che bene può fare al mondo o alla Svizzera se ci schieriamo in ogni conflitto? Rinunciare a giudicare non è un segno di paura o di debolezza. È un modo coraggioso di risolvere i conflitti!

Per quanto riguarda l’impegno della Svizzera in Kosovo: i membri dell’esercito svizzero – come parte della missione internazionale di pace Kosovo Force (KFOR) – sono di grande importanza per la popolazione del Kosovo. Gli abitanti sanno che i soldati appartengono a una nazione neutrale. Questo può non avere un ruolo decisivo al di fuori del Kosovo, ma per i diretti interessati è un fattore importante.

Cosa accadrebbe se la Svizzera rinunciasse alla sua neutralità? Il mondo diventerebbe un posto migliore o più pacifico? Ne dubito, e sono convinta che la Svizzera, come Paese neutrale, debba assumere il suo ruolo considerevole su questo pianeta. Oggi e in futuro. Senza la Svizzera come mediatrice e intermediaria, il mondo sarebbe ancora più caotico. E semplicemente non possiamo permettercelo.

Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente quelle dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione di swissinfo.ch.

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