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Nessuna pietà per la violenza domestica

Il furgoncino di Amnesty farà il giro della Svizzera per combattere la violenza domestica. Amnesty International

Alla vigilia della Giornata mondiale della donna, Amnesty International ha lanciato martedì la campagna "In viaggio contro la violenza domestica in Svizzera".

Un bus dell’organizzazione che si batte in difesa dei diritti umani farà tappa in diverse regioni del paese per sensibilizzare la popolazione, a cominciare dagli uomini.

Con una conferenza stampa a Berna, Amnesty International ha presentato la sua nuova campagna contro la violenza domestica, che provocherebbe la morte di 40 persone all’anno.

Un bus dedicato a questo tema farà tappa fino a metà ottobre in località di sei cantoni: San Gallo, Svitto, Giura, Vallese, Grigioni e, infine, in Ticino. Il bus sosterà una quindicina di giorni in ogni cantone.

Con questa tournée, l’organizzazione umanitaria vuole informare e sensibilizzare la popolazione sulla violenza domestica. L’obiettivo è inoltre di fare pressione sulle autorità perché agiscano maggiormente.

Necessario il contributo degli uomini

Secondo AI la legislazione attuale è poco efficace per prevenire questi drammi familiari.

L’organizzazione che si batte in difesa dei diritti umani chiede l’introduzione di una serie di provvedimenti in tutta la Svizzera per rafforzare la protezione delle donne nella sfera privata.

Tra le misure auspicate vi sono la creazione di centri di accoglienza per le vittime, l’introduzione di programmi di rieducazione per gli autori degli atti di violenza e dei corsi di sensibilizzazione a livello scolastico.

“Anche il contributo degli uomini è indispensabile per lottare efficacemente contro la violenza domestica”, ha dichiarato Daniel Bolomey, segretario generale della sezione svizzera di Amnesty International, nel corso della conferenza stampa.

“Sono infatti gli uomini che dominano il mondo, sia a livello politico che economico. Devono quindi collaborare con le donne che, finora, affrontano da sole questo problema.

Violazione dei diritti umani

La violenza domestica non è generalmente considerata una violazione dei diritti umani e la sua gravità viene sminuita, ha indicato la responsabile della campagna di AI Stella Jegher.

Eppure si tratta della violazione di diritti più quotidiana, ha affermato la rappresentante di AI. Decine di migliaia di donne ne sono vittima ogni anno nel mondo.

Soltanto in Russia si stima che siano almeno 14’000 a perdere la vita ogni anno in seguito ad episodi di violenza domestica.

Per la Svizzera, AI ritiene che vi siano in media 40 decessi all’anno, tenendo conto delle informazioni trasmesse dai mass media.

Solo il mese scorso, la stampa ha dato notizia della morte di 4 donne, vittime della violenza del marito o del partner.

Purtroppo, ancora oggi, non esiste alcuna statistica nazionale in grado di fornire indicazioni precise sulla portata di questo fenomeno, hanno rilevato i responsabili di AI.

swissinfo e agenzie

In Svizzera, dal primo aprile 2004, la violenza domestica è un reato perseguito d’ufficio. Non è più necessaria la denuncia da parte della vittima.

La Prevenzione svizzera della criminalità fa la distinzione tra quattro tipi di violenza coniugale: fisica, psicologica, sessuale ed economica.

San Gallo è stato il primo cantone ad adottare delle misure che prevedono l’allontanamento forzato dal coniuge violento dal domicilio della coppia.

Decine di migliaia di donne muoiono ogni anno in seguito a violenze subite tra le mura domestiche (dati Amnesty International).
In Svizzera, una donna su cinque e vittima di minacce, percosse, costrizioni o violenze sessuali tra le mura domestiche.
Nel 2005, in Svizzera 40 donne sono morte in seguito ad episodi di violenza domestica (dati evinti dai media, manca una statistica nazionale).
L’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo stima a 400 milioni di franchi i costi diretti generati dalla violenza contro le donne.

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