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Nepal, la ricostruzione con le ONG svizzere

Passata la fase degli aiuti d'emergenza, Caritas, Helvetas e Solidar Suisse avviano progetti di realizzazione di case e scuole resistenti ai sismi

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A quasi un anno dal terremoto in Nepal, che provocò migliaia di morti, alcune organizzazioni assistenziali svizzere tracciano un primo bilancio del loro lavoro svolto sul terreno.

Passata la fase degli aiuti di emergenza, Caritas, Helvetas e Solidar Suisse avviano ora vari progetti di ricostruzione. Al centro dell’attenzione, come è stato spiegato martedì a Zurigo, ci sono case e scuole resistenti ai sismi.

Il 25 aprile del 2015 un terremoto di magnitudo 7,8 provocava in Nepal più di 9 mila morti, centinaia di migliaia le abitazioni distrutte.

Oltre all’aiuto di emergenza, una delle priorità centrali per le organizzazioni svizzere era stata subito la costruzione di edifici scolastici provvisori in un distretto a est di Kathmandu, che erano andati quasi completamente distrutti, come ricorda oggi il responsabile del progetto Nepal di Caritas, Stefan Ege.

“Era una delle preoccupazioni principali della popolazione: far di nuovo andare subito a scuola i loro bambini. Per questo avevamo deciso di costruire immediatamente scuole provvisorie e di progettare la costruzione di nuovi edifici scolastici permanenti.”

Ora, Caritas e Helvetas costruiranno assieme 34 edifici definitivi per sostituire le scuole provvisorie. Un programma da 11 milioni di franchi, cofinanziato dalla Catena della solidarietà.

La costruzione delle prime cinque scuole, questo il modello, è appena iniziata negli scorsi giorni. “Il Nepal è una zona altamente sismica”, osserva Ege, “ma possiamo costruire edifici sicuri e le scuole che costruiamo potranno resistere a un terremoto pari o superiore a quello vissuto un anno fa.”

Non solo scuole. Le organizzazioni progettano anche abitazioni sicure e formano la popolazione locale.

“La nostra intenzione”, spiega Franz Gähwiler, coordinatore del progetto Nepal di Helvetas, “è di formare entro la fine dell’anno dalle 3 alle 4 mila persone nella costruzione di edifici antisismici. Persone che sono già attive nell’edilizia e che ora apprendono tecniche speciali per costruire case più sicure.”

Il progetto è partito con qualche mese di ritardo, a causa dell’instabilità politica in Nepal. Ma ora i lavori di ricostruzione avanzano a pieno ritmo.

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