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Corina Gredig: costruire un ponte tra società, economia e ambiente

Corina Gredig
Corina Gredig vuole difendere a Palazzo federale anche i diritti delle future generazioni. Thomas Kern/swissinfo.ch

La Svizzera deve assumere un ruolo guida a livello mondiale nella protezione dell’ambiente e del clima, ritiene Corina Gredig. La giovane deputata verde liberale vuole battersi a Berna per una politica sostenibile, in grado di conciliare gli interessi – spesso contrastanti – della società, dell’economia e dell’ecologia.  

“Ho raccolto un’impressione molto positiva della mia prima sessione alle Camere federali nel dicembre scorso. Mi sembra innanzitutto che via sia un grande rispetto per gli altri parlamentari, anche se sostengono posizioni diverse, e che sia possibile discutere e scambiare opinioni, superando le barriere partitiche e linguistiche”, osserva Corina Gredig. 

La giovane deputata zurighese figura tra i rappresentanti di nuova generazione verde e femminile che stata sospinta nell’ottobre scorso da una marea di voti nel Parlamento svizzero. Mai come in questa legislatura così tanti seggi delle Camere federali sono occupati da donne e da verdi, tra membri del Partito ecologista svizzero (PES) e quelli del Partito dei verdi liberali (PVL).

“Alcuni veterani tra i parlamentari hanno detto che si respira un nuovo clima a Palazzo federale. Spero che sia così e che vi sia ora la possibilità di portare avanti delle proposte trasversali tra giovani o donne, indipendentemente dall’appartenenza ad un partito o all’altro. Ci abbiamo già provato in dicembre sulla questione del servizio civile, ma ci sono mancati alcuni voti”. 

Vacanze in treno 

Cresciuta nella periferia di Zurigo, Corina Gredig non sembrava predestinata ad imbracciare la carriera di parlamentare a Berna. A casa si parlava di politica con il padre, ma i genitori non erano particolarmente politicizzati. La deputata zurighese è la prima della sua famiglia a seguire una formazione accademica: nel 2008 ha avviato studi di scienze politiche ed economia all’Università di Zurigo. 

Ritratti di neolette parlamentari

Dalle elezioni federali dello scorso ottobre è uscito il parlamento più femminile della storia svizzera

Anche se la parità non è ancora raggiunta, le deputate occupano il 42% dei seggi nel Consiglio nazionale, la Camera del popolo. 

Per rendere conto di questo evento, swissinfo.ch propone il ritratto di otto neoelette di altrettanti partiti.

“Mi interessava soprattutto capire come funziona l’insieme della società dal profilo politico ed economico, dato che sono due cose molto legate”. Sono anni piuttosto impegnativi: durante questo periodo Corina Gredig mette al mondo due figli, lavora per pagarsi gli studi e inizia la sua carriera politica. Come è riuscita a conciliare tutte queste attività? 

“Di certo ho avuto una vita abbastanza movimentata”, ammette ridendo. “Ci ho messo un po’ di più di altri a concludere gli studi. E poi non ho potuto permettermi alcune cose. Non ho avuto ad esempio la possibilità di viaggiare molto”. Un ritardo che non intende però colmare, cosciente dei problemi climatici. 

Negli ultimi 5 anni ho preso solo una volta l’aeroplano per un viaggio privato. “Viaggio volentieri con il treno, anche per andare in vacanza. Chiaramente ci sono delle restrizioni. Dico ai miei figli che possono prendere con loro solo quello che riescono a portare. Non sette orsacchiotti, ma uno solo”. 

Ricette liberali per una società verde 

E cosa l’ha spinta a passare da studiosa di scienze politiche a politica attiva? “Come politologa si può osservare cosa fanno i politici. È un lavoro molto appassionante, ma personalmente mi interessava di più poter partecipare attivamente, costruire e cambiare qualcosa. Sono così entrata in un partito, il partito che mi era più vicino. Ho compilato Smartvote e il mio profilo corrispondeva a quello dei verdi liberali”. Nel 2010 è entrata nel PVL del Canton Zurigo, di cui ha assunto nel 2018 la copresidenza. 

Dopo il PES, nato nel 1983, il PVL è l’unico partito creato negli ultimi decenni che appare in grado di poter mantenersi saldamente nello scacchiere politico nazionale. Lo schieramento di centro è stato fondato nel 2004 da membri dell’ala liberale dello stesso PES, posizionato a sinistra. Nelle elezioni dello scorso ottobre il partito di centro ha conquistato il 7,8% dei suffragi, staccando 16 seggi alla Camera del popolo. 

Il PVL vuole costruire una società sostenibile, ma con ricette liberali. I verdi liberali sono convinti che anche l’economia possa trarre vantaggio dalla grande svolta energetica, che dovrebbe portare ad un abbandono graduale dell’energia nucleare e fossile. Tale scopo non va però raggiunto con divieti e imposizioni, ma con l’introduzione di incentivi per favorire l’efficienza, i risparmi energetici e le fonti rinnovabili. 

Necessarie delle visioni 

“Per me, il PVL è come un ponte tra la società, l’economia e l’ambiente. O perlomeno cerca di esserlo, di farlo: non è così facile conciliare interessi diversi come questi. I Verdi liberali si sono dati come obbiettivo di trovare un equilibrio tra questi interessi contrastanti. Non cercano di gestire fossati, ma di far fondere cose comuni. È ciò che mi sembrava fondamentale quando ho pensato di impegnarmi politicamente”, spiega Corina Gredig. 

Il profilo politico di Corina Gredig, in base alle sue risposte al questionario smartvote.

Grafico
Smartvote.ch

“Non sono una persona degli estremi. La Svizzera è un paese al centro all’Europa. Una politica di compromesso figura un po’ nella natura della Svizzera. Siamo una nazione costruttiva, soluzioni costruttive e pragmatiche ci hanno sempre permesso di andare molto lontano. Mi sono detta che volevo trovare soluzioni, non suscitare indignazione”. 

Secondo la deputata zurighese, la Svizzera può assumere un ruolo guida a livello mondiale in campo ambientale e climatico. “Possiamo rinunciare sia al petrolio che all’atomo. Non è una cosa fattibile in 10 anni, ma dobbiamo avere delle visioni. Se nel 19esimo secolo avessimo detto semplicemente che non era possibile costruire una galleria sotto il San Gottardo, quest’opera pionieristica non sarebbe mai stata realizzata. La mia visione della Svizzera non è di un paese alpino chiuso su se stesso, ma di un paese che vuole prendersi cura della natura. Sono convinta che ce la faremo. Abbiamo un grande sapere tecnologico… e anche le risorse finanziarie”. 

Qualcosa è andato storto 

Dal profilo finanziario, Corina Gredig dice di non capire la strenua difesa dell’economia del petrolio da parte delle forze di destra, a cominciare dall’Unione democratica di centro (UDC). “La maggior parte di queste energie fossili proviene da paesi dittatoriali o in guerra. Non sono prodotti indigeni. Proprio i partiti conservatori dovrebbero sostenere i prodotti locali. Non vogliamo solo carne svizzera, ma anche energia prodotta in Svizzera. Non capisco perché l’UDC, che si dice vicina ai contadini, non abbia riconosciuto il potenziale delle energie rinnovabili”. 

Corina Gredig 

Nata nel 1987, Corina Gredig è cresciuta nella periferia di Zurigo. Ha ottenuto un master in scienze politiche all’Università di Zurigo dedicato alla democrazia digitale. 

Nel 2010 è entrata nel Partito verde liberale, presso il quale ha rivestito diversi incarichi. Nel 2015 ha fondato il GLP Lab, un Think Tank che mira a promuovere la partecipazione politica dei cittadini per sviluppare idee innovative e iniziative ecologiche e liberali. 

Nel 2018 è stata eletta nel parlamento della città di Zurigo e ha assunto la copresidenza della sezione cantonale del PVL Nell’ottobre scorsa è stata eletta nel Consiglio nazionale (Camera del popolo).

Nonostante il rovescio subito nel 2015 dall’iniziativa del PVL “Imposta sull’energia invece dell’IVA”, la giovane deputata considera fondamentale una riforma fiscale ecologica: servirebbe a tassare le energie fossili e a ridistribuire i proventi a coloro che rispettano l’ambiente e il clima. “Oggi, di solito, non paghiamo il vero prezzo per un prodotto. Pensiamo ad esempio a prodotti non sostenibili: saranno le prossime generazioni a pagarne il prezzo. O pensiamo a prodotti fabbricati da bambini o donne in paesi poveri: sono spesso loro a pagarne il vero prezzo con il loro lavoro sottopagato”.  

“Bisogna quindi rafforzare la trasparenza sull’origine, la fabbricazione e i costi reali di un prodotto. Oggi un volo da Zurigo a Londra costa quanto un pasto a buon mercato in Svizzera. Ciò non è possibile, se si tiene conto del denaro che sarà necessario per ridurre il suo impatto ambientale. Mentre un viaggio sulla stessa distanza in treno costa 300 o 400 franchi. Tutti possono rendersi conto che qualcosa è andato storto”. 

Nuova generazione con una coscienza ambientale 

Sostenibilità, sottolinea Corina Gredig, non può valere soltanto a livello ambientale. “Non possiamo neppure lasciare dei fardelli finanziari alle prossime generazioni. È una bella cosa che diventiamo più vecchi, ma dobbiamo anche adeguare l’età di pensionamento alla speranza di vita. Se oggi spendiamo troppi soldi della previdenza per la vecchiaia, qualcuno dovrà poi guadagnarli e non è giusto che siano i nostri figli”. 

La giovane parlamentare è convinta che uno sviluppo sostenibile possa essere raggiunto solo con l’impegno di tutti. “Non possiamo limitarci a dire che le grandi banche sono colpevoli poiché investono i loro soldi in modo non sostenibile. Credo che dobbiamo cambiare tutti qualcosa: non possiamo continuare a volare così spesso, avere così tante automobili e vivere in spazi così grandi”. 

Ma, nonostante le minacce climatiche e ambientali, Corina Gredig si dice piuttosto ottimista, guardando alla ‘generazione Greta’: “Credo che questa generazione sia veramente impregnata dal concetto di sostenibilità e da una coscienza ecologica. Sono convinta che la protezione dell’ambiente diventerà una cosa ovvia per tutti”.

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