Prospettive svizzere in 10 lingue

«Forse i film andrebbero sottotitolati in linguaggio SMS»

I sottotitoli faranno la fine dei dinosauri, come nel film Jurassic Park del 1993? Il quarto episodio, la cui uscita nelle sale è prevista per il 2015, sarà probabilmente visto per lo più in versione doppiata. AFP

I festival cinematografici come quello di Locarno, in programma dal 7 al 17 agosto, sono tra gli ultimi luoghi rimasti dove poter vedere ancora film non doppiati. Non c'è il rischio che le pellicole in versione originale scompaiano? Swissinfo.ch ha raccolto il parere di diversi esperti.

«Fino a due anni fa pensavo che se le cose fossero andate avanti così, in cinque anni non avremmo più avuto i sottotitoli. Ora però sono più ottimista», spiega Leo Baumgartner, responsabile della Warner Bros Svizzera.

«Grazie alla digitalizzazione, anche le piccole sale fuori città trasmettono film in versione originale, una sera a settimana, e questo ci dà speranza. Con le costose pellicole da 35mm sarebbe stato impossibile».

Mentre il numero totale di spettatori nelle sale svizzere è rimasto più o meno stabile nell’ultimo decennio (16’962’996 nel 2003 contro 15’888’585 nel 2012), le statistiche di ProCinema, l’associazione che riunisce i distributori di film e i proprietari delle sale, mostrano come nello stesso periodo la proporzione di pellicole in lingua originale (sottotitolate) sia scesa dal 55 al 42 per cento.

Stati Uniti: 129 nuove distribuzioni – 8’979’655 spettatori – quota di mercato del 56,52%

Francia: 110 – 2’659’527 – 16,74%
Gran Bretagna: 26 – 1’718’517 – 10,82%
Svizzera: 80 – 796’410 – 5,01%

Germania: 38 – 526’491 – 3,31%
Nuova Zelanda: 1 – 415’357 – 2,61%

L’Italia si trova all’ottavo posto, con una quota di mercato dello 0,55% e 60 nuove distribuzioni.


In totale, nel 2012 sono usciti nelle sale film provenienti da oltre 60 paesi.

 

(Fonte: ProCinema)

Come si spiega questa contrazione? Nessuno lo sa per certo. Distributori e proprietari di sale cinematografiche puntano solitamente il dito contro i giovani adolescenti, a loro modo di vedere troppo pigri o troppo incolti. Per Frank Braun, manager di due cinema indipendenti (il Riffraff di Zurigo e il Bourbaki di Lucerna), questa tesi è però «poco convincente».

Dal suo punto di vista, la gente scommette normalmente su ciò che frutta più denaro: «È la vera causa di questo sviluppo».

Dato che nel 2012 i blockbuster americani hanno garantito due terzi delle entrate, i distributori sembrano aver ceduto di fronte alle rimostranze degli adolescenti, secondo cui se pagano fino a 20 franchi il biglietto, vogliono per lo meno essere in grado di comprendere il film.

Leo Baumgartner non nega che l’aspetto finanziario giochi un ruolo importante. «Se investiamo molto nei sottotitoli, ma poi soltanto un 10 per cento scarso va a vedere un film in lingua originale, è chiaro che iniziamo a rimettere in questione la nostra scelta».

Ciò nonostante, non tutti i giovani hanno la fobia dei sottotitoli. Molti preferiscono le versioni originali per diverse ragioni, tra cui la possibilità di migliorare le loro conoscenze linguistiche o il piacere di assaporare l’umorismo anglofono, che spesso va perso con le traduzioni.

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Una vecchia tradizione

«La Svizzera è un’eccezione! E lo è da molto tempo», afferma Xavier Pattaroni del gruppo Cinemotion, proprietario di tre sale nella Svizzera francese. «Se si paragona la programmazione in città come Zurigo, Berna, Losanna o Ginevra, con quella di sale analoghe in Francia o Germania, si nota come al di là della frontiera i film da botteghino siano esclusivamente doppiati».

Sarà per via che la Svizzera ha quattro regioni linguistiche e una popolazione teoricamente abituata a leggere altri idiomi? Per Pattaroni è difficile dirlo.

«Una volta, vedere i film in lingua originale era probabilmente alla moda. Non sono sicuro che sia ancora il caso. In Svizzera la tendenza a favorire le versioni originali è stata senza dubbio più forte rispetto ad altri paesi europei».

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Generazione SMS

I doppiaggi hanno però conquistato sempre più terreno nella Svizzera tedesca. Il punto di svolta è arrivato nel 2007, quando per la prima volta  sono stati venduti più biglietti per i film doppiati che per quelli sottotitolati.

Facciamo un esempio: nel 1998 esce Titanic, di James Cameron. Il film di maggior successo di tutti i tempi in Svizzera viene mostrato nelle sale soltanto in inglese, sottotitolato. Quando nel 2012 arriva l’adattamento in 3D, il pubblico ha accesso anche alla versione doppiata. «Quasi nessuno però voleva vedere il film in inglese», secondo Philippe Tätschler, manager del gruppo Kitag, principale gestore di sale cinematografiche in Svizzera.

Xavier Pattaroni ipotizza che la generazione Facebook e Twitter spenda ormai così tanto tempo online che quando va al cinema non ha semplicemente più voglia di leggere. «Forse i film dovrebbero essere sottotitolati nel linguaggio SMS», dice in tono scherzoso. «Così magari li troverebbero cool!».

Ma i giovani d’oggi non parlano meglio inglese rispetto a venti o trent’anni fa? «Apparentemente non è così, anche se lo si è creduto per molto tempo», risponde Leo Baumgartner. «Sanno molte parole in inglese e le usano volentieri, ma quando si tratta di capire la lingua o di parlarla, è diverso. È davvero peccato: perdono l’opportunità di vedere un film in versione originale e allo stesso tempo di imparare l’inglese». 

SVIZZERA TEDESCA

– Film indipendenti: versione originale con sottotitoli in tedesco e francese, a volte unicamente in tedesco.

 – Blockbusters: di solito sono disponibili entrambe le versioni, anche se quella sottotitolata spesso ha una vita più breve nelle sale. Alcuni film d’animazioni per bambini in 3D sono disponibili solo in versione doppiata.

SVIZZERA FRANCESE

– Film indipendenti: versione originale con sottotitoli in tedesco e francese, a volte unicamente in francese.

– Blockbusters: doppiaggio in francese.

SVIZZERA ITALIANA

– Film indipendenti: versione originale con sottotitoli in tedesco e francese.

– Blockbusters: doppiaggio in italiano

Sottotitoli in via d’estinzione?

Così mentre i doppiatori in Germania, Francia e Italia si fregano le mani, in Svizzera chi si occupa di sottotitoli accusa il colpo. Nelle tre regioni linguistiche, infatti, vengono semplicemente importati i film doppiati che hanno riscontrato maggior successo oltrefrontiera.

«Le società come la nostra sono cresciute sottotitolando le pellicole di 35mm [attraverso un’incisione laser sui nastri, particolarmente costosa, ndr]. Questo processo però è quasi scomparso», spiega Ronald Ducrest, responsabile della Titra, società con sede a Ginevra e specializzata nella sottotitolazione. «Con il digitale, i sottotitoli in tedesco o francese possono essere messi su un disco rigido in India o in Polonia! Il testo viene spedito via email e aggiunto con uno speciale software. Ciò significa che molte aziende non hanno più bisogno di noi».

Il fatturato della Titra è in caduta libera da tre anni a questa parte. Ducrest racconta che fino a sei anni fa l’azienda impiegava sette persone, mentre oggi ne è rimasta una sola, che sottotitola i film usando un disco rigido. La tecnica laser è ormai scomparsa.

Nonostante le difficili condizioni di mercato, Ducrest si dice piuttosto ottimista. Molti distributori si rivolgono a società estere, «che costano poco, ma garantiscono una pessima qualità». «Anche noi abbiamo cercato di collaborare con aziende estere, ma il livello era troppo basso per la Svizzera: i film erano tradotti male, i sottotitoli piazzati in modo sbagliato. Penso che molti distributori preferiscano pagare un po’ di più, ma avere sottotitoli in ordine».

Battute intraducibili

Gli esperti dell’industria cinematografica contattati da swissinfo sembrano concordare su un punto: la versione originale è senza dubbio la migliore. Per Leo Baumgartner, «non c’è nemmeno da chiederselo!». D’altronde, sottolinea, «nessuno nel mondo del cinema guarda film doppiati».

Pattaroni ritiene che una voce originale sia un’esperienza diversa rispetto a una doppiata. «Poi c’è la questione dell’humor. Alcune battute possono essere tradotte in altre lingue e funzionano bene. Altre invece sono semplicemente intraducibili». Il programmatore delle sale Cinemotion cita l’esempio del film “Bienvenue chez les Ch’tis” (Giù al Nord, di Dany Boon), che nel 2008 ha battuto quasi tutti i record al botteghino in Francia. L’umorismo, i giochi di parole e di pronuncia non hanno però sedotto il pubblico all’estero, malgrado gli sforzi di traduzione e sottotitolazione.

Gli organizzatori del Festival del film di Locarno concordano e sulle rive del Lago Maggiore i cinefili potranno vedere oltre 250 film proprio come i loro registi li hanno concepiti.

(Traduzione dall’inglese: Stefania Summermatter)

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