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Nel cielo di Locarno stelle luminose

Festival di Locarno: le luci del cinema di accendono su Piazza Grande. www.pardo.ch

Alcune delle stelle che si muovono attorno al mondo del cinema, si fermeranno a Locarno in occasione della 58esima edizione del Festival internazionale del film.

I loro nomi? Per esempio John Malkovich, Susan Sarandon, Wim Wenders, Abbas Kiarostami, Vittorio Storaro, Laurie Anderson.

Nomi importanti che si aggiungono alla lista di altre personalità interpreti dei linguaggi dell’arte, come Christo e Jeanne-Claude, Mario Botta e Massimiliano Fuksas, l’ideatore del Nuovo polo fieristico di Milano.

Locarno, come spiega a swissinfo il direttore artistico Irene Bignardi, gioca anche quest’anno la carta dell’interdisciplinarietà. Intesa come crocevia della creatività, in cui i percorsi del cinema in quanto tale e di tutto quanto nutre il cinema, si intrecciano.

Tanto da trasformare il Festival internazionale del film in una piccola Biennale d’Arte. E anche in questa edizione gli esempi e le occasioni non mancano.

I sentimenti della luce

Come direttore della fotografia, ha vinto l’Oscar per “Apocalypse now”, “Reds” e “L’ultimo imperatore”. Sette suoi film saranno proiettati a Locarno per rendergli omaggio. Stiamo parlando di Vittorio Storaro, che ha lavorato con i registi più famosi. E che con Locarno ha un rapporto davvero speciale.

L’anno scorso la Società Elettrica Sopracenerina ha infatti affidato al grande maestro il progetto di illuminazione “La città ideale”, per vestire Locarno di luci.

Percorsi luminosi guidano idealmente le persone, fino a scoprire i luoghi simbolo della città, illuminati con colori diversi, a ciascuno dei quali corrisponde una virtù.

Ma c’è di più. “Scrivere con la luce – Doppie impressioni: tra fotografia e cinematografia” è il titolo della mostra dedicata a Vittorio Storaro presso la pinacoteca comunale Casa Rusca (fino al 4 settembre).

In programma anche una “masterclass” su cinema e luce. E la partecipazione al Forum con l’architetto ticinese Mario Botta, anch’egli grande interprete della luce negli spazi urbani.

Avvolti nell’effimero

Dagli abiti di luce, agli impacchettamenti d’autore. Locarno, nel quadro della sezione “In Progress”, punta i riflettori su Albert Maysles.

Maysles è un regista di spicco che attraverso i suoi documentari illustra e racconta i lavori della coppia Christo e Jeanne-Claude.

I loro “impacchettamenti” effimeri – considerati espressione della corrente artistica “Land Art” – sono sempre degli eventi, come il “Wrapped Reichstag”, progetto iniziato nel 1971 e portato a termine nel 1995.

Grazie ai film di Albert Maysles, “è possibile vivere i diretta e da una prospettiva unica – osservano i responsabili del Festival – la realizzazione delle coraggiose, emozionanti opere dei due grandi artitsti”, che saranno presenti a Locarno.

E’ diventato il titolo di un film

La seconda edizione dell’ “Excellence Award” premierà il lavoro di John Malkovich, l’unico attore al mondo il cui nome è diventato il titolo di un film. “Being John Malkovich”, di Spike Jonze, sarà proiettato in Piazza Grande, che avrà l’onore di accogliere il celebre attore americano.

“Rappresentante di una scuola attoriale ironica e giocosa”, spiega Irene Bignardi, Malkovich è indubbiamente un artista con grandissime capacità, di grande valore, capace di affascinare tanto sullo schermo quanto sul palcoscenico.

L’interprete di “Le relazioni pericolose”, “Il tè nel deserto”, “La maschera di ferro” – che vive in Francia – non solo sarà presente a Locarno per l’omaggio a lui tributato. Ma terrà anche un workshop dedicato al mestiere dell’attore.

Anche la celebre attrice Susan Sarandon – impegnata in prima linea per i diritti civili – sarà sulle rive del Verbano. E la sera dell’8 agosto salirà sul palco di Piazza Grande per ricevere il riconoscimento “Excellence Award”.

La Piazza e le periferie del benessere

Quattordici i film proiettati in Piazza Grande, di cui due anteprime mondiali e cinque anteprime internazionali. Il film di Robert Altman “Nashville” – uno dei preferiti della direttrice Irene Bignardi – chiuderà la 58esima edizione del Festival.

Tra le proposte, un nuovo prodotto indiano della migliore “Bollywood” che, dopo lo strepitoso successo di “Lagaan” nel 2001, presenta “The Rising” di Ketan Mehta.

Ambiente da “mille e una notte” con il film francese “Zaina, cavalière de l’Atlas” di Bourlem Guerdjou. “Una storia fantastica che testimonia come l’immaginario europeo sia sempre attratto e affascinato dalle leggende arabe”.

Ma Locarno è anche impegno civile e morale. La sezione dedicata ai Diritti umani è ormai diventata un punto di riferimento autorevole. Per i film di denuncia, che documentano un’umanità calpestata e che invitano il mondo intero a non chiudere gli occhi sulle violazioni dei diritti umani.

Il programma prevede sedici pellicole, tra cui spiccano due film provenienti dall’Iraq: “Little Birds” e “Voices of Iraq”. E poi anche opere sui diritti dei bambini in Giappone, sulle donne in prigione in Iran e negli Stati Uniti, sulla casta indiana degli “intoccabili”.

E soprattutto un momento di riflessione: per non dimenticare chi vive alla periferia del benessere, per non scordare quell’umanità a cui sono negati i diritti fondamentali e la possibilità di parlarne.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

La 58esima edizione del Festival di Locarno si svolge dal 3 al 13 agosto
Le pellicole proposte Locarno provengono da 38 paesi
In programma in Piazza Grande 14 film
Le opere che si contendono il Pardo d’oro sono 15
Sono 16 i lavori presentati nella sezione Diritti umani
I Pardi d’onore sono 3 e saranno assegnati a Wenders, Kiarostami e Gilliam

John Malkovich animerà un workshop sul mestiere d’attore. E Susan Sarandon incontrerà il pubblico di Locarno.

Vittorio Storaro aggiungerà al percorso luminoso del progetto “La città ideale”, l’illuminazione del Santuario della Madonna del Sasso.

Un omaggio doveroso anche ad Harlad Szeeman, definito dall’ONU il “più grande costruttore di mostre”.

E poi due mostre fotografiche: di Edo Bertoglio (a Casorella, da 5 al 14 agosto) e di Lars Müller che propone al Teatro Paravento (dal 6 al 14 agosto) un viaggio attraverso il paesaggio dei diritti umani.

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