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Nei rifugi a Lugano c’è un posto per tutti

Le porte chiuse di un rifugio antiatomico.
L'entrata di uno dei rifugi antiatomici costruiti durante la Guerra fredda. © Keystone / Christian Beutler

La città di Lugano è la prima in Svizzera a creare una mappa dei posti disponibili nei rifugi protetti per i propri cittadini. Tra strutture pubbliche e private, in caso di necessità, è in grado di accogliere oltre 9'700  persone in più della sua attuale popolazione: lo hanno fatto sapere le autorità cittadine.

“Abbiamo avuto negli ultimi due mesi e mezzo cittadini residenti a Lugano che hanno chiesto informazioni in cancelleria o tramite mail”, spiega Tiziano Galeazzi del Dicastero consulenza e gestione di Lugano, “e la stessa domanda è stata posta anche da persone che vogliono trasferirsi qui”.

“L’ultima volta che questo tema era di interesse è stato negli anni ’80 e dopo la caduta del muro di Berlino tutti lo ritenevano una cosa del passato”, aggiunge Giorgio Marich, dell’Ufficio di statistica di Lugano. “Noi comunque intendiamo aggiornare e diffondere questi dati pubblicamente e con regolarità, perché viene ritenuto dal Municipio un contributo positivo alla dimensione soggettiva della sicurezza”, afferma.

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Ad oggi, nessun’altra città in Svizzera, con un Servizio di statistica urbano, si è chinata sul tema come ha fatto la città di Lugano con questo studio secondo cui, oggi, gli edifici pubblici nei diversi quartieri luganesi offrono rifugio per nemmeno il 5% della popolazione. Ma se si aggiungono le disponibilità dei privati si sale al 115%: un surplus.

“Dall’inizio degli anni 2000 i parametri prescritti dalla legge sono diminuiti molto”, spiega Aldo Facchini, comandante della protezione civile della città di Lugano. “Dalla categoria di edifici dove la realizzazione di rifugi è obbligatoria sono usciti moli tipi di costruzioni. Sono rimaste unicamente gli edifici adibiti alle abitazioni e le strutture, mentre sono stati tolti per esempio i supermercati, gli uffici, i ristoranti e i bar”.

Periodo storico e tipo di edilizia influiscono sulle disponibilità: tra i vialetti storici di Gandria la disponibilità è nulla, ma tra i grandi palazzi del centro città è del 251%. Poco importa se invaso di cartoni: ogni spazio, in caso di catastrofe deve essere a disposizione in 48 ore.

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