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Negli ospedali svizzeri “il motore è ormai surriscaldato”

personale medico e militari
Come già l'anno scorso, i militari svizzeri potrebbero presto ritornare in corsia. Keystone / Laurent Gillieron

Il sistema ospedaliero elvetico sta raggiungendo i suoi limiti e la riduzione della qualità delle cure non è "troppo lontana", hanno avvertito martedì gli esperti della Confederazione. L'esercito, intanto, è di nuovo pronto a dare una mano.

Quasi 10’000 nuovi casi, 28 decessi e 125 persone ricoverate in ospedale: sono questi i dati delle ultime 24 ore della pandemia in Svizzera.

A preoccupare è soprattutto la situazione nei nosocomi. A livello nazionale, il tasso d’occupazione è dell’81%, ma in alcuni Cantoni, ad esempio a Zurigo, si avvicina al 90%. I pazienti Covid occupano circa il 7% dei letti di cure acute. Nei reparti di cure intense, il tasso di occupazione è simile, ma il numero di pazienti Covid è sensibilmente più elevato. Nel Canton Berna, ad esempio, sui 90 letti a disposizione, in data 6 dicembre 32 erano occupati da pazienti Covid e solo 11 letti erano ancora liberi.

Soprattutto non vaccinati e anziani

“Il motore è ormai surriscaldato”, ha dichiarato martedì durante la conferenza stampa settimanale della task-force Covid-19 della Confederazione Rudolf Hauri, medico cantonale di Zugo e presidente dell’associazione nazionale dei medici cantonali. E per il momento non vi è in vista nessun raffreddamento duraturo.

Se lo sviluppo epidemiologico non viene rallentato rapidamente, questo avrà conseguenze per tutti i pazienti, gli ha fatto eco Urs Karrer, vicepresidente della task-force. Attualmente negli ospedali vengono curati principalmente due gruppi di pazienti. Da una parte persone tra i 40 e i 70 anni che non sono state vaccinate nonostante i fattori di rischio. Il secondo gruppo, più ampio, comprende invece persone tra i 70 e i 90 anni che soffrono di molte malattie pregresse e non hanno ancora ricevuto la terza dose di vaccinazione, ha spiegato Karrer, che è primario per le malattie infettive all’ospedale cantonale di Winterthur.

Soglia critica

“Possiamo correre ai ripari con la vaccinazione e i richiami, preferibilmente prima di Natale”, ha sottolineato. Attualmente, ci sono 263 pazienti Covid nei reparti di terapia intensiva. Se la tendenza non si inverte presto, la soglia critica di 400 pazienti nelle cure intense (che dispongono attualmente di 850 posti in tutti gli ospedali svizzeri) potrebbe essere superata prima della fine di dicembre.

A quel punto scatterebbe il triage dei pazienti: gli standard abituali delle terapie non potrebbero essere assicurati, ha detto l’infettivologo. I dati dell’anno scorso hanno mostrato che in un simile caso, bisognerà fare i conti con un aumento della mortalità fra i pazienti Covid.

“Lo sviluppo può ancora essere influenzato positivamente”, ha sottolineato Karrer. In Germania e in Austria, con un livello di immunizzazione simile a quello della Svizzera, le infezioni sono diminuite grazie alle misure per ridurre i contatti.

“Quali siano le misure appropriate è una questione che riguarda le autorità e i politici”, ha proseguito Karrer. In una tale situazione, la velocità di attuazione è cruciale. L’effetto delle misure introdotte lunedì si vedrà soltanto fra dieci giorni.

Sostegno dell’esercito

Intanto, per venire in aiuto al settore sanitario, il Governo ha deciso martedì di mettere a disposizione 2’500 soldati. Obiettivo principale: fornire sostegno agli ospedali nella cura e nel trasporto di pazienti, nonché ai Cantoni nella vaccinazione, indica il Dipartimento federale della difesa.

È la terza volta dall’inizio della pandemia, dopo la primavera e l’autunno del 2020, che le forze armate prestano il loro aiuto. Le prestazioni di sostegno dell’esercito saranno fornite in primo luogo da formazioni che stanno svolgendo il corso di ripetizione, da volontari con istruzione sanitaria e da militari in ferma continuata delle truppe sanitarie.

Il ricorso ai militari avviene su richiesta dei Cantoni, che dovranno però dimostrare di aver esaurito tutti i mezzi e gli strumenti civili a loro disposizione, ossia i mezzi della protezione civile, del servizio civile, dei pompieri e quelli del settore privato.

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Partite di hockey solo per vaccinati o guariti

Ed è di oggi anche la notizia che da subito solo le persone vaccinate o guarite potranno assistere alle partite di hockey su ghiaccio della prima e della seconda lega svizzera.

Venerdì scorso, il Governo federale aveva deciso di lasciare la possibilità agli organizzatori delle manifestazioni al chiuso o all’aperto di optare o per il sistema 3G attualmente in vigore (accesso a vaccinati, guariti e testati), ma con obbligo di mascherina, o per il sistema 2G (solo vaccinati e guariti), ma senza obbligo di mascherina.

I club di hockey si sono espressi all’unanimità per la seconda possibilità, che permette anche di consumare bevande e cibi senza nessuna restrizione (obbligo di stare seduti).

Nel servizio le reazioni dei tifosi alla Gottardo Arena di Ambrì Piotta.

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