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Negare genocidio armeno è razzismo

La Corte suprema elvetica ha confermato la condanna di un deputato europeo del Partito del lavoro turco che in una manifestazione nel cantone di Zurigo aveva definito il genocidio armeno una "menzogna internazionale". La sentenza è stata pubblicata proprio nel giorno della visita in Svizzera di una delegazione armena.

Ali Mercan è stato riconosciuto colpevole di violazione della norma penale antirazzismo per le affermazioni proferite durante una manifestazione pubblica a sostegno del nazionalista turco Dogu Perinçek, tenuta nel giugno 2007 a Winterthur.

Condannato in primo grado nell’ottobre 2008 dal tribunale distrettuale di Winthertur a una pena pecuniaria di 150 aliquote giornaliere da 30 franchi, parzialmente sospesa, Mercan aveva ricorso al Tribunale cantonale di Zurigo, che tuttavia lo scorso 9 febbraio gli aveva dato torto. Il parlamentare si era quindi rivolto al Tribunale federale.

Così come due organizzatori della manifestazione, condannati insieme a lui, Ali Mercan sosteneva di non aver avuto alcuna intenzione razzista, e che una condanna equivarrebbe quindi a vietare il diritto alla libertà di discussione su eventi storici non privi di dubbi.

Ma i giudici della Corte suprema, nella sentenza pubblicata mercoledì, hanno ripreso le stesse considerazioni formulate proprio per il caso Perinçek, condannato per discriminazione razziale nel 2007. I giudici federali hanno ribadito che il genocidio del popolo armeno da parte dell’Impero ottomano nel 1915 è un fatto storico riconosciuto, una realtà che rimane tale anche se alcuni Stati non la riconoscono.

Il Tribunale federale ha dunque concluso che il discorso di Mercan – così come quello di Perinçek – è definibile razzista perché ricostruisce gli eventi storici definendo gli armeni come aggressori del popolo turco. Perciò la Corte suprema ha confermato la condanna.

Secondo gli storici, il genocidio armeno è stato il primo del XX. secolo ed è costato la vita a 1,2 milioni di persone. La Turchia ammette che ci sono stati tra 300mila e mezzo milione di morti, ma sostiene che non si tratta di vittime di una campagna di sterminio, bensì del caos dovuto agli ultimi anni dell’impero ottomano.

La pubblicazione della sentenza è avvenuta proprio nel giorno in cui una delegazione armena è in visita nella Confederazione. Accompagnata dall’ambasciatore armeno in Svizzera Charles Aznavour, la delegazione ha assistito brevemente ai lavori delle Camere federali. Quindi ha incontrato rappresentanti dell’economia svizzera e dell’amministrazione federale per discutere del potenziale turistico dell’Armenia.

In programma ci sono anche colloqui tra il presidente del parlamento armeno Hovik Abrahamyan e la ministra elvetica degli affari esteri Micheline Calmy-Rey. Essi vertono in particolare sull’impegno della Svizzera nel processo di avvicinamento tra Armenia e Turchia.

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