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Controllare i cellulari dei richiedenti l’asilo per stabilirne l’identità

Spesso i richiedenti l'asilo che arrivano in Svizzera non hanno con sé documenti validi. La maggior parte ha però un telefono cellulare. Una revisione di legge è in preparazione in Parlamento per dare alle autorità il permesso di controllare il dispositivo per stabilire l'identità del possessore. Un recente progetto pilota in questo senso si sarebbe rivelato utile, ma ha anche sollevato delle critiche. 

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“Si tratta di persone che non vogliono dichiarare la loro identità. E credo che – quando si fa domanda d’asilo – è un fatto grave”, dichiara il parlamentare dell’UDC (Unione democratica di centro, destra conservatrice) Gregor Rutz. La sua idea è dunque quella di permettere alle autorità di controllare i cellulari dei richiedenti l’asilo così da stabilirne l’identità. 

Recentemente un progetto pilota della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha esaminato 565 apparecchi, forniti su base volontaria dai richiedenti l’asilo arrivati nei centri di Chiasso, nel cantone Ticino, e Vallorbe (Vaud). Nel 15% dei casi si sarebbero trovate delle informazioni utili sull’identità o l’itinerario del possessore. 

Secondo il portavoce della SEM, Daniel Bach, fino a tre quarti dei richiedenti l’asilo che arrivano in Svizzera non può provare la propria identità con documenti ufficiali. In certi paesi non viene rilasciato l’atto di nascita e o altri documenti d’identità ufficiali. I passaporti sono inoltre spesso confiscati da trafficanti di esseri umani, altri gruppi criminali o sono stati semplicemente persi durante il viaggio, spiega.

Le commissioni competenti del parlamento elvetico si sono espresse a favore dell’iniziativa di RutzCollegamento esterno e venerdì sono state prese delle decisioni sulla base della quale sarà elaborato un progetto preliminare, che sarà messo in esame al più presto entro la fine dell’anno. Non mancano però le voci critiche. 

L’Organizzazione svizzera per l’aiuto ai rifugiati (Osar) Collegamento esternoaveva già protestato contro il progetto pilota. “Non è per niente chiaro se le autorità utilizzeranno i dati per il solo fine di stabilire l’identità”, aveva dichiarato la portavoce Eliane Engeler, sottolineando come le autorità attualmente possono controllare il cellulare privato di una persona solamente nei casi di sospetti giustificati di un grave crimine. 

“Dal punto di vista della protezione dei dati il progetto è altamente contestabile e rappresenta una grande violazione della vita privata della persona interessata”, ha aggiunto Engeler. 

“Un intervento di questo tipo è legato a condizioni severe. Deve soprattutto essere un intervento proporzionale. E non è questo il caso. Le autorità hanno altri mezzi se hanno dei dubbi”, ha detto ai microfoni della Radiotelevisione svizzera Peter Meier dell’Osar.

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