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Il polline scarseggia? Ci pensano i bombi

bombo su un fiore di girasole
I bombi sono dei lavoratori straordinari e senza di loro la natura avrebbe un volto assai differente. Keystone / Michael Probst

Ricercatori del Politecnico di Zurigo hanno scoperto che i bombi sono in grado di far fiorire le piante in anticipo.

I bombi sono dei lavoratori straordinari: in un solo giorno un esemplare può arrivare da impollinare ben 6’000 fiori. L’agricoltura fa ampio uso di questi preziosi insetti, in particolare per impollinare piante da frutto e ortaggi, ad esempio i pomodori.

Il cambiamento climatico sta però mettendo a dura prova anche gli insetti. Questa primavera, molte piante erano già in piena fioritura a metà aprile, circa tre o quattro settimane prima del normale. Ma non è sempre così e queste anomalie minacciano di perturbare l’equilibrio tra le piante e gli insetti impollinatori, scrive il Politecnico di ZurigoCollegamento esterno (ETHZ).

I bombi hanno tuttavia sviluppato un metodo per far fiorire le piante in anticipo: le foglie vengono pizzicate con l’apparato boccale, ciò che stimola la fioritura.

“Precedenti ricerche avevano dimostrato che certi tipi di stress possono far fiorire le piante. Ma il fatto che i danni causati dai bombi accelerino la produzione dei fiori era inaspettato”, afferma Mark Mescher, uno degli autori dello studio.

Fino a un mese prima

Secondo la ricerca, pubblicata sulla rivista ScienceCollegamento esterno, le piante di pomodoro pizzicate dal bombo fioriscono fino a 30 giorni prima del solito. Nelle piante di senape, il tempo di fioritura è anticipato di due settimane.

I ricercatori hanno cercato di imitare i danni inferti alle foglie dai bombi. Ed effettivamente, sia le piante di pomodoro che quelle di senape sono fiorite un po’ prima. Tuttavia, il risultato non è stato così spettacolare. Gli scienziati ipotizzano quindi che il bombo invii un segnale chimico alla pianta. Un’altra ipotesi è che i danni alle foglie non possono essere imitati con sufficiente precisione dall’uomo.

“I bombi hanno probabilmente sviluppato un metodo per alleviare la carenza di polline – spiega Consuelo De Moraes, professoressa dell’ETHZ citata nel comunicato. E a trarre beneficio dal lavoro dei bombi sono anche altri impollinatori”. Ad esempio, le api mellifere, che contrariamente ai loro cugini non pizzicano le foglie.

Resta però da vedere se questo comportamento sarà sufficiente per affrontare le sfide del cambiamento climatico – sottolineano gli autori dello studio. Gli insetti e le piante da fiore hanno in comune una lunga storia evolutiva, che ha creato un delicato equilibrio tra la fioritura e gli impollinatori. Un delicato equilibrio che la rapidità con cui sta avvenendo il cambiamento climatico mette sempre più in pericolo.

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