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Come un processo per corruzione potrebbe essere un punto di svolta per le società offshore sospette

Il miliardario franco-israeliano Beny Steinmetz
Il tribunale di Ginevra ha condannato il miliardario franco-israeliano Beny Steinmetz a cinque anni e a una multa di 50 milioni di franchi (quasi 56,5 milioni di dollari) per sospette pratiche commerciali in Guinea. Stefan Wermuth/AFP

A sette anni dalla perquisizione della sua ex casa ginevrina, l'uomo d'affari franco-israeliano Beny Steinmetz è stato condannato venerdì scorso a cinque anni di prigione con l'accusa di corruzione e falsificazione di documenti. Un caso storico che avrà risonanza ben oltre il Palazzo di Giustizia di Ginevra.

I posti a sedere nell’aula del tribunale, l’ultimo giorno del processo durato due settimane, erano scarsi a causa delle misure di distanziamento sociale. Affiancato dai suoi avvocati, Steinmetz, uno degli uomini più ricchi d’Israele, sedeva di fronte alla squadra dell’accusa mentre il giudice leggeva, per oltre due ore e mezza, i fatti del caso e la condanna. Quando alla fine è uscito dall’aula, era particolarmente scosso.   

“È una grande ingiustizia”, ha risposto ai giornalisti che gli hanno chiesto del verdetto. Il suo avvocato principale, Marc Bonnant, ha subito confermato che farà ricorso contro il verdetto.

Il processo si è concentrato sul ruolo che Steinmetz e due soci hanno giocato nella distribuzioni di tangenti alla moglie del defunto presidente della Guinea, Lansana Conté, e sugli incontri avuti con alti funzionari governativi, per l’acquisizione di vaste riserve di ferro non sfruttate nella regione di Simandou.     

La miniera di ferro di Simandou nel sud-est della Guinea.  
La miniera di ferro di Simandou nel sud-est della Guinea. Rio Tinto

Una consegna di zucchero dal Brasile, falsi contratti di noleggio di barche e persino un ordine falsificato per macchinari alla Caterpillar, sono solo alcuni dei molti accordi fatti per nascondere le tangenti distribuite dal magnate dei diamanti in cambio del controllo di ciò che è conosciuto nella nazione africana come “i gioielli della corona della Guinea”.

L’indagine elvetica, iniziata nel 2013, ha mostrato come Steinmetz ha concepito un “patto di corruzione” con Conté e la sua quarta moglie Mamadie Touré, per ottenere i diritti sulle miniere di ferro ed eliminare nel contempo un diretto concorrente, la società mineraria anglo-australiana Rio Tinto. Il tribunale ha chiarito che l’uomo d’affari e la sua società Beny Steinmetz Group Resources (BSGR) hanno pagato 8,5 milioni di dollari (7,65 milioni di franchi) in tangenti a Mamadie Touré, in parte attraverso conti svizzeri. Lo schema criminale funzionava grazie a una serie di avvocati, banchieri e consulenti situati in diversi paesi (Israele, Stati Uniti e Isole Vergini Britanniche), e spesso coordinati attraverso una società della Beny Steinmetz Group Resources, la Onyx Financial Advisors di Ginevra.

Assicurandosi la concessione solo poche settimane prima della morte di Conté, nel 2009, la BSGR, registrata nel paradiso fiscale di Guernsey nella Manica, ha acquistato la miniera di Simandou al costo di 165 milioni di dollari (144 milioni di franchi). Diciotto mesi dopo ha venduto la metà della miniera alla compagnia brasiliana Vale per 2,5 miliardi di dollariCollegamento esterno (2,18 miliardi di franchi). All’epoca, il PIL pro capite della Guinea era di 559 dollari (487 franchi), secondo la Banca MondialeCollegamento esterno.  

Altri sviluppi

Processo storico

Questa è la prima volta che un processo per corruzione internazionale si è tenuto a Ginevra. Il processo, secondo gli esperti, potrebbe anche segnare un punto di svolta per i beneficiari di società offshore legate ad atti illegali. 

Agathe Duparc, ricercatrice dell’Ong svizzera Public Eye, ha descritto il processo come “storico”. “È la prima volta – racconta – che individui di questa levatura sono sul banco degli imputati in un caso che coinvolge una società mineraria citata in giudizio in numerosi altri paesi”.

Per Mark Pieth, professore di diritto penale all’Università di Basilea ed esperto di anti-corruzione, le audizioni sono un segno che la Svizzera, e in particolare Ginevra, sono in grado di affrontare la corruzione straniera. “Già solo questo è molto positivo, indipendentemente dal risultato”.

Il processo arriva a un punto di svolta globale quando i beneficiari delle aziende, come Steinmetz, potrebbero non essere più in grado di nascondersi dietro a cavilli legali per evitare le loro responsabilità. Citando la recente legislazione degli Stati Uniti, tra cui il Corporate Transparency Act che istituisce un registro dei proprietari beneficiari, Pieth ha detto che la Svizzera si sta muovendo verso una maggiore trasparenza.

L uomo d affari franco-Israeliano Beny Steinmetz con i suoi legali.
L’uomo d’affari franco-Israeliano Beny Steinmetz (sinistra) con i suoi legali a Ginevra l’11 gennaio 2021. Fabrice Coffrini/AFP

Niente più “consiglieri”?

Steinmetz, che all’epoca dei fatti viveva a Ginevra dove ha beneficiato di agevolazioni fiscali, ha sempre negato il coinvolgimento nelle tangenti. Il suo argomento principale, pubblicato sul suo sito web personaleCollegamento esterno, è che era solo un consulente della società che porta il suo nome. Ma le prove presentate durante le udienze includevano email indirizzate a lui sulle relazioni con Touré e la trascrizione di una registrazione dell’FBI di un intermediario della BSGR, Frédéric Cilins, che chiedeva a Touré di distruggere qualsiasi documento compromettente secondo gli ordini Collegamento esternodi SteinmetzCollegamento esterno.  

“Ero un consigliere di Beny Steinmetz Group Resources e della Fondazione Balda, di cui sono anche il beneficiario”, ha detto il magnate dei diamanti durante il processo. “Ho dato consigli, ma non ero io a prendere le decisioni e a occuparmi dei dettagli amministrativi e di gestione”.  

La BSGR è di proprietà della Fondazione Balda, registrata nel Liechtenstein, dove l’avvocato personale di Steinmetz, Bonnant, è uno dei principali fiduciari.

Steinmetz ha detto di aver fornito consigli alla società ma di non avere “nessun potere legale o di fatto”.

Rete di corruzione

Ciò che il processo ha portato alla luce è un’intera rete di corruzione gestita dagli uffici di Ginevra della BSGR.  

Dei due coimputati al processo di Ginevra, Cilins, un cittadino francese che si è identificato al processo come un ex venditore di pannolini Collegamento esternoin Africa prima di diventare un agente della BSGR nel progetto Simandou, ha giocato un ruolo centrale nel versare tangenti attraverso società ombra a Mamadie Touré e ad altri.

Un ex direttore della BSGR a Ginevra e della Onyx Financial Advisors, la belga Sandra Merloni-Horemans, che ha affermato di non sapere in cosa consistesse il suo lavoro, era responsabile della creazione e della gestione di centinaia di società di comodo coinvolte nello schema di corruzione, e della supervisione della falsificazione dei documenti, compresi i contratti falsi utilizzati per nascondere i pagamenti illeciti. Un’indagine Collegamento esternosulle fughe di dati dallo studio legale Mossack Fonseca di Panama nel 2016 da parte del Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ) ha già confermato i collegamenti tra Onyx e gli affari della Guinea di BSGR. La Onyx ha creato una società delle Isole Vergini Britanniche, la Pentler Holdings, usata francese Cilins per i pagamenti a Mamadie Touré.

Mamadie Touré che vive negli Stati Uniti non è comparsa davanti alla giustizia ginevrina.

Il tribunale ha condannato Cilins a tre anni e mezzo di carcere e lo ha multato per 55 milioni di dollari (48 milioni di franchi). Il giudice Alexandra Banna ha poi respinto l’argomentazione della Merloni-Hormans prima di condannarla a una pena sospesa di due anni, ottenuta grazie all’assenza di precedenti penali.

Un organigramma Collegamento esternodi Public Eye evidenzia una parte della vasta rete di società offshore che facevano parte del gruppo Beny Steinmetz. “Ce ne sono altre”, ha sottolineato Duparc, riferendosi alle molte altre società di comodo menzionate dai testimoni nel processo. “Dovremo completarla dopo le udienze”.

Altri sviluppi

Indagini internazionali

Daniel Thelesklaf, ex direttore dell’Unità svizzera di informazione finanziaria, ha salutato il verdetto di Ginevra, dicendo che è stata una “sorpresa positiva” e un “forte segnale per evitare che Ginevra diventi luogo per gli affari loschi”.

“Questo non è stato un lavoro facile per il procuratore. Il paese coinvolto era impegnativo, gli importi dei pagamenti non erano enormi, rispetto al valore del contratto, e non era facile provare la connessione tra i pagamenti e l’assegnazione del contratto”, ha aggiunto Thelesklaf.

Ma mentre il processo ha avuto luogo in Svizzera, molte delle prove del caso sono venute da indagini precedenti e in cooperazione con altri paesi.  

Poco dopo che Alpha Condé è stato democraticamente eletto nel 2010 presidente della Guinea (che Transparency International ha chiamato “uno dei paesi più corrotti del mondo”), ha ordinato una verifica del settore minerario e ha assunto investigatori stranieri con l’aiuto del filantropo miliardario George Soros. Cilins è stato presto identificato come colui che pagava le tangenti alla cerchia ristretta dell’ex presidente Conté a nome della BSGR.  

Un’indagine statunitense è iniziata qualche anno dopo, quando la vedova di Conté si è trasferita in Florida. Questo ha portato all’arresto di Cilins e a una condanna a due anni di reclusione dopo una conversazione compromettente registrata con lei in un ristorante dell’aeroporto. Le autorità svizzere hanno fatto irruzione nella casa di Ginevra di Steinmetz e negli uffici della Onyx nel 2013 su richiesta del governo della Guinea. I documenti sequestrati durante l’operazione sono stati trasmessi alle autorità statunitensi anche a seguito di una richiesta ufficiale.

Oltre che in Svizzera e negli Stati Uniti, Steinmetz deve affrontare sfide legali altrove. I suoi beni israeliani sono stati congelati da un tribunale internazionale di Londra in seguito al mancato pagamento di 1,25 miliardi di dollari (1,11 miliardi di franchi) che BSGR doveva a Vale. Pagamento imposto da una sentenza Collegamento esternoarrivata dopo che la nuova leadership della Guinea ha revocato la concessione 2014 alla luce della provata corruzione. Un tribunale in Romania ha inflitto un’altra condanna di cinque anni a Steinmetz a dicembre, accusandolo di corruzione e falsificazione in un affare immobiliare legato al caso della Guinea.  

Le accuse di corruzione sono cadute in Guinea nel 2019 quando Steinmetz ha negoziato un accordo con le autorità che prevede la rinuncia alla miniera di Simandou. La BSGR da parte sua ha intentato una causa contro Soros a New York, sostenendo che ha fatto pressione sul governo della Guinea per toglierle i diritti minerari.

Impatto sul commercio delle materie prime

Prima di passare al settore minerario, Steinmetz ha fatto fortuna nel commercio dei diamanti, diventando uno dei pochi acquirenti selezionati da De Beers, fino a poco tempo fa il più grande produttore mondiale di diamanti.

È stato attivo anche nel settore immobiliare. Un’inchiesta del New York TimesCollegamento esterno ha riferito che Steinmetz ha condiviso un conto bancario svizzero dal 2012 in poi con un nipote, Raz Steinmetz, che a sua volta era coinvolto nel business immobiliare con Jared Kushner, genero dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Inoltre, la società mineraria brasiliana Vale ha accusato Steinmetz di riciclare i fondi che ha inizialmente pagato per la sua quota di Simandou nel settore immobiliare di New York, un’accusa che Steinmetz nega.

Nel settore minerario, secondo documenti Collegamento esternopubblici visti da swissinfo, Onyx gestiva anche Octéa, una società registrata alle Isole Vergini Britanniche che possiede una miniera di diamanti a Koidu, in Sierra Leone. In agosto, un tribunale ha congelato i beni di Octéa a seguito di una causa legale per questioni sanitarie e ambientali.

“Appartiene a quella categoria di intermediari nel grande mercato delle materie prime”, ha detto Pieth a proposito di Steinmetz. “Lavorano tipicamente in paesi molto corrotti e in ambienti corrotti”.

Il giudice Banna ha detto che Steinmetz aveva poca capacità di operare e sfruttare le miniere di Simandou e che ha fatto la transazione con l’unica l’intenzione di rivendere le miniere.

A giugno, il Ministero pubblica della Confederazione ha aperto un’indagine sui legami tra il gigante delle materie prime Glencore e Dan Gertler, un uomo d’affari israeliano ed ex socio, sospettato dal Tesoro americano di essere coinvolto in affari minerari e petroliferi loschi nella Repubblica Democratica del Congo.  

Appena due mesi dopo la bocciatura dell’iniziativa popolare che avrebbe reso le aziende svizzere che operano all’estero responsabili di violazioni dei diritti umani e dell’ambiente, il caso evidenzia le difficoltà che comporta l’indagine nel settore delle materie prime, altamente esposto ai rischi di corruzione.

La Duparc di Public Eye ha affermato di sperare che il processo di Ginevra permetta di processare altri casi offshore simili. Ma ha avvertito: “Il business delle società offshore e le strutture legali opache non scompariranno, e continueranno ad essere utilizzate”.

Affinché i cambiamenti avvengano, potrebbe essere necessaria una maggiore volontà politica.  

“Questo verdetto… ha il potenziale per avere un effetto dissuasivo sugli intermediari finanziari affinché smettano di pagare tangenti”, ha aggiunto Thelesklaf.  

“È anche un appello al legislatore per rafforzare la legge contro il riciclaggio di denaro”.  

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