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Chiusura valichi, la protesta giunge a Roma

Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato martedì una mozione che punta il dito contro la temporanea chiusura dei valichi, lo scorso 5 dicembre, lungo la frontiera italo-svizzera del Malcantone. Ordinata dalla polizia ticinese in seguito a un tentativo di rapina, la chiusura aveva suscitato la viva protesta del sindaco di un comune italiano confinante, Lavena Ponte Tresa. La giunta Maroni si rivolgerà ora a Roma affinché intervenga presso la Confederazione.

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da ‘Cronache della Svizzera italiana’

La vicenda è ormai entrata a pieno titolo nella lista delle querelle aperte tra il Ticino e l’Italia: dopo una tentata rapina alla banca Raiffeisen di Monteggio, la polizia cantonale chiude le frontiere del Malcantone. Oltre due ore di chiusura forzata che, nell’ora di rientro dal lavoro, mandano in tilt il traffico.

In escandescenza il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Massimo Mastromarino, che denuncia “frontalieri tenuti in ostaggio”. Per la polizia e il ministro ticinese Norman Gobbi, invece, la misurava giustificava.

“No”, hanno detto martedì all’unanimità i consiglieri della Regione Lombardia, che vogliono spiegazioni dalla Svizzera. Per farlo hanno incaricato la loro giunta di sollecitare in tal senso Roma.

“Non si tratta di un’invasione di campo”, precisa il consigliere Luca Marsico, “nella gestione della cosa pubblica del canton Ticino a sicurezza dei propri cittadini, ma credo che il Consiglio regionale della Lombardia non possa rimanere insensibile a fronte del disagio, peraltro del tutto gratuito, a cui i nostri connazionali hanno dovuto sottostare”.

La Lombardia, che non ha competenze dirette sul caso, lo porterà comunque al tavolo della Regio Insubrica.

“Di questa problematica verrà incaricato il tavolo sicurezza”, spiega l’assessore Francesca Brianza, “per avere un luogo di confronto ed eventualmente anche per poter discutere in quella sede l’adozione di misure migliorative dei rapporti che vogliamo sempre più distesi tra Lombardia e canton Ticino e tra Lombardia e Confederazione”.

Toni concilianti, ma nella mozione adottata oggi si passa già all’artiglieria pesante. Se la Svizzera non fornisse validi argomenti sulla chiusura del 5 dicembre, il Pirellone chiede infatti di attivare la procedura di giudizio prevista dagli accordi di Schengen.

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