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Spagna, finisce l’epoca Rajoy

Il socialista Pedro Sanchez è salito alla guida del governo spagnolo dopo che il parlamento ha votato una mozione di sfiducia nei confronti di Mariano Rajoy, alla guida del paese da sei anni.

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Rajoy si è dichiarato vinto poco prima del voto. In un breve intervento dalla tribuna del Congresso si è congratulato con il leader socialista Pedro Sanchez. “Da democratico accetterò il risultato del voto”, ha detto, aggiungendo che “è stato un onore essere presidente del governo, e avere lasciato una Spagna migliore”.

Il paese gira così una pagina importante della sua storia politica. Al potere dal dicembre del 2011, il governo di Mariano Rajoy ha attraversato diverse importanti crisi: la recessione (per far fronte alla quale ha imposto al paese una rigida cura di austerità), lo stallo politico del 2016, e la tentata secessione della Catalogna lo scorso anno.

Sanchez e Rajoy si stringono la mano
Un passaggio di testimone storico. Keystone

La mozione di sfiducia è stata presentata dallo stesso Sanchez e segue la condanna la settimana scorsa, nell’ambito di un lungo processo per corruzione noto come caso Gürtel, di una decina di ex funzionari del partito di Rajoy, giudicati colpevoli di gestire fondi neri.

È la prima volta che il capo del governo spagnolo è destituito tramite una mozione di sfiducia. Benché sia stata già presentata tre volte (nel 1980, nel 1987 e nel 2016, sempre contro Rajoy) ma non è mai stata approvata. 

Una maggioranza delicata

Per far sì che questa volta andasse in porto Sanchez ha dovuto formare attorno agli 84 deputati socialisti, una maggioranza molto eterogenea che comprende i socialdemocratici di Podemos, gli indipendentisti catalani e i separatisti baschi. Questi ultimi hanno rappresentato l’ago della bilancia. Si sono schierati con i socialisti benché avessero approvato il bilancio governativo la scorsa settimana. 

Per convincerli Sanchez ha dovuto assicurare che la legge di bilancio, quest’anno finanziariamente generosa per i paesi baschi, non sarà toccata. 

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Ha inoltre promesso la costruzione di “ponti per discutere” con il governo regionale catalano di Quim Torra.

Resta da vedere quanto tempo Sanchez riuscirà a governare con una maggioranza da molti considerata alquanto instabile. Le sue intenzioni sarebbero quelle di introdurre delle misure sociali, in seguito alle quali ha promesso verranno indette nuove elezioni.

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