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I “grillini” inaugurano un nuovo modo di far politica

Oltre a sfruttare la rete, Beppe Grillo ha attraversato anche l'Italia in camper durante la sua campagna elettorale. A fine febbraio ha invaso la piazza San Giovanni a Roma. Reuters

Bandito dalla televisione pubblica, Beppe Grillo ha saputo sfruttare la forza della rete e delle piazze per veicolare un messaggio di protesta e rompere gli schemi della politica italiana. Ora il suo movimento è chiamato alla prova dell'istituzionalizzazione. La democrazia dal basso reggerà a giochi politici e pressioni mediatiche?

Prima delle elezioni non avevano bisogno di incontrarsi tutti faccia a faccia. Perché la loro sede è la rete, accessibile a tutti, democratica, partecipativa. Tutto nel Movimento 5 stelle (M5S) si svolge sul web: è lì che i giovani discutono, organizzano incontri, elaborano priorità e strategie.

«In televisione non c’è interazione. Su internet invece la gente non si limita a ricevere un messaggio, ma lo condivide e lo commenta. E si sente partecipe di un movimento e delle sue idee. Beppe Grillo è stato uno dei primi a fare delle nuove tecnologie un tema politico e a sfruttarne il potenziale, ancor prima di Barack Obama», spiega Sébastien Salerno, esperto di movimenti sociali e comunicazione politica all’università di Ginevra e italiano di seconda generazione.

I candidati – o “portavoce” come amano definirsi – sono stati scelti attraverso un sistema di primarie 2.0. Nessuno di loro ha mai fatto politica o è stato iscritto a un partito. Sono volti nuovi: semplici cittadini, incensurati, e con un buon livello di formazione. L’88 per cento – si legge sul blog del comico – ha una laurea universitaria e un’età media di 39 anni. La più giovane, Marta Grande, ne ha appena 25.

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Dal web alle piazze

Dopo essere stato escluso dalla televisione pubblica italiana nel 1986 – per una battuta sulla sinistra e l’allora premier Bettino Craxi – Beppe Grillo non è più ritornato sul grande schermo. Almeno in Italia. All’estero è stato ospitato a più riprese dalla Radiotelevisione svizzera che ha diffuso molti suoi spettacoli, garantendogli una certa visibilità anche nel nord della penisola.

Dal 2005, oltre al palco, il suo mezzo d’informazione è diventato il web. Il suo blog è il più visitato d’Italia e nel 2008 è stato definito tra i dieci più influenti al mondo, dal settimanale britannico l’Observer. Così, mentre i partiti di destra e sinistra si contendevano giornali e televisioni, il 63enne – con l’aiuto del suo “stratega” Gianroberto Casaleggio – ha avuto il monopolio della rete. Una scelta che si è avverata vincente: alle elezioni del 24 e 25 febbraio, il M5S ha raccolto 8 milioni voti e conquistato 163 seggi in parlamento.  

Il suo successo non è però soltanto figlio del web 2.0. Il comico genovese è un uomo da palcoscenico, un incantatore di folle. Nel 2007 aveva radunato 50’000 persone a Bologna per il V-Day e durante la campagna elettorale ha girato l’Italia in camper per il suo Tsunami Tour. Di fatto è stato l’unico a riappropriarsi delle piazze, arringando le folle per ore, sudando e urlando a squarciagola. Il suo linguaggio diretto, dal tono sarcastico e crudo può però essere anche violento. In Italia lo hanno accusato di tutto: populismo, demagogia, qualunquismo…

«Beppe Grillo ha osato affrontare temi scottanti che gli altri politici hanno spesso preferito tacere. È riuscito a parlare ai giovani e a farsi portavoce della loro rabbia contro un’assenza di prospettive. Con la provocazione e il sorriso, si è potuto permettere di dire cose cattive, disinibendo il pubblico. È un po’ come un buffone di corte. D’altronde non tutti quelli che l’hanno votato ammirano il suo modo di fare, ma attraverso il M5S vogliono rompere l’ordine stabilito», commenta Hervé Rayner, professore di scienze politiche all’università di Losanna e autore di diversi libri sull’Italia.

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“Torneremo al voto”

Questo contenuto è stato pubblicato al Il comico genovese non solo ha confermato il suo rifiuto di allearsi a una coalizione, ma ha evocato anche la possibilità di tornare alle urne. L’intervista integrale ed esclusiva è stata pubblicata sul sito della RSI il 26 febbraio 2013. “Torneremo al voto”

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Un’alleanza di idee e non di partiti

Privata di una maggioranza in parlamento, l’Italia rischia la paralisi politica e un ritorno alle urne. Dalle scelte del M5S dipende dunque il futuro del nuovo governo e probabilmente anche quello del paese. Sono in molti a chiedersi come sia possibile affidare questo compito a neofiti della politica. Loro ci credono e ribadiscono che non intendono allearsi, ma discutere e votare ogni proposta secondo le loro convinzioni e non secondo logiche di partito.

Posizioni che appaino tuttavia irresponsabili ai più e che sollevano molte incognite, proprio perché escono dagli schemi. In realtà, un esempio da osservare esiste, anche se su scala minore. E si chiama Sicilia. In questa regione del Sud, il M5S si era imposto l’autunno scorso come primo partito, mentre al posto di governatore era stato eletto Rosario Crocetta del Partito democratico. «Il bilancio finora è positivo, afferma Sébastien Salerno. Il M5S ha garantito un sostegno puntuale al PD su grandi temi come la riduzione dei costi della politica. Crocetta medesimo loda questa collaborazione».

La stessa dinamica potrebbe riprodursi a livello nazionale? Difficile da prevedere, secondo i nostri esperti. Molto dipenderà anche dalla linea tracciata da Beppe Grillo e dal modo in cui saranno gestite le diverse anime del movimento. Sì, perché anche se lui non ama definirsi un leader e sostiene che le decisioni sono prese in modo partecipativo, è stato lui che fin dall’inizio ha tracciato le linee guida del M5S. E non si è certo dimostrato tenero con chi è uscito dai ranghi.

Pressioni dei media e giochi politici

Condannato per omicidio colposo, Beppe Grillo non siederà in parlamento. Una scelta personale, coerente con la proposta del M5S di vietare a chi ha precedenti penali di essere eletto. Alle camere, i “grillini” dovranno dunque muovere i primi passi da soli, lontani dall’ombra protettrice del web e del loro leader. «C’è il rischio che il M5S sfugga al suo creatore e finisca per soccombere come L’Uomo qualunque nel primo dopoguerra. Ma potrebbe anche portare una boccata d’aria fresca a un paese in ginocchio e spingere gli altri partiti a rinnovarsi», spiega Hervé Rayner.

Quel che è certo è che i “grillini” non hanno dimestichezza coi giochi politici, prosegue il professore. «È possibile che vengano tirati a destra e a sinistra e che non riescano a tenere un discorso unico. In un movimento l’espressione del disaccordo fa parte della cultura politica e i dibattiti possono essere virulenti. In parlamento però dovranno probabilmente piegarsi a regole diverse».

A questo si aggiunge la pressione dei media che negli ultimi giorni hanno tartassato i nuovi eletti, fino allo stop imposto da Beppe Grillo. Cellulari spenti per l’incontro organizzato a Roma e niente interviste con i media italiani. Un modo per proteggerli dall’assalto dei giornalisti. O forse per assicurarsi di avere ancora la situazione sotto controllo.

Beppe Grillo nasce a Genova, in Liguria, nel 1948.

Diplomatosi in ragioneria, inizia la sua carriera artistica come cabarettista e poi sfonda in televisione. Nel 1978 conduce il festival di Sanremo, una delle trasmissioni più seguite in Italia.

Negli anni Ottanta si fa un nome come comico satirico. Viene però bandito dalla RAI nel 1986, per una battuta sul partito socialista e l’allora premier Bettino Craxi.

Grillo inizia allora a portare in giro per l’Italia spettacoli dall’impronta ambientalista e politica. È tra i primi a denunciare gli scandali di Telecom Italia e della Parmalat e a vantare i vantaggi della rete.

Censurato sui canali italiani, Beppe Grillo trova visibilità alla Radiotelevisione svizzera (RSI) e sulle reti francesi.

Nel 2004 apre il blog insieme all’imprenditore italiano Gianroberto Casaleggio, che taluni definiscono il suo “stratega”.

Tre anni dopo organizza in diverse città italiane il V-Day per protestare contro i privilegi della classe politica. L’iniziativa popolare lanciata da Grillo raccoglie in poche ore più di 330’00 firme.

Nel 2009 lancia il Movimento 5 Stelle. Alle elezioni politiche del 25 e 25 febbraio 2013 diventa il primo partito alla Camera e ottiene 163 seggi in parlamento.

Dati i suoi precedenti penali, Beppe Grillo rifiuta però di candidarsi. In un incidente d’auto risalente al 1981, i tre compagni di viaggio del comico perdono la vita. Grillo viene condannato in via definitiva nel 1988.

Da qualche anno Beppe Grillo ha acquistato un appartamento a Lugano, «per tutelarsi in caso di oscuramento del suo blog», aveva affermato.

Una selezione delle priorità del programma politico del Movimento 5 stelle:

1. Legge anticorruzione

2. Reddito di cittadinanza

3. Abolizione dei contributi pubblici ai partiti

4. Abolizione dei finanziamenti ai giornali e creazione di una sola rete televisiva pubblica, senza pubblicità e indipendente dai partiti

5. Referendum sulla permanenza nell’euro

6. Eliminazione di ogni privilegio per i parlamentari, tra questi il diritto alla pensione dopo due anni e mezzo

7. Non eleggibilità a cariche pubbliche per i cittadini condannati

8. Legge sul conflitto d’interesse

9. Misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa sul modello francese

10. Ripristino dei fondi tagliati alla sanità e alla scuola pubblica con tagli a grandi opere come il TAV

11. Accesso alla rete gratuito per ogni cittadino italiano e copertura ADSL generalizzata

12. Abolizione dei monopoli di fatto, in particolare Telecom Italia, Autostrade, ENI, ENEL, Mediaset, Ferrovie dello Stato

13. Sussidio di disoccupazione garantito

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