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Un ecologista romantico e solitario

Il difensore della natura e del paesaggio Franz Weber è morto martedì all'età di 91 anni. Lo ha annunciato l'omonima Fondazione. Weber è considerato il padre dell'iniziativa popolare per limitare la costruzione di seconde case in Svizzera. Lo ricordiamo, pubblicando di nuovo un ritratto che abbiamo scritto in occasione della sua più grande vittoria politica.

Il seguente testo era stato pubblicato su swissinfo.ch il 13 marzo 2012:

Nel 2005, 28 anni dopo la prima campagna, Franz Weber e Brigitte Bardot hanno consegnato al governo canadese una petizione firmata da 200’000 persone, per porre fine alla caccia alle foche Keystone

Solo contro tutti, domenica l’ecologista è riuscito a far approvare dal popolo svizzero l’iniziativa che limita la proliferazione di case secondarie. Un altro colpo stupefacente messo a segno da Franz Weber, animato da uno straordinario spirito giovanile e visionario.

A 84 anni suonati Franz Weber continua a sorprendere tutti. Perfino i suoi alleati naturali, le associazioni ambientaliste, che consideravano troppo radicale e troppo complessa dal profilo giuridico l’iniziativa sulle residenze secondarie. Se fosse stata respinta, la proposta di Weber rischiava di trasformarsi in un’autorete e di alimentare soltanto l’avversione contro i progetti di salvaguardia della natura.

“È stata una cosa incredibile. Non riuscivo a crederci domenica, guardando i risultati. È stata una sorpresa, anche perché le iniziative popolari incontrano sempre grandi difficoltà a raggiungere sia la maggioranza del popolo, che quella dei cantoni”, ammette la deputata Silva Semadeni, presidente dell’associazione Pro Natura.

Non è la prima volta che le stesse associazioni ambientaliste si ritrovano spiazzate dalle iniziative di Franz Weber, promosse in alcuni casi in parallelo alle loro. Cavaliere solitario – più volte insultato, aggredito e imprigionato – l’ecologista se ne va da mezzo secolo per la sua strada, senza chiedere niente a nessuno. A farlo galoppare non è né il calcolo né la meta, ma la passione.

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Precursore dell’ecologia

Una passione che risale all’infanzia. “Sono cresciuto ai bordi della città di Basilea. Da bambino ero quindi sempre nei prati e nella foresta. Andavo spesso alla stazione a chiedere ai macchinisti di raccontarmi i paesaggi che vedevano attraversando la Svizzera. Si divertivano ad essere intervistati da un bambino”, confida a swissinfo.ch Franz Weber.

Un ricordo in cui già si intravede il futuro di Franz Weber: ecologista e giornalista. Terzogenito di un famiglia di sette figli, l’intraprendente basilese è dapprima giornalista. Nel 1949, dopo studi di commercio, si trasferisce a Parigi, dove si cimenta come poeta e scrittore, ma senza fortuna. Ha invece successo quale reporter e intervistatore di grandi personaggi dell’arte e dello spettacolo.

La vocazione per l’ecologia nasce 47 anni fa, esattamente dove è approdata questa domenica: in difesa del paesaggio alpino dalla proliferazione di residenze secondarie. Nel 1965, di passaggio in Engadina, è urtato da un progetto di speculazione immobiliare a Surlej, sul Lago di Silvaplana.

Lancia la sua prima crociata, attirando grande attenzione anche dall’estero: in un’epoca di boom demografico e urbano in Europa, è una delle prime volte che viene condotta una battaglia simile per salvare il paesaggio naturale. “Sono arrivate sul posto anche la televisione francese e quella tedesca”, ricorda l’ecologista, che ne esce vincente.

Bardot e le foche

Nel 1974 si stabilisce a Montreux, dove istalla il suo quartier generale e le sue fondazioni per la tutela della natura. A pochi chilometri di distanza, gli stupendi vigneti terrazzati del Lavaux, sulle sponde del Lago Lemano, sono minacciati dall’urbanizzazione. Franz Weber riparte all’attacco, contro il volere della maggioranza degli abitanti del distretto. La prima iniziativa “Salvate il Lavaux” viene approvata nel 1977 dalla popolazione del canton Vaud.

Lo stesso anno l’ecologista si fa conoscere a livello internazionale, con la sua spettacolare campagna contro il massacro delle foche. Dal giornalismo Franz Weber ha imparato ad utilizzare i media: porta con sé nel Nord del Canada una settantina di giornalisti, oltre che l’attrice Brigitte Bardot.

Da allora, l’ecologista è chiamato in ogni parte del mondo. Nel 1978 Il Consiglio d’Europa si appella a lui per salvare Delfi, in Grecia. Negli anni seguenti è in Austria a proteggere una riserva naturale del Danubio, in Africa a soccorrere gli ippopotami, in Australia a difendere i cavalli in libertà.

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Detestato e apprezzato

Mentre all’estero raccoglie premi e riconoscimenti, tra cui la cittadinanza onoraria di Delfi, in Svizzera le sue campagne contro la costruzione di aeroporti e autostrade, l’ammarraggio di idrovolanti nei laghi o il rumore dei velivoli militari suscitano prevalentemente irritazione. Assieme al sociologo Jean Ziegler, con il quale condivide un certo narcisismo mediatico, diventa uno dei personaggi più detestati dagli svizzeri.

Ma anche apprezzati, per il loro impegno. Le sue fondazioni attirano da ovunque donazioni, che gli permettono di alimentare 150 campagne nazionali e internazionali. E una trentina di iniziative cantonali e nazionali: un record assoluto. I rari successi arrivano, fino a questa domenica, solo a livello cantonale, ma le autorità si vedono spesso costrette a far qualcosa per contrastare le iniziative. Con la moglie, la figlia e un paio di collaboratori, Franz Weber è una lobby impressionante.

Quando, negli anni ’80, si lancia per salvare il Grandhôtel di Giessbach, alcuni pensano che stia perdendo ogni misura. Ma l’albergo e il luogo emanano un romanticismo incomparabile, che affascinava già un secolo fa artisti e filosofi. E Franz Weber è innanzitutto un ecologista romantico, che continua a battersi per la bellezza del paesaggio e la poesia della natura, mentre nel mirino degli altri ambientalisti vi sono da tempo le centrali atomiche e i cambiamenti climatici.

Troppo giovane per ritirarsi

Romantico e visionario: le sue campagne hanno regolarmente contribuito ad aprire gli occhi della popolazione, anche se spesso ad anni o decenni di distanza. Come nel caso del Lavaux, i cui vigneti terrazzati sono stati iscritti nel 2007 nel Patrimonio mondiale dell’Unesco. Tutt’altro che pago del suo primo successo in una votazione federale, Franz Weber promette un’altra raffica di iniziative popolari. E vuole battersi in Argentina per difendere i cavalli da traino.

Lascerà un po’ le redini alla figlia Vera, che si è già profilata in diverse campagne, in particolare l’ultima sulle residenze secondarie. Ma Franz Weber non intende per nulla ritirarsi. “Fino a quando si avrà bisogno di me per portare avanti delle campagne, sono pronto a dare battaglia. In fin dei conti sono giovane, posso lavorare ancora per almeno 10 anni”. Una prospettiva che non farà piacere a tutti, soprattutto in Vallese, dove l’ecologista non si è fatto molti amici da questa domenica.

Contenuto esterno
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1927: Franz Weber nasce a Basilea, dove ottiene un diploma di commercio.

1949: Weber si trasferisce a Parigi. Dopo studi letterari alla Sorbonne, inizia una carriera di giornalista.

1965: prima campagna per salvare il paesaggio alpino di Surlej, in Engadina, dalla speculazione immobiliare.

1972: campagna contro la costruzione dell’autostrada sulle rive del lago di Sempach.

1974: Franz Weber si trasferisce a Montreux, canton Vaud.

1977: l’iniziativa “Salvate il Lavaux”, viene approvata dal popolo vodese. Weber è assieme a Brigitte Bardot nel Labrador, in Canada, per lottare contro il massacro delle foche.

1983: campagna contro una gigantesca centrale elettrica sul Danubio, in Austria.

1987: salvataggio dell’antico sito di Delfi, minacciato dalla costruzione di una fabbrica di aluminio.

1989: creazione di una riserva per i cavalli selvatici in Australia.

1990: la fondazione Franz Weber riprende in Togo la gestione di un parco nazionale.

2008: l’iniziativa “Contro il rumore dei velivoli militari”, viene respinta dal 68,1% dei votanti.

2012: dopo 12 iniziative nazionali di Weber respinte o ritirate, quella sulle residenze secondarie è approvata in votazione federale.

La popolazione del canton Vaud è chiamata nel corso dell’anno a votare sulla terza iniziativa “Salvate il Lavaux” dell’ecologista.

L’11 marzo scorso, il 50,6% dei cittadini svizzeri hanno approvato in votazione federale l’iniziativa “Basta con la costruzione sfrenata di abitazioni secondarie!”, lanciata da Franz Weber.

In futuro ogni Comune sarà quindi costretto ad introdurre una quota massima del 20% per le residenze secondarie rispetto al totale del parco immobiliare esistente.

Nuovi progetti di costruzione non potranno quindi più essere accettati in circa unquinto dei Comuni svizzeri.

In alcune località turistiche, le residenze secondarie superano addirittura l’80% delle abitazioni esistenti.

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