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Covid-19, inasprite le restrizioni a Berna e Coira

Uomo in divisa tiene in mano un plico di volantini con istruzioni illustrate a pittogrammi
Chiasso, una guardia di confine distribuisce volantini con indicazioni su come comportarsi per contrastare la diffusione del nuovo coronavirus. L'Ufficio federale della sanità pubblica UFSP ha confermato sabato che una chiusura delle frontiere è esclusa: non sarebbe efficace, e impedirebbe a molti frontalieri di raggiungere il posto di lavoro negli ospedali e negli studi medici. Keystone / Pablo Gianinazzi

Mentre in tutta la Svizzera sono stati vietati gli eventi con oltre 1'000 partecipanti per contrastare la diffusione del nuovo coronavirus, il Canton Berna e la Città di Coira hanno adottato venerdì restrizioni ancora maggiori. Nel capoluogo dei Grigioni, sono state proibite con effetto immediato le manifestazioni da 50 persone in su. Intanto, in Vallese e a Berna si registrano sabato i primi casi di contagio cantonali. Nel mondo, sono ormai 85'000.

Se l’obiettivo è garantire la maggiore tracciabilità possibile delle persone infettate, non ha molto senso far svolgere eventi con, ad esempio, 800 partecipanti. È quanto si legge in una notaCollegamento esterno della Cancelleria della Città di Coira, che d’intesa col Cantone ha introdotto la soglia di 50 persone, valida fino al 15 marzo come il divieto decretato a livello nazionale dal Consiglio federale.

Una misura restrittiva, ma pensata per non incidere sulle normali attività commerciali o sugli eventi di necessità sociale, quali i funerali. La città chiede, più in generale, la collaborazione degli abitanti per cercare di frenare l’epidemia, domandando di evitare i raduni.

Nel Canton Berna, invece, gli eventi fino a 1’000 persone si potranno tenere solo se gli organizzatori saranno in grado di provare che tutti i partecipanti, dei quali dovrà essere conosciuta l’identità, non si siano recati in una regione a rischio nei 14 giorni precedenti.

 

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Intanto, sabato, si sono registrati primi casi di contagio in due nuovi cantoni. A risultare positivi al virus della Covid-19 (SARS-Cov-2) sono stati un uomo sulla trentina dell’Alto Vallese e una 21enne di Bienne, canton Berna. Il totale dei contagi in Svizzera sale così a una quindicina, di cui 5 per i quali si attende conferma del Centro nazionale di riferimento (CRIVE) di Ginevra.

Cartellone pubblicitario a pittogrammi che indica comportamenti da tenere per evitare il diffondersi del virus
La campagna dell’Ufficio sanità pubblica. UFSP

L’uomo, che sarà sottoposto a un secondo test per confermare con certezza il contagio, è in uno stato di salute giudicato buono. Si trova all’ospedale di Sion, mentre quattro persone della sua famiglia -si legge in un comunicatoCollegamento esterno– sono state messe in quarantena ai loro domicili.

La donna, che a sua volta si trova in isolamento ma in condizioni considerate buone, era rientrata una settimana fa da Milano. Secondo quanto reso notoCollegamento esterno dalle autorità cantonali, la donna soffre di tosse e mal di gola dallo scorso martedì ma non ha la febbre.

 

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Giovedì, la giovane si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale di Bienne, dove è ricoverata. L’Ufficio medico cantonale di Berna, cantone nel quale finora sono stati registrati oltre 120 casi sospetti risultati negativi, sta ricostruendo la catena del contagio.

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Nel mondo, i casi di contagio sono saliti a oltre 85’000. Dopo due mesi, in Cina l’epidemia sembra aver superato la fase peggiore: i casi confermati sono in calo. L’Organizzazione mondiale della sanità OMSCollegamento esterno ha però rivalutato venerdì il rischio di diffusione globale, portandolo a “molto alto” anche se, insistono gli esperti, l’epidemia può ancora essere contenuta. 

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