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L’acqua degli oceani non proviene dalle comete

La sonda Rosetta, che ruota da tre mesi attorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, comincia a fornire importanti dati. (visione d'artista) Keystone

Tre mesi mesi dopo aver raggiunto la cometa Choury e un mese dopo avervi posato il robot Philae, Rosetta fornisce un primo dato sorprendente. L’acqua che si trova sul nostro pianeta non proviene dalle comete. I risultati presentati all'Università di Berna sono formali. 

“Ci aspettavamo sorprese. Questo risultato eccezionale non mancherà di riaccendere il dibattito sull’origine dell’acqua sulla Terra”, ha dichiarato Matt Taylor, responsabile scientifico della missione RosettaCollegamento esterno presso l’Agenzia spaziale europea (ESA), durante una conferenza tenuta martedì all’Università di Berna. 

L’istituto di fisica dell’ateneo svizzero ha partecipato alla missione Rosetta, progettando e realizzando l’esperienza RosinaCollegamento esterno, che ha fornito delle indicazioni sulla composizione della cometa Choury, grazie a due spettrometri di massa ed a un sensore di pressione in grado di “annusare” i gas emessi dal corpo spaziale. 

Il risultato di questi studi, che ha colpito gli stessi scienziati, è stato pubblicato il 10 dicembre sulla rivista di riferimento “Science”: l’acqua che forma la maggior parte della massa della cometa (sotto forma di neve e ghiaccio) è tre volte più ricca di deuterio di quella che si trova sulla Terra. Non si tratta quindi dello stesso liquido. 

A basse temperature

La differenza è legata quindi al deuterio. Che di cosa si tratta? Mentre l’atomo di idrogeno, il più semplice e più abbondante nell’universo, è fatto di un protone e di un elettrone, l’atomo di deuterio contiene anche un neutrone. 

Altri sviluppi

Per poter caricarsi di deuterio, le molecole d’acqua (fatte di idrogeno e ossigeno) devono formarsi a temperature molto basse, temperature che regnano ai confini ghiacciati del sistema solare, dove si incrociano le comete. Più una cometa si è formata lontana dal Sole e più conterrà deuterio. 

La sorpresa non è totale. Nel 1986, le analisi (già svolte presso l’Università di Berna) dei dati forniti dalla sonda Giotto, dopo il suo passaggio nei pressi della famosa cometa di Halley, avevano mostrato concentrazioni di deuterio due volte superiore a quelle contenute nell’acqua della Terra. 

Acqua ovunque 

L’acqua è letteralmente più vecchia del mondo. Si trovava già in grandi quantità nella nube che ha portato alla nascita del Sole e dei suoi pianeti. Oggi, in forma gassosa, liquida o solida, è presente ovunque nel sistema solare, dal fondo dei crateri di Mercurio ai satelliti ghiacciati di Saturno e Giove. 

E, naturalmente, esisteva anche sulla Terra primordiale. Ma nella fase finale della sua formazione, il nostro pianeta è diventato così caldo da far evaporare l’acqua nello spazio. Vi è poi tornata, apportata dal massiccio bombardamento di piccoli corpi celesti, a cui i pianeti sono stati sottoposti 3,8 miliardi anni fa – come mostra anche il volto crivellato della Luna. 

Se questi piccoli corpi, che hanno formato gli oceani, non erano comete, potevano essere solo asteroidi. La differenza? Gli asteroidi sono molto più vicini alla Terra, la maggior parte di loro ruota tra Marte e Giove. Oggi, il calore del sole li ha praticamente “cotti”. Sono rimaste solo rocce, ma un tempo erano impregnati d’acqua. 

Inoltre, come rilevano gli autori dello studio nella rivista Science”, è possibile che la Terra abbia potuto mantenere le sue acque originali, nonostante la fornace in cui è nata. L’acqua potrebbe essere rimasta bloccata nella roccia, dal momento che si ritrovano delle sue molecole anche nel reticolo cristallino di una pietra dura come il granito. 

E la vita? 

“Appuntamento quindi per una prossima pubblicazione sulle molecole preorganiche”, ha detto Kathrin Altwegg, responsabile delle ricerche dell’esperienza Rosina presso l’Università di Berna. Se lo studio esclude quindi le comete come fonte d’acqua sulla Terra, la scoperta fatta dal suo team internazionale non rimette in discussione l’ipotesi che il “mattone” fondamentale della vita sia giunto dallo spazio. 

Già da molto tempo gli spettrometri captano le tracce di queste lunghe catene di carbonio e di idrogeno nelle nubi interstellari, dove nascono le stelle e i pianeti. Come l’acqua, si ritrovano in tutto il sistema solare, comprese le comete e gli asteroidi. 

Gli scienziati attendono quindi altre grandi scoperte dai dati della sonda Rosetta, che continuerà a girare attorno alla sua cometa, almeno fino alla prossima estate.

 

Traduzione di Armando Mombelli

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