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La Corte suprema svizzera stralcia articolo di legge che discrimina i nomadi

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L'area di sosta di Wileroltigen è situata al lato dell'autostrada, sul confine tra i cantoni di Berna e Friburgo. C'è posto per una trentina di roulotte. © Keystone / Str

La vita è dura per le minoranze nomadi in Svizzera: non dispongono di sufficienti aree di accoglienza e sono regolarmente vittime di discriminazioni. La Corte suprema elvetica ha recentemente annullato un articolo della nuova Legge sulla polizia del cantone di Berna perché viola i diritti dei nomadi.

Le tensioni tra la Svizzera e le sue minoranze nomadi sono aumentate negli ultimi anni in diversi cantoni, al punto che il Tribunale federale, il più alto organo giudiziario del Paese, è stato chiamato ad arbitrare diversi conflitti. Il caso più recente è appunto quello in cui ha annullatoCollegamento esterno un articolo nella nuova Legge cantonale bernese sulla poliziaCollegamento esterno.

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La normativa in questione prevedeva che la polizia potesse mandar via dopo 24 ore le persone che campeggiano senza autorizzazione su un terreno privato o di un ente pubblico e vietare loro l’accesso. I giudici hanno stabilito che “queste disposizioni ledono in modo sproporzionato il diritto alla vita privata e familiare dei nomadi svizzeri e stranieri”. Hanno quindi deciso di abrogare questo articolo.

La sentenza smentisce il parlamento bernese, che aveva deciso nel gennaio 2018 di introdurre questa misura contro il parere del governo cantonale. L’esecutivo aveva ripetutamente avvertito che tale aggiunta avrebbe potuto essere considerata discriminatoria.

Discordia in merito a un’area di accoglienza

Il contesto dell’epoca aveva fortemente influenzato il dibattito: da diversi anni tra autorità cantonali, comunali e nomadi covavano tensioni riguardo a un appezzamento di terra situato appena a lato dell’autostrada, vicino al villaggio di Wileroltigen. Il governo aveva deciso, contro il parere del comune, di costruire lì un’area di accoglienza per una trentina di roulotte.

Aggiungendo l’articolo controverso alla Legge sulla polizia, la destra del parlamento bernese voleva garantire che, una volta in funzione l’area di accoglienza, i viaggiatori non potessero più installarsi altrove senza autorizzazione.

Sia la Legge sulla polizia sia il credito per la costruzione dell’area di Wileroltigen sono stati contestati tramite referendum e accettati in votazione popolare. Il primo oggetto nel febbraio 2019 con il 75% dei voti e il secondo nel febbraio 2020 con il 53%.

Risultato della votazione in discussione

Ora che il Tribunale federale ha annullato l’articolo sui nomadi, l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) ritiene che il popolo sia stato ingannato: “I bernesi hanno detto di sì all’area di transito di Wileroltigen convinti dell’esistenza di un articolo di legge che consentisse lo sfratto”, osserva il partito in un comunicato stampaCollegamento esterno. L’UDC ha previsto di presentare un intervento in merito in parlamento cantonale: “Il governo deve ora spiegare come intende proteggere i comuni da un’occupazione illegale del loro terreno”, ci ha precisato Aliki Panayides, segretaria generale dell’UDC bernese.

Reagendo alla decisione del Tribunale federale, il governo cantonale ha ricordato in una notaCollegamento esterno che “il rinvio dei nomadi rimane possibile, in base al regolamento generale di applicazione della Legge sulla polizia, se la sicurezza e l’ordine pubblico sono minacciati”.

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L’UDC bernese sostiene anche l’approccio della sua sezione giovanileCollegamento esterno che prevede di ricorrere contro il risultato del voto sull’area di accoglienza di Wileroltigen al fine di organizzare un nuovo scrutinio. “Penso che una simile richiesta abbia scarse probabilità di successo, reagisce Angela Mattli, responsabile della campagna della Società per i popoli minacciati (SPMCollegamento esterno). Il risultato è stato chiaro e il soggetto non ha alcun legame diretto con la Legge sulla polizia, non si può mescolare tutto”. Ricorda inoltre che prima della votazione vari pareri giuridici indipendenti avevano già indicato che questo articolo sull’espulsione delle comunità nomadi era problematico.

Giurisprudenza per il rispetto delle minoranze

L’SPM, che è una delle organizzazioni che hanno presentato ricorso al Tribunale federale contro la Legge sulla polizia, considera la soppressione dell’articolo sulle comunità nomadi come una tappa importante nell’iscrizione della protezione delle minoranze nel diritto svizzero. “Si tratta di un riconoscimento che queste minoranze hanno dei diritti e che devono essere rispettate”, aggiunge Angela Mattli. Speriamo che ciò invii un segnale forte a quei Cantoni che intendono introdurre disposizioni simili. Per esempio, Neuchâtel, che dovrà essere cauto nell’applicazione della propria Legge sullo stazionamento delle comunità nomadiCollegamento esterno“.

L’SPM aveva inoltrato ricorso al Tribunale federale anche contro la legislazione di Neuchâtel, ritenendo che essa presentasse diverse violazioni dei diritti fondamentali, tra cui la parità di trattamento e la protezione della vita familiare. Ma i giudici della Corte suprema lo hanno respintoCollegamento esterno e hanno concluso che la normativa è in regola.

Critiche della Commissione europea contro il razzismo

Tuttavia, la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, nel suo ultimo rapportoCollegamento esterno pubblicato in marzo, esprime preoccupazione per la decisione del Tribunale federale relativa alla Legge cantonale neocastellana. Ritiene che introducendo una differenza di trattamento tra nomadi svizzeri e stranieri, questa legislazione rischi di “rafforzare la xenofobia e i pregiudizi nei confronti dei rom nomadi stranieri, creando conflitti tra i diversi gruppi nelle aree che condividono. Queste tensioni sono esacerbate dalla grande mancanza di aree di accoglienza e spazi abitativi”.

La Commissione raccomanda vivamente alla Svizzera di creare urgentemente un numero sufficiente di aree di accoglienza per soddisfare le necessità di tutte le comunità itineranti.

Penuria di posti

Le aree di accoglienza in Svizzera sono insufficienti per consentire ai nomadi di vivere secondo il loro stile. Ve ne sono una quarantina in tutto il Paese e il loro numero è in calo, mentre, secondo le organizzazioni di tutela delle comunità nomadi, ne occorrerebbero almeno il doppio. 

Eppure, la  Legge federale sulla promozione della culturaCollegamento esterno permette di sostenere attivamente queste minoranze e la Legge federale sulla pianificazione del territorioCollegamento esterno stabilisce che le autorità devono gestire lo spazio disponibile in base alle esigenze della popolazione, tra cui anche quelle delle genti itineranti. Il Tribunale federale ha confermatoCollegamento esterno che i cantoni, nel loro piano regolatore del territorio, sono effettivamente competenti per l’attribuzione di aree per la comunità nomade.

(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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