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Le opere contemporanee bruciano tutti i record

"FC (Fire-Colour 1)", realizzato da Yves Klein nel 1962, poche settimane prima della morte, è stato battuto all'asta l'8 maggio 2012 a New York per quasi 36,5 milioni di dollari (22,61 milioni di lire sterline). Poco più di un mese dopo a Londra, il suo "Le rose du bleu" era venduto per 23,56 milioni di lire sterline. Keystone

Le loro opere sono vendute a prezzi da capogiro, che polverizzano un record dopo l’altro: gli artisti contemporanei stanno vivendo un momento d’oro. Una tendenza dovuta soprattutto ai nuovi collezionisti, spiega a swissinfo.ch Nadia Berri, artista svizzera che vive a Londra e insegna al Sotheby's Institute of Art.

In dieci minuti ha raggiunto 142,4 milioni di dollari ed è diventata l’opera d’arte più cara della storia: si tratta dei Tre studi di Lucian Freud, il trittico dipinto da Francis Bacon nel 1969, battuto a un’asta da Christie’s il 13 novembre a New York. Diversi altri record sono stati segnati alla stessa asta e a quella tenutasi l’indomani da Sotheby’s (vedi finestrella).

Il nuovo record assoluto per un’opera d’arte segnato dal trittico di Francis Bacon il 13 novembre ha stracciato il precedente, di 119,9 milioni di dollari, messo a segno da L’urlo di Edward Munch, nel maggio 2012 a un’asta di Sotheby’s, pure a New York. Non è detto che il nuovo primato resista a lungo, considerato l’andamento del mercato.

Nella stessa asta da Christie’s del 13 novembre, d’altronde, è stato segnato anche il primato dell’opera di un artista vivente più costosa: la scultura Balloon Dog (Orange) di Jeff Koons, che è stata venduta per 58,4 milioni di dollari. Prezzi record personali artisti sono inoltre stati registrati da lavori di Christopher Wool, Ad Reinhardt, Donald Judd e Willem de Kooning.

L’indomani all’asta da Sotheby’s sono poi arrivati i nuovi primati personali per Andy Warhol (il cui Silver Car Crash è stato venduto per 105 milioni di dollari), Cy Twombly, Agnes Martin, Martin Kippenberger, Brice Marden, Bruce High Quality Foundation e Mark Bradford.

Le nuove cifre sono indicative dell’esplosione dei prezzi nel mercato internazionale dell’arte contemporanea. nell’ultimo anno, in barba alla crisi economica, è cresciuto del 15 per cento, superando per la prima volta il miliardo di euro di ricavi, ha recentemente annunciato la società Artprice, numero uno mondiale dei dati sul mercato dell’arte. Un record segnato mentre il mercato dell’arte nel suo insieme registrava una flessione del 2,4 per cento.

I contemporanei di fatto sono ormai più quotati dei maestri del Rinascimento. Nadia Berri illustra le ragioni di questa situazione e le opportunità di lavoro che offre il settore.

swissinfo.ch: Lei è artista e insegnante: come si conciliano le due professioni?

Nadia Berri: Per me ogni lezione è come una performance. Io insegno arte e propongo laboratori basati sulla pratica: sono due realtà che si integrano tra loro, mai separate. Anche l’insegnamento lo svolgo in realtà molto diverse tra loro: il Sotheby’s Institute of Art, il museo Tate Modern e la charity Bow Arts.

sothebysinstitute.com

swissinfo.ch: Perchè adesso questo interesse per i corsi di istituzioni legate alle grandi case d’aste?

N. B.: Prima il Sotheby’s Institute of Art era “la scuola” della casa d’aste, ma dal 2002 è affiliato all’Università di Manchester, anche se continua a usare il nome della casa d’aste, con cui mantiene un rapporto privilegiato. L’arte oggi è opportunità di lavoro. Al Sotheby’s Institute of Art insegno storia dell’arte contemporanea dal 2008: i corsi sono andati crescendo. All’Art & Business Course, per cui sono uno dei principali consulenti-lettori, ero partita con circa 25 studenti, ma i numeri sono raddoppiati negli ultimi 3 anni.

swissinfo.ch: Chi li frequenta?

N. B.: A Londra arrivano giovani da tutto il mondo. Chi sceglie corsi del genere ha due caratteristiche: un alto grado di istruzione nella materia, spesso acquisita nel proprio paese d’origine, e soldi per investire in una formazione di così alto livello. Spesso anche persone che vogliono cambiare carriera.

swissinfo.ch: Londra capitale del contemporaneo in Europa?

N. B.: Direi di sì, perché qui ci sono tutte le tendenze. Ci sono i musei, le case d’aste, le galleria e i soldi. Ma qui ci sono anche gruppi di artisti che si riuniscono, producono la loro arte da soli e la condividono con il pubblico, senza “intermediari”.

Con un miliardo di dollari in investimenti, Sheikha Al-Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al-Thani, 30 anni, è la personalità più influente nel mondo dell’arte. A stabilirlo è la prestigiosa rivista ArtReview, che ogni anno stila la classifica delle 100 persone più importanti nell’intero settore, dai galleristi ai critici, dai collezionisti agli stessi artisti. Lei è la giovane sorella dell’attuale emiro del Qatar, Sheikh Tamim Bin Hamad Al-Thani, ed è la direttrice della Qatar Museums Authority. È considerata la più grande mecenate al mondo.

Nella top ten c’è anche un’altra donna, la tedesca Beatrix Ruf, collocata al 7° posto. È direttrice del centro espositivo di arte contemporanea Kunsthalle Zürich. Tra gli altri, siede nel Cultural Advisory Board del CERN di Ginevra.

Sempre tra i primi dieci, ci sono anche due svizzeri. Iwan Wirth, terzo, gallerista e mercante d’arte zurighese, co-presidente e proprietario della Hauser & Wirth, una delle gallerie d’arte moderna e contemporanea più famose al mondo, con sedi a Londra, New York e Zurigo. Quinto è Hans Ulrich Obrist, anche lui zurighese, curatore, critico, storico dell’arte, co-direttore della celeberrima Serpentine Gallery, uno dei centri londinesi più importanti per l’arte moderna e contemporanea, con sede ad Hyde Park.

swissinfo.ch: Se questa è l’ultima frontiera dell’arte, come si fa a valutare un’opera contemporanea?

N. B.: Una cosa è capire l’opera d’arte e il suo vero messaggio, un’altra cosa è quanto un’opera d’arte piace al pubblico. Il gusto è personale e non bisogna farsi influenzare, bisogna essere molto critici. Un’opera d’arte esibita in una galleria non significa che sia una buona opera d’arte, risponde al gusto personale del gallerista: promozione e quotazione vanno di pari passo.

Come sempre nell’arte ci sono le mode, i periodi: adesso è il momento dei contemporanei. Ora tanti nuovi collezionisti, russi o arabi, li vogliono e molti di loro si affidano all’art advisor, che può anche essere giusto, ma spesso il troppo consiglio non lascia libertà di scelta e creatività individuale.

swissinfo.ch: Perché i nuovi collezionisti vogliono soprattutto artisti contemporanei?

N. B.: Perché è glamour, è come un dettaglio “intellettuale”, fa la differenza tra i nuovi collezionisti che la acquistano. Ci sono anche i collezionisti seri, che veramente capiscono l’arte, quella che colpisce e trasmette un messaggio. Ma questo trend del contemporaneo va di pari passo con i nuovi collezionisti.

swissinfo.ch: Chi va di moda adesso?

N. B.: Ci sono sempre situazioni, che io chiamo “The Murillo Syndrome”, in cui un collezionista comincia a comprare qualcosa o è consigliato a comprare qualcosa che qualcun altro ha scoperto, come al momento Oscar Murillo, un artista colombiano. La sua popolarità mi ricorda quella di Jean-Michel Basquiat durante gli Anni ’80, quando Annina Nosei, la sua gallerista, lo presentava come la “vera” voce della strada.

swissinfo.ch: E gli artisti svizzeri?

N. B.: Alberto Giacometti è un grande artista e il suo nome è legato a cifre impressionanti, mentre Paul Klee, pur essendo anche lui un grande artista, a cui il Tate Modern sta dedicando una bellissima mostra, non riscuote lo stesso successo nelle aste.

swissinfo.ch: C’è un artista che si vende bene alle aste ma non per moda, piuttosto per il suo messaggio?

N. B.: In base alla mia esperienza direi Yves Klein. Francese, geniale, arrivò a vendere Zone di sensibilità pittorica immateriale di Parigi in cambio di oro, che poi buttava nella Senna. Klein (il cui record all’asta è per Le Rose du Bleu, battuto a Londra nel giugno 2012 per 23,56 milioni di sterline, Ndr.) è famoso per le tele monocromatiche, le più celebri sono blu. Voleva raggiungere “la più perfetta espressione” di quel colore e dopo innumerevoli tentativi vi riuscì, tanto che nel 1956 brevettò l’International Klein Blue, noto nel mondo dell’arte come IKB.

swissinfo.ch: A un vero collezionista, secondo il suo gusto personale, quale opera consiglierebbe?

N. B.: Sicuramente Erased de kooning drawing, del pittore-scultore statunitense Robert Rauschenberg. È il foglio bianco di un disegno cancellato dell’espressionista astratto Willem de Kooning, del 1953. È conservato al San Francisco Museum of Modern Art (SFMOMA). Vista la storia di quest’opera chissà a quanto verrebbe battuta all’asta.

Nadia Berri nasce a Zurigo. Dal 2008 insegna storia dell’arte contemporanea agli adulti presso il Sotheby’s Institute of Art e ai bambini presso il museo Tate Modern. Ama identificarsi nel motto dello scrittore americano John Cage: l’arte è un gioco utile.

È particolarmente attiva in progetti collettivi, come il LUPA (Lock Up Performance Art), che si è svolto tra il 2011 e il 2013 a Londra: artisti esponevano in un garage una sera ogni mese, mentre il pubblico non soltanto guardava ma spesso anche partecipava.

Tra le sue opere al LUPA va segnalato Now, Voyager, performance con un pallone rosso gigante e una pompa.

Alla base della sua arte c’è la multidisciplinarità, come in uno dei suoi ultimi lavori: Darren, video-raccolta di strilli di passanti in sequenza.

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