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Lieve calo della disoccupazione in febbraio

vetrina di un ristorante chiuso
Senza sorprese, il settore più colpito dalla disoccupazione è quello dell'alloggio e della ristorazione. Keystone / Martial Trezzini

Il tasso di disoccupazione è passato dal 3,7% in gennaio al 3,6% in febbraio, stando ai dati diffusi lunedì dalla Segreteria di Stato dell'economia (Seco).

Il detto ‘una rondine non fa primavera’ calza sicuramente a pennello per la situazione del mercato del lavoro. Malgrado il lieve calo registrato tra gennaio e febbraio, sull’arco di un anno il numero di persone senza lavoro è cresciuto di 50’131 unità, pari a una progressione del 43%. Nel febbraio del 2020, il tasso di disoccupazione era del 2,5%.

Dopo aver toccato i massimi dal 2010, il numero di disoccupati è sceso lo scorso mese a 167’953 (-1’800 persone). Il dato, insomma, continua a restare elevato nel confronto pluriennale.

A garantire la stabilità del mercato del lavoro svizzero è il lavoro ridotto, che sta attenuando l’impatto della pandemia, ha rilevato Boris Zürcher, direttore della divisione lavoro presso la Seco. Per ora – ha sottolineato – “non vediamo né un’ondata di fallimenti aziendali, né una crescita dei licenziamenti collettivi”.

I cantoni più colpiti dalla disoccupazione sono quelli romandi, in particolare Ginevra e Giura, che registrano un tasso del 5,7%.

Il Ticino è sopra la media nazionale, con una quota del 4% (-0,1% rispetto a gennaio), mentre i Grigioni sono al 2% (nessuna variazione). In termini assoluti, da Airolo a Chiasso si contano 6880 disoccupati (-88 mensile, +987 annuo), mentre nelle valli retiche la cifra è di 2184 (-51 e +884).

Il cantone meno colpito è invece Appenzello Interno, con un tasso dell’1%.

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Alloggio e ristorazione il settore più colpito

Senza sorprese, il ramo economico in cui la quota dei disoccupati è più elevata è quello dell’alloggio e la ristorazione, con un tasso del 10,3%.

Per quanto concerne le fasce d’età, non vi sono sostanziali differenze, anche se il dato è superiore alla media nazionale tra 20 e 34 anni e sopra i 60 anni.

I disoccupati di lunga durata (cioè quelli iscritti agli uffici regionali di collocamento da oltre un anno) erano 30’811, lo 0,5% in più di gennaio e il 111% in più (+16’232) di dodici mesi prima.

Leggendo i dati in base alla nazionalità, gli svizzeri presentano una quota di senza lavoro del 2,5% (invariato mensile, +0,7 annuo), gli stranieri del 6,6% (-0,1 e +2,0).

Dati diversi da quelli dell’Ilo

I dati diffusi dalla Seco si basano sulle persone effettivamente iscritte agli uffici regionali di collocamento. La definizione è quindi diversa da quella dei disoccupati ai sensi dell’Ufficio internazionale del lavoro (Ilo), che opera attraverso sondaggi e che rende nota la sua stima trimestralmente: l’ultima disponibile – pubblicata a metà febbraio – dà la disoccupazione in Svizzera nel quarto trimestre 2020 al 4,9%. Lo scarto fra i due dati – quello della Seco e quello ILO – suscita spesso acceso dibattito.

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Le quote di senza lavoro registrate dalla Seco sono comunque tradizionalmente basse: negli ultimi 20 anni il valore mensile più elevato è stato del 4,3%, osservato nel gennaio 2004. Va anche sottolineato come i dati sulla disoccupazione non tengano conto di coloro che hanno esaurito il diritto a ricevere le prestazioni e che ad esempio vivono di risparmi o si trovano a beneficio dell’assistenza.

Complessivamente, afferma ancora la Seco, le persone in cerca d’impiego registrate nel mese scorso erano 259’735, lo 0,7% in meno rispetto a gennaio e il 36% in più di dodici mesi prima. Tale cifra comprende, oltre ai disoccupati iscritti, le persone che frequentano corsi di riconversione o di perfezionamento, che seguono programmi occupazionali o che conseguono un guadagno intermedio. Il numero dei posti vacanti annunciati presso gli uffici di collocamento è pari a 38’678 (+5737 rispetto a gennaio e +527 su base annua).

Lavoro ridotto sempre ai massimi

I funzionari di Berna hanno pubblicato anche i dati relativi al lavoro ridotto per il mese di dicembre (ultimo dato disponibile): ha colpito 293’678 persone, ovvero 2914 in meno (-1%) rispetto al mese precedente.

Il numero delle aziende interessate è aumentato di 365 unità (+1%) portandosi a 34’667. Il numero delle ore di lavoro perse è calato di 0,6 milioni (-3%), per un totale di 18,6 milioni di ore. Nel corrispondente periodo dell’anno prima (dicembre 2019) erano state registrate 154’535 ore perse, ripartite su 3279 persone in 152 aziende.

tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG dell’8.3.2021)

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