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Meno spazzatura grazie alla tassa sui sacchi

La parola magica del futuro: riciclare ancora di più Keystone

La tassa sui sacchi della spazzatura sta dando i suoi frutti. Secondo uno studio dell’Ufficio federale dell'ambiente negli ultimi anni la quantità di rifiuti è diminuita del 15%.

La tassa è popolare soprattutto nella Svizzera tedesca, meno nelle altre regioni.

Attualmente circa il 70% degli svizzeri paga lo smaltimento dei rifiuti secondo il principio “chi inquina, paga”: chi consuma più sacchi della spazzatura, spende di più.

L’introduzione di questa tassa, negli anni novanta, ha così portato ad una sensibile diminuzione dei rifiuti finiti nei sacchi: la gente li separa maggiormente.

Secondo le ricerche dell’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP) nel momento in cui un comune introduce la tassa sul sacco, la quantità di rifiuti combustibili diminuisce in media del 30 per cento.

Contemporaneamente aumenta nella stessa proporzione la quantità di rifiuti raccolti separatamente e riciclabili.

Gli studi dell’UFAFP si basano sulle risposte di un campionario di 2’200 persone in 13 comuni. Laddove è stata introdotta la tassa sul sacco l’88% delle persone interpellate ritiene il principio sensato; l’87% pensa che l’importo della tassa sia accettabile e il 50% dice di aver modificato il proprio atteggiamento nei confronti del problema dei rifiuti.

Poco entusiasmo nei cantoni latini

Nella Svizzera francese la tassa è sempre stata contestata e ha dato origine a numerosi dibattiti. Solo il cantone di Friburgo l’ha introdotta.

“Probabilmente abbiamo bisogno di più tempo per accettare questo tipo di regole”, spiega a swissinfo Jean-Claude Mermoud, ministro dell’ambiente del cantone di Vaud. Anche nella Svizzera italiana la tassa è praticamente inesistente.

Gli studi dell’UFAFP si basano sulle risposte di un campionario di 2’200 persone in 13 comuni. Laddove è stata introdotta la tassa sul sacco l’88% delle persone interpellate ritiene il principio sensato.

L’87% pensa che l’importo della tassa sia accettabile e il 50% dice di aver modificato il proprio atteggiamento per quanto riguarda il problema dei rifiuti.

La ricerca ha pure dimostrato che l’introduzione della tassa sui sacchi non ha provocato un aumento dei depositi selvaggi o l’incenerimento illegale di rifiuti.

Potenziare il riciclaggio

La Svizzera è uno dei Paesi europei dove si ricicla di più carta (67%), bottiglie PET (82%), vetro (91%) e lattine e barattoli di alluminio 91%). Si potrebbe invece fare di più nel campo dei rifiuti organici, compostabili.

Questa componente della spazzatura globale è aumentata e costituisce tuttora il grosso dei rifiuti gettati nei sacchi.

Sulle 400’000 tonnellate che finiscono ogni anno nella spazzatura, 170’000 tonnellate di materiale biodegradabile potrebbe essere ricuperato, secondo lo studio dell’UFAFP.

Anche la raccolta di pile dovrebbe essere potenziata. Solo 2’800 delle 3’800 tonnellate consumate ogni anno finiscono negli appositi contenitori. Mille tonnellate continuano a prendere la via dei sacchi della spazzatura.

Un buon inizio, dunque, ma la strada verso un riciclaggio globale ed efficace è ancora lunga.

swissinfo e agenzie

Nel 2001 gli svizzeri hanno prodotto 660 kg di rifiuti domestici per persona all’anno
Nello stesso anno la quantità di spazzatura è rimasta invariata, rispetto al 2000, a 4,75 milioni di tonnellate
La percentuale riciclata è invece salita al 46%

In Svizzera la prima tassa sui sacchi della spazzatura è stata introdotta nel 1975 ma si è definitivamente imposta –soprattutto nella Svizzera tedesca – negli anni novanta.

La Svizzera è uno dei Paesi europei che ricicla più carta (67%), bottiglie PET (82%), vetro (91%) e lattine e barattoli di alluminio (91%).

Potrebbe tuttavia fare ancora di più nel campo dei rifiuti organici, compostabili. Questi ultimi costituiscono infatti ancora il grosso della spazzatura che finisce nei sacchi.

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