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Mendrisiotto, maltrattata una bimba in affidamento

La picchiarono più volte: a mani nude, con i giocattoli, con la cornetta della doccia. L’abbandonarono per strada. Le ruppero il braccio. Le rasarono e le tinsero i capelli in segno di scherno. A farlo, i genitori affidatari

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È un quadro agghiacciante quello emerso dall’inchiesta, appena chiusa, sui maltrattamenti subiti da una bambina che nel 2009 era stata affidata a una coppia del Mendrisiotto.

Oltre alle ripetute percosse, la bimba è stata anche obbligata persino a mangiare il cibo tolto dalla spazzatura. E poi i ripetuti bagni nell’acqua fredda o in quella calda.

È l’impressionante serie di sevizie di cui dovranno presto rispondere, alla sbarra, due genitori affidatari del Mendrisiotto. Vittima della loro violenza, una bambina che all’epoca (si parla del periodo 2009-2013) aveva tra i quattro e gli otto anni. Lei e il fratellino erano stati allontanati dai genitori biologici, tossicodipendenti. Per la piccola andò di male in peggio. “Non la sopportavo. Minacciava la mia tranquillità” – ha spiegato la donna, rea-confessa. Reo-confesso pure il marito, che davanti agli inquirenti si è giustificato dicendo: “Non toccava a me.”

Si profila il processo. La settimana scorsa infatti la Procuratrice Pubblica Valentina Tuoni ha infatti chiuso le indagini, e presto firmerà il rinvio a giudizio. Con ogni probabilità, il dibattimento si terrà alle Assise Criminali. La coppia è accusata di lesioni semplici, coazione e violazione del dovere di assistenza o educazione. Lei soltanto pure di esposizione a pericolo della vita altrui.

Sotto inchiesta erano finiti anche il tutore della bimba e un assistente sociale dell’Uap, l’Ufficio dell’aiuto e della protezione. I due sono stati scagionati dai reati di lesioni gravi e lesioni semplici. Il comportamento tenuto, ritiene Tuoni, è stato però negligente, nella misura in cui hanno ignorato i segnali lanciati dalla madre stessa e dalle maestre che denunciarono il caso. Da qui le ipotesi di favoreggiamento e, ancora una volta, di violazione del dovere di assistenza o educazione. Entrambi respingono ogni addebito. Ma anche per loro si prospetta il processo.

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