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Merkel: “Ricordare i crimini dei nazisti è un dovere che non si ferma mai”

Due persone con candele in mano
Merkel e il premier polacco Matuesz Morawiecki al memoriale per le vittime. Keystone / Lukasz Gagulski

La memoria degli atroci crimini dei nazisti resta "inseparabile" dall'identità della Germania, ha sottolineato venerdì la cancelliera Angela Merkel durante la sua prima visita al campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, che avviene in un periodo in cui l'estrema destra tedesca contesta questa "cultura del pentimento". 

 “Ricordare i crimini, dare un nome ai loro autori e rendere un degno omaggio alle vittime è una responsabilità che non si ferma mai. Non è negoziabile. Ed è inseparabile dal nostro paese. Essere coscienti di questo dovere è parte integrante della nostra identità nazionale”, ha sottolineato Merkel, prima dirigente del governo tedesco a recarsi nel campo di concentramento più emblematico della Shoah da 24 anni a questa parte. L’ultimo fu Helmut Kohl nel 1995.

Con la voce rotta dopo aver ascoltato la testimonianza di un sopravvissuto giunto come prigioniero ad Auschwitz quando aveva 12 anni, la cancelliera ha dichiarato che è stato “tutto fuorché facile” presentarsi in un luogo dove i crimini dei tedeschi hanno “superato l’inimmaginabile”.

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Lottare contro l’antisemitismo

Nonostante la “vergogna”, “il silenzio non deve essere la sola risposta. Questo luogo ci obbliga a tenere viva la memoria” e di fronte all’aumento degli atti antisemiti, “dobbiamo alzarci e dichiarare il nostro disaccordo”, ha insistito Merkel.

In vista del 75esimo anniversario della fine della guerra e della chiusura del campo di concentramento (27 gennaio 1945), la Germania sta infatti vivendo un aumento dell’antisemitismo. Meno di due mesi fa una donna e un giovane uomo sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco all’esterno di una sinagoga da un estremista di destra spinto da motivazioni antisemite.

I dati ufficiali indicano che lo scorso anno sono stati 1’646 i casi di crimini d’odio nei confronti degli ebrei in Germania, il 10% in più rispetto all’anno precedente. 

In occasione della visita di Merkel, la Germania ha fatto una donazione di 60 milioni di euro alla Fondazione Auschwitz che si occupa della conservazione del sito nel quale si stima persero la vita 1,1 milioni di persone durante l’occupazione nazista della Polonia. 

La maggior parte delle vittime era ebrea. Persone trasportate da tutta l’Europa e uccisi nelle camere a gas. Ma anche decine di migliaia di non ebrei vi morirono tra cui prigionieri sovietici, omosessuali, rom e avversari politici del reich.  

Le considerazioni del corrispondente della Radiotelevisione svizzera da Berlino. 

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